Perchè questo articolo potrebbe interessarti? Giovedì 13 ottobre il governo tedesco ha declassificato una valutazione di sicurezza top-secret sul gasdotto Nord Stream 2. A ottobre del 2021, solo quattro mesi prima dell’invasione dell’Ucraina, Angela Merkel e il suo vice Olaf Scholz dichiaravano che le forniture di gas russo sarebbero state sicure. Nonostante il parere contrario del governo italiano.
Giovedì il governo tedesco ha declassificato un documento top-secret sul gasdotto Nord Stream 2. Lo ha fatto dopo numerose pressioni. E’ datato 26 ottobre 2021, quattro mesi prima dell’invasione dell’Ucraina. Dentro si legge come Angela Merkel e il suo vice – ora cancelliere – Olaf Scholz dichiarassero le forniture energetiche al sicuro anche con una maggiore dipendenza dal gas russo. Una parere presto smentito dai fatti, nonostante lo stesso documento mostri le preoccupazioni rispetto da parte dei partner europei, tra cui l’Italia.
Gas sicuro dalla Russia
“Nel complesso, la valutazione giunge alla conclusione che la concessione della certificazione per il Nord Stream 2 non mette a repentaglio la sicurezza dell’approvvigionamento di gas in Germania e nell’Unione Europea”. Così recita il documento, che rassicura l’intero continente “sia per il mercato tedesco che per quello limitrofo. Il rischio di gravi danni alla sicurezza dell’approvvigionamento a causa del fallimento delle singole infrastrutture di approvvigionamento delle importazioni è molto limitato”.
I fatti, a distanza di soli quattro mesi, si sono incaricati di smentire la valutazione di Berlino. Interruzioni delle consegne di gas; la crisi energetica; e i massicci interventi dei governi europei per calmierare il costo del gas. Nemmeno quattro mesi dopo, la Germania ha dovuto attivare un pacchetto di sgravi da 200 miliardi di euro. Eppure, il documento del 26 ottobre dichiarava senza remore come un maggior vincolo alla Russia, col Nord Stream 2, “aumenterebbe la resilienza del sistema di approvvigionamento di gas europeo fornendo un buffer di capacità aggiuntivo per i picchi di domanda”.
Chi diceva no
Lo stesso documento top-secret ammetteva le criticità espresse da alcuni partner europei. Ma si limitava a classificare come “molto basso” il rischio di un taglio dei flussi di gas russo verso l’Europa. Sottolineando che “le forniture di gas dall’Unione Sovietica e successivamente dalla Russia alla Germania sono state affidabili per decenni; anche in tempi di tensione politica”.
Un’analisi affrettata, se non ingenua. Che non ha tenuto conto delle preoccupazioni di alcuni stati europei, come Polonia e Ucraina; che avvertivano sui pericoli del gasdotto sottomarino. Il Nord Stream 2, ammonivano in una nota riportata nel documento “sarebbe stato progettato per trasportare gas naturale direttamente dalla Russia alla Germania settentrionale. Aumentando così il rischio di ricatto energetico da parte del presidente russo Vladimir Putin”.
Il parere contrario dell’Italia
Il documento mostra le rimostranze del nostro paese nei confronti del progetto tedesco. “Il Ministero della Transizione Ecologica ricorda che il fallimento del sistema di transito del gas dell’Ucraina influenzerebbe le forniture all’Italia”. In quel momento Roma era preoccupata. “Quanto al rischio che il gasdotto sia gestito da una società controllata dalla Russia, l’Italia cita da un lato problemi di mercato, in termini di volontà della società russa di agire a livello legale. D’altra parte, afferma che potrebbe esistere un rischio di approvvigionamento per l’Italia, se le capacità del Nord Stream 2 non fossero aggiuntive, ma utilizzato per chiudere il corridoio ucraino”.
Moniti non ascoltati. In quanto il documento dichiarava come “a causa del sufficiente collegamento alle varie fonti di importazione di gas naturale e capacità di importazione di GNL. La sicurezza dell’approvvigionamento in Italia non dovrebbe essere messa a repentaglio dalla messa in servizio del Nord Stream 2″.
Il documento che inchioda Merkel e Scholz
Il documento getta una pesante ombra sul mandato di Angela Merkel; e un ancor più ingombrante disagio sul governo in carica di Olaf Scholz, allora vice-cancelliere. La pubblicazione di questo documento esplosivo arriva dopo che Der Spiegel ha chiesto l’accesso al documento; minacciando di portare il governo in tribunale se non avesse pubblicato il fascicolo. In settimana Scholz ha dichiarato di “essere sempre stato sicuro” che Putin avrebbe usato le forniture di energia “come arma”. Al contrario di quanto messo nero su bianco nel documento. Il cancelliere socialdemocratico ha giocato un ruolo cruciale nella scelta del precedente governo Merkel di promuovere il Nord Stream 2. Decisione che Scholz ha continuato a difendere fino all’inizio del 2022. Il governo tedesco ha infatti deciso di rinunciare al gasdotto solo due giorni prima del 24 febbraio.