Perché leggere questo articolo? Nel giro di poche ore arrivano due dichiarazioni da brivido sull’evasione in Italia. La prima è del viceministro dell’Economia Leo che la equipara al terrorismo. Gli risponde a stretto giro il direttore di Agenzia delle Entrate, affermando che allo stato mancano 1.200 miliardi di crediti inesigibili.
“L’evasione fiscale è un macigno, come il terrorismo” il paragone è a firma di Maurizio Leo. Il viceministro dell’Economia, in quota Fratelli d’Italia, non utilizza mezze parole a proposito dell’evasione fiscale per il suo intervento di ieri in commissione parlamentare di vigilanza, dove si discuteva dell’anagrafe tributaria per spiegare la legge delega per la riforma fiscale. Nel giro di poche ore, il terrorismo fiscale, solo abbozzato da Leo, si manifesta in tutto il suo orrore. “Abbiamo 1.200 miliardi di crediti, ma solo 101 sono recuperabili“. Parole e musica di Ernesto Maria Ruffini, direttore dell’Agenzia delle Entrate.
Evasione come terrorismo
Il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, non ha utilizzato mezze parole a proposito dell’evasione fiscale. Nel corso dell’audizione in commissione ha sciorinato i progetti del governo in materia. “Stiamo procedendo celermente. Sette decreti attuativi sono già stati approvati, un altro – sui giochi – è all’esame delle commissioni parlamentari, e ci accingiamo a varare altri due provvedimenti molto rilevanti: sulle sanzioni e sulla riscossione”.
A un certo punto, però, arriva un passaggio nel quale Leo parla espressamente dell’evasione fiscale “come un macigno tipo il terrorismo” per cui “si deve tutti collaborare”. Per poi aggiungere, a proposito del concordato preventivo: “Quello che si deve fare ed è quello su cui stiamo lavorando con l’Agenzia delle Entrate, Sogei, è il cosiddetto ‘data scraping‘, considerando cioè anche i dati sul tenore di vita che professionisti e imprenditori pubblicano sui social – annuncia il viceministro -. Già abbiamo iniziato a ragionare col Garante della Privacy e da parte loro c’è assoluta disponibilità, ferma restando la tutela dei dati personali. La collaborazione col Garante è assolutamente fondamentale”.
L’evasione vera sono i crediti inesigibili per l’Agenzia delle Entrate
Se questo non è sufficiente a far accapponare la pelle ai contribuenti, ecco che arriva la vera bomba – come negli anni di piombo. E’ il dato mostrato dall’Agenzia delle Entrate: ben oltre mille miliardi di crediti fiscali non recuperabili. Si tratta di circa 1.206 miliardi, ha spiegato Ruffini, snocciolando il dettaglio dei dati raccolti al 31 dicembre 2023: si tratta di 163 milioni di cartelle e avvisi di accertamento, per uno stock che interessa 22,4 milioni di contribuenti, di cui 3,5 milioni in capo a società e 18,9 milioni in capo a persone, delle quali 3 milioni sono titolari di attività economica.
“Sono debiti di esiguo valore, soprattutto violazioni del Codice della strada”, sottolinea Ruffini spiegando che “il 40% cioè circa 483 miliardi sono irrecuperabili perché intestati a persone decedute o nullatenenti o imprese cessate, il 42% cioè 502 miliardi a soggetti verso cui già sono stati svolti atti senza successo e l’8% sono sospesi da atti di autorità giudiziarie o definizione agevolata in corso; 18,8 miliardi sono oggetto di pagamenti rateali. Infine restato 101,7 miliardi da riscuotere ma i debitori sono anche soggetti con limitazioni decise per tutela del contribuente, limiti legati a prima casa o impignorabilità di beni strumentali”. I dati saranno aggiornati con la rottamazione, “visto che il 50% della riscossione deriva da pagamenti rateali”, precisa.
Le reazioni della politica
Se il dato sui crediti inesigibili per Agenzia Entrate ha fatto cadere le braccia, le uscite di Leo sull’evasione hanno acceso gli animi della politica. Armando Siri, ex sottosegretario alle Infrastrutture e ora consulente economico di Salvini, si dice “meravigliato. Questo slogan, che sicuramente scalda i cuori ideologici di chi ha sempre scambiato la giusta lotta all’evasione con un’indiscriminata caccia alle streghe, esonda i confini del programma di Governo, che in politica economica e fiscale ha l’obiettivo di ridurre il carico fiscale raggiungendo una Flat Tax al 15% per tutti“. Siri propone “l’abbassamento delle tasse e la semplificazione del sistema fiscale come abbiamo già iniziato a fare con la Flat Tax al 15% fino a 85 mila euro per le Partite Iva“. Estendere questa riforma a tutti rimane dunque “l’obiettivo di legislatura che abbiamo sottoscritto nel nostro programma di coalizione, non assurde manie di persecuzione dal sapore vagamente Orwelliano“.