Perché leggere questo articolo? In occasione della Giornata del Risparmio, Debora Rosciani, giornalista di Radio 24 e divulgatrice economica, fa il punto sulla situazione economica delle donne. Un’occasione per una vera emancipazione deve partire dalla condizione economica femminile.
Oggi si celebra la 99esima edizione della Giornata Mondiale del Risparmio, con cui si chiude anche il mese di ottobre dedicato all’Educazione Finanziaria. Eppure l’Italia non sembra un paese per risparmiatori, meno che mai per le donne. Debora Rosciani è giornalista di Radio 24, dove conduce con successo Due di Denari e altri programmi dedicati alla gestione della finanza familiare e al risparmio personale. Con l’autrice di “
Dottoressa Rosciani, oggi è la Giornata del Risparmio. Ma qual è la situazione finanziaria delle donne nel nostro Paese?
Il legame tra donna e finanza è sempre visto con pregiudizio. C’è la convinzione che le donne siano poco portate a questioni finanziarie, ma è una generalizzazione. Anche a livello finanziario, la situazione delle donne nel nostro Paese resta differenziata, come dimostra l’indagine Acri-Ipsos dedicata alla Giornata del Risparmio. Esistono situazioni virtuose, come quelle delle donne in carriera a Milano, che certamente hanno la possibilità di risparmiare più delle donne meridionali. Le finanze vanno di pari passo con lo status della ricchezza: in Italia resta mal distribuita.
L’indipendenza economica resta il primo requisito per la vera emancipazione della donna^
Assolutamente sì. Una donna autonoma è in grado di gestire le situazioni complicate, che vengono analizzate dall’associazione Global Thinking Foundation. Non è una questione di semplice femminismo, c’è anche un tema demografico. Le donne vivono mediamente più a lungo degli uomini, quindi devono prepararsi a quei momenti difficili. Eppure troppo spesso la donna continua a stare in “una generazione sandwich” tra bambini e anziani, che la porta a uscire dal mercato del lavoro per fare assistenza. Senza l’indipendenza economica che viene dal lavoro non può esserci autonomia. Questa resistenza va concettualizzata perchè possa essere affrontata e risolta. Una donna sensibilizzata a questo tema è più forte. La forza economica è dettata anche dalle scelte.
Esiste un’educazione finanziaria in Italia?
La sensibilità c’è, si avverte. In particolare, le donne sanno avere curiosità e approccio analitico. Molto spesso gli uomini hanno un approccio “testosteronico” di complicità con il consulente finanziario. Le donne, invece, hanno più occhio al risparmio: stanno attente ai fattori Esg con maturità. Il problema rimane che tante donne, in materia finanziaria, delegano completamente alla figura maschile.
In Islanda le donne hanno scioperato per un giorno per l’uguaglianza. In Italia quanti giorni servirebbero?
Non meno di una settimana. In Italia è necessario un lavoro di cura sulle donne. Le islandesi – giustamente – si lagnano, figurarsi da noi. Servono campagne di sensibilizzazioni più che un’educazione finanziaria tout court. Le donne devono assumere consapevolezza di questi temi. Altrimenti si pagano le conseguenze di questo disinteresse. Nel suo bellissimo libro “Le signore non parlano mai di soldi” Azzurra Rinaldi analizza come in Italia le donne spendano in media 5 ore in attività di cura non retribuite. Gli uomini meno di due: in media gli uomini si occupano di non più del 37% del lavoro domestico.
Insieme a Roberta Rossi Gaziani nel 2018 ha scritto “Matrimoni & Patrimoni”. Dopo la pandemia il libro è ancora attuale?
Direi proprio di sì. Era un libro che partiva proprio dalle situazioni di emergenza, come una separazione. In Italia ci si sposa sempre meno ma ci si separa di più e sempre più velocemente. Addirittura in un giorno, ma a condizioni che le donne troppo spesso ancora non conoscono a fondo. Dietro l’angolo ci sono tante “docce gelate”, situazioni rispetto cui le donne si trovano impreparate. Con la rivoluzione del Diritto di famiglia, i giudici possono riconsiderare di molto l’assegno per le donne under-50, specie se laureate che possono ancora risultate idonee a lavori ben remunerati. Le “docce fredde” sono tante, specie dopo la pandemia che ha trasformato mondi lavorativi considerati stabili. La volatilità del mercato del lavoro è aumentata e le mansioni sono in fase di enorme aggiornamento. Questo complica il percorso lavorativo di una donna che va in maternità.
Cosa consiglia alle donne in materia economica?
Di essere curiose e non percepire la vita finanziaria come un mero sacrificio. Bisogna legare l’impegno economico a un progetto che può migliorare la vita, anche nel breve termine. Attivarsi per vivere con impegno la propria vita finanziaria significa avere spalle più forti. E’ un percorso che può permettere a tutte le donne di realizzare i propri sogni.