“Gli Emirati Arabi Uniti sono la nuova capitale globale del business”. Non ha dubbi Giovanni Bozzetti conversando con True News riguardo la valenza strategica del Paese del Golfo. “L’Italia deve rafforzare il partenariato con un Paese sempre più strategico”. Ha sottolineato l’autore di Emirati – Nulla è impossibile, tra i massimi conoscitori del Paese in Italia.
Gli Emirati al centro del mondo
Ex Assessore del Comune di Milano con delega a Moda e Turismo (2001-2006) e ex Assessore al Commercio della Regione Lombardia (2012-2013), manager e docente di Turismo Culturale e Sviluppo del Territorio presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Bozzetti è un grande conoscitore dello Stato mediorientale. Autore di recentemente visitato dal nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. In un viaggio che Bozzetti definisce “di straordinaria rilevanza per aver rilanciato i rapporti bilaterali anche sul fronte politico” dopo periodi di alti e bassi.
Nella giornata del 16 maggio Mattarella è volato a Abu Dhabi per portare le condoglianze dell’Italia per la scomparsa dello sceicco Khalifa bin Zayed Al Nahyan, presidente degli Emirati Arabi Uniti ed Emiro di Abu Dhabi al successore e figlio di Khalifa, Mohammed bin Zayed Al Nayhan. Ma al di là della motivazione formale, pur decisamente importante, il viaggio del Capo dello Stato ha assunto una valenza particolare. Perché di fatto riavvicina l’Italia agli Emirati dopo che nel gennaio 2021 tra i due Paesi c’era stato un raffreddamento nei rapporti dovuto alla guerra in Yemen e al bando all’esportazione di armi italiane negli Emirati imposto dal governo Conte II.
Strappo ricucito
“Lo strappo tra Roma e Abu Dhabi aveva aggiunto turbolenze politiche a un rapporto che a livello di business to business e relazioni umane tra i membri della comunità imprenditoriale e professionale è sempre stato eccellente”, sottolinea Bozzetti. Il riavvicinamento sancito dal viaggio di Mattarella è stato a suo avviso dovuto “all’ottimo lavoro dell’ambasciatore Nicola Lener e all’ottima opera svolta dal Padiglione Italia all’Expo di Abu Dhabi”. Ma soprattutto è stato plasmato dal “grande amore che negli Emirati si ha per l’Italia, le sue eccellenze, il Made in Italy”. Tanto che gli emiratini ritengono Roma un partner imprescindibile. E “sono mediamente disposti a spendere il 25-30% rispetto ai prodotti concorrenti di altri Paesi per un bene italiano”.
Mattarella non era solo nel viaggio a Abu Dhabi. Ad incontrare il nuovo presidente emiro sono stati il premier britannico Boris Johnson, il re di Spagna Felipe e il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier. E soprattutto il presidente francese Emmanuel Macron, che “negli ultimi cinque mesi è andato nel Paese per ben quattro volte”. Tutti vogliono eccellenti relazioni con uno Stato che, nel quadro della graduale transizione del baricentro economico globale verso l’Indo-Pacifico, ha saputo giocare in anticipo sul resto della regione presentandosi come attrattore di investimenti e talenti.
Perché Roma deve puntare sugli Emirati
Tre fattori, per Bozzetti, contribuiscono a valorizzare gli Emirati. “In primo luogo, la posizione geografica e l’accessibilità. Con le compagnie aeree Emirates e Ethiad si può raggiungere un terzo della popolazione mondiale in meno di quattro ore di volo. E addirittura due terzi nel giro di sette ore”. Nessuna altra nazione offre questa accessibilità. In secondo luogo, rispetto al resto dei Paesi del Golfo a Dubai e Abu Dhabi domina “una cultura del rispetto e dell’accoglienza di chiunque a prescindere da idee politiche, etnia, nazionalità e religione”, tanto che anche “Papa Francesco ha scelto Abu Dhabi per firmare la Dichiarazione sulla Fratellanza Umana nel 2019” assieme al Grande Imam dell’Al-Azhar del Cairo Ahmad Al-Tayyeb. Infine, il “clima business-oriented che porta governo e settore economico ad essere strettamente alleati”.
Per Bozzetti l’Italia “può e deve esplorare una cooperazione rafforzata” partendo dai fondamentali solidi. 8,4 miliardi di euro di interscambio nel 2020 facevano di Roma l’ottavo partner commerciale di Abu Dhabi, e il trend puntava a rafforzarsi. Tra i settori maggiormente in vista nel rapporto bilaterale Bozzetti cità “i materiali da costruzione, l’agrotech, l’impiantistica per l’oil&gas, l’elettromeccanica, le tecnologie mediche e il settore dell’economia circolare e della transizione”. Abu Dhabi può “essere una porta per l’Italia verso l’Asia profonda, l’Africa e il Medio Oriente” e per l’internazionalizzazione delle imprese.
E la cooperazione Italia-Emirati può aiutare anche alla stabilizzazione di regioni di comune interesse come il Corno d’Africa e il Mar Rosso. Ma anche “l’Italia può fungere da porta degli Emirati in Europa” e in particolare può farlo la Lombardia. L’asse Milano-Emirati è forte, “Attilio Fontana e l’assessore Guido Guidesi sono andati in visita nel Paese vedendo poi la cortesia ricambiata dal Ministro dell’Economia Abdulla Bin Touq Al Marri.
Milano vicina agli Emirati
E il fatto che Milano possa essere una porta è confermato dal tentativo di Investcorp, holding avente un quinto della quota in mano al fondo sovrano emiratino, Mubadala, di scalare la società calcistica del Milan. Con la volontà di ripetere ciò che gli Emirati hanno fatto nel Regno Unito con il Manchester City. Conquistare un mercato partendo dalle sue passioni più profonde, per penetrare nel cuore e nelle menti. Non come affaristi finalizzati al solo profitto, ma come membri di una comunità. Una potenzialità bilaterale che va sfruttata specie in una fase in cui l’Italia cerca nuove rotte per la sua agenda economica, energetica, geopolitica. Potendo trovare sponda nel Paese che rappresenta, oggi, il nuovo cuore del mond