Perché leggere questo articol0? La Legge di Bilancio prevede di stanziare 10 milioni in due anni per l’Erasmus interno. Che però non sembra ancora decollare nel nostro Paese. Gli accordi tra università sono pochissimi, le borse di studio erogate al momento solo cinque.
In molti paesi europei esiste già, adesso anche il Governo italiano prova a incentivarlo. Eppure l’Erasmus interno di studenti italiani che sperimento un periodo di studio in un’università italiana che non sia la propria alma mater, non decolla. O meglio, i ragazzi già lo mettono in pratica, solo che mancano gli accordi tra le Università italiane per regolamentarlo. Per questo motivo, la Legge di Bilancio prova a incentivare l’Erasmus in Italia con un apposito fondo.
Dieci milioni per l’Erasmus in Italia
Attualmente, quasi uno studente su tre che si diploma al Sud sceglie un’università del Centro o del Nord. Mente dal 1987 sono stati circa 700mila gli studenti italiani che hanno partecipato a un programma di scambio internazionale. Sull’onda di questi dati, la ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ha deciso di lanciare il programma Erasmus in Italia.
Nella relazione tecnica alla Legge di Bilancio è presente un capitolo relativo all’Erasmus in Italia. Si prevedono borse di studio da circa mille euro per 10mila studenti. Il piano prevede uno stanziamento da 10 milioni di euro nei prossimi due anni. Tre milioni per le prime 3mila borse nel 2024, e sette l’anno successivo. Il contributo che punta ad agevolare la mobilità interna agli atenei nazionali sarà esentasse.
Mancano gli accordi tra Università
Qui però iniziano le difficoltà. Per far sì che avvenga lo scambio di esami e crediti, serve la stipula di accordi e convenzioni tra le parti, esattamente come avviene con le università straniere. Il testo legge prevede che la convenzione sia inserita entro il 30 novembre nei regolamenti di ateneo. La possibilità di modifica del regolamento è un’ipotesi che al momento è rimasta solo su carta.
Il 27 luglio scorso è stato pubblicato il Decreto Ministeriale 96/2023, che però è stato applicato in misura minima. Allo stato attuale, sono stati comunicati al Ministero dell’Università e della Ricerca solamente quattro accordi tra Atenei. L’unico vero caso di mobilità che possa ritenersi apripista per l’Erasmus in Italia riguarda l’accordo tra l’Università di Bergamo e quella di Reggio Calabria.
Erasmus interregionale o cittadino
L’ateneo lombardo e quello calabrese si sono accordate per cinque borse di studio, da 4mila euro ciascuna. Il Sole24 ore racconta come tre studenti di Ingegneria e due di Scienze della formazione hanno deciso di spostarsi per un semestre da Bergamo allo Stretto. Ben altra portata potrebbero avere gli altri tre accordi, per degli Erasmus interregionali o addirittura sotto lo stesso campanile. Le 14 università del Lazio hanno stretto un accordo per permettere ai loro allievi di frequentare senza tasse aggiuntive corsi in un altro ateneo. E poi c’è il doppio accordo tra l’Università di Pisa e le due concittadine: Normale e Sant’Anna.