Perché leggere questo articolo? Approda oggi in Consiglio dei ministri il decreto Primo Maggio. Il governo pensa a sgravi fiscali per due anni volti a favorire le assunzioni e un bonus da 100 euro nella tredicesima. Nel frattempo, è polemica tra Meloni e i sindacati.
Come l’anno scorso – e quello prima, e probabilmente tutti i precedenti dal 1946 – sarà un altro Primo Maggio di polemiche tra governo e sindacati. All’immediata vigilia della Festa dei Lavoratori arriva un provvedimento economico. Lunedì 29 aprile Giorgia Meloni ha illustrato ai sindacati le novità in arrivo sul lavoro e sul fisco. Oggi approda in Consiglio dei ministri il cosiddetto decreto Primo Maggio. Così era stato ribattezzato, dopo che l’anno scorso in quella data furono approvate le norme sull’inclusione, con l’addio al Reddito di cittadinanza, sulle causali per i contratti a termine e sul taglio del cuneo fiscale fino a 7 punti. Ecco cosa prevede il nuovo provvedimento.
I due pilastri del decreto Primo Maggio da quasi 70 miliardi
Le norme sono ancora in via di definizione, ma qualche punto fermo si può già mettere. Il viceministro all’Economia, Maurizio Leo, a margine della conferenza programmatica di FdI a Pescara assicura che nel Cdm di oggi riuscirà a portare il decreto legislativo sull’Irpef, attuativo della delega fiscale, che era atteso già la scorsa settimana e poi è slittato.
I provvedimenti che il governo è in procinto di varare nel decreto Primo Maggio viaggiano su due binari. Decreto coesione e delega fiscale sono i due pilastri del provvedimento. Il primo rivedrà le regole di utilizzo delle regole di coesione, che l’Italia fatica a spendere, soprattutto per la mancanza di coordinamento tra amministrazioni. Si tratta di 43 miliardi di euro, che l’Italia punta a spendere da qui al 2027. Con il co-finanziamento nazionale il tesoretto arriva quasi a 70 miliardi.
Decreto coesione e bonus lavoro
Messe in chiaro le coperture, il decreto Primo Maggio punta a serie di provvedimenti per incentivare l’occupazione. Il governo punta a sostenere la crescita dell’occupazione, la riduzione della disoccupazione e degli inattivi. E anche di difendere il potere d’acquisto delle famiglie e dei lavoratori, “segnatamente quelli più esposti”. In particolare, per il lavoro sono in arrivo misure per sostenere l’occupazione dei giovani, delle donne e di alcune categorie di lavoratori svantaggiati. Con la riduzione degli oneri contributivi per i nuovi assunti tra il 1 settembre 2024 e il 31 dicembre 2025. La decontribuzione durerà due anni, e ce ne sarà una anche per le zone del Mezzogiorno.
Nel decreto Primo Maggio c’è anche la delega fiscale. La novità più vistosa, e costosa, contenuta nel dlgs è il bonus sulle tredicesime: nell’ultima bozza veniva definito “un’indennità” fino a 100 euro ai lavoratori dipendenti con reddito fino a 28mila euro, con coniuge e almeno un figlio (anche se nato fuori dal matrimonio riconosciuto, adottivo o affidato) a carico. Proprio “a causa della limitatezza delle risorse disponibili” la misura, spiegava la relazione illustrativa, viene limitata al 2024, nell’attesa dell’introduzione strutturale di un regime fiscale sostitutivo sulle tredicesime per i lavoratori dipendenti. Dovrebbe poi essere esaminato anche il decreto interministeriale che sbloccherebbe la maxi-deduzione sulle assunzioni fino al 120 per cento. Che salirebbe al 130 per cento per alcune categorie di lavoratori, anche autonomi.
L’irritazione dei sindacati verso il decreto Primo Maggio
I sindacati hanno manifestato irritazione verso il decreto Primo Maggio. Per i modi e nel merito. Stavolta la convocazione e il Cdm non sono proprio a ridosso del 1 maggio, ma resta l’irritazione dei sindacati per la mancanza di una vera trattativa sui provvedimenti che riguardano i lavoratori. La presidente del Consiglio e una delegazione del governo hanno incontrato Cgil, Cisl e Uil e la confederazione europea e internazionale dei sindacati per una consultazione in vista del vertice G7, in programma in Puglia dal 13 al 15 giugno.