Perchè leggere questo articolo? La stretta sulle pensioni prevista dal governo Meloni rende le pensioni un traguardo sempre più irraggiungibile, soprattutto per i giovani. Il riscatto di laurea permette di anticiparlo. Ma per Alberto Frau, Professore di Economia Aziendale all’Università degli studi di Roma Foro Italico, è un’illusione finanziaria che non conviene.
“Ciao tensione. Addio pensione”. Ah non faceva così? Eppure sembra il perfetto sottotesto della stretta sulle uscite prevista dal governo Meloni. In un Paese in cui la quiescenza sembra essere sempre più irraggiungibile soprattutto per i giovani, anticipare la fine dei giorni lavorativi grazie agli studi universitari potrebbe sembrare allettante. E con il riscatto della laurea convertire gli anni trascorsi sui libri in contributi è possibile. Difficile però capire se possa essere uno strumento conveniente. Dipende da caso a caso e da molteplici fattori. (Il simulatore sul sito dell’INPS può aiutare a calcolarlo).
Nella nebulosa che governa il sistema previdenziale una cosa è certa: è sempre un salasso. Infatti, per le lauree conseguite dopo il 1996, il costo della misura standard equivale al 33% dello stipendio percepito nei 12 mesi precedenti alla domanda. Riscattare 4 anni di studi con uno stipendio da 32.000 euro può costare più di 42.000 euro. La misura agevolata invece prevede un pagamento inferiore, ma col rischio di vedersi ridurre l’assegno pensionistico fino al 30%. Insomma, non proprio un gioco per tutte le tasche. Soprattutto per quelle dei giovani, sempre più preoccupati per il loro futuro previdenziale. Per fare più chiarezza sull’argomento, True News ha intervistato Alberto Frau, Professore di Economia Aziendale all’Università degli studi di Roma Foro Italico.
Professor Frau, potrebbe spiegarci il riscatto della laurea in pillole: innanzitutto chi ne può usufruire?
Tutti i lavoratori hanno possibilità di riscattare la laurea. Sia dipendenti del privato sia del pubblico, che i lavoratori autonomi. Il riscatto di laurea è però riservato a chi ha ottenuto un diploma di laurea o un titolo equiparato. Rientrano nell’opzione anche i dottorati di ricerca, mentre restano fuori i master e titoli non equipollenti conseguiti all’estero. Anche gli anni fuori corso non sono riscattabili. La normativa infatti fa riferimento solo alla durata legale del corso di studi. Inoltre non è obbligatorio riscattare l’intero titolo, ma è possibile limitarsi al minimo necessario per raggiungere il requisito desiderato. Ipotesi: ho studiato medicina per 6 anni, attualmente ne ho 55. Sono arrivato a 38 anni di contribuzione, perché ne devo riscattare 6? Me ne bastano solo 2. Per questo motivo è molto importante effettuare delle valutazioni in precedenza, calcolando gli anni contributivi.
Il prezzo da pagare per il riscatto standard è salatissimo. Pari al 33% dello stipendio. L’agevolato invece presenta un costo fisso inferiore. E’ dunque da preferire, soprattutto per un giovane?
Il trucco c’è ma non si vede. La possibilità di usufruire del riscatto agevolato presenta comunque criticità rilevanti. Innanzitutto obbliga a optare per il metodo contributivo e ciò comporta la perdita di 1/3 dell’assegno pensionistico per chi ha studiato prima del 1995. Ovvero coloro che possono calcolare l’onere attraverso il metodo della riserva matematica e non percentuale. Inoltre, anche se si parla di costi deducibili e rateizzabili, il riscatto agevolato non favorisce di certo i giovani. Sono necessari almeno 15 anni di contributi al momento della domanda del riscatto. Quindi possono usufruire di questa misura solo soggetti con molta esperienza lavorativa alle spalle.
Ma quindi il riscatto di laurea conviene? Cosa ne pensa?
Tutto è relativo. E varia dalle singole situazioni. Personalmente all’INPS non darei neanche un dollaro. E’ stato uno dei tanti fallimenti del nostro sistema. Che vede le classi giovani finanziare le pensioni a quelle vecchie. Penso dunque che tale strumento non convenga. A meno che non ci siano certi parametri favorevoli, ad esempio un over 60 che lavora nel pubblico impiego e se ne vuole andare prima in pensione. Ma sono casi sporadici e relativi a soggetti adulti. Piuttosto cercherei una compagnia assicurativa privata a cui dare un fondo pensione. Una realtà privata, gestita a livello manageriale e con rendimento maggiore rispetto a quello dell’INPS.
Cosa suggerisce ai giovani d’oggi? In una precedente intervista a True News aveva consigliato meno spritz e più “gruzzoletto”. A loro conviene riscattare?
A un giovane di oggi non consiglierei di riscattare la laurea. Deve studiare tutte le alternative per il suo futuro previdenziale, perché l’INPS non è la sua ancora di salvezza. Consiglio di andare via dall’Italia perché la barca sta affondando e chi lo capisce per primo si salva. E come scrisse Esopo: se fai la formica, mettendo da parte i soldi, vivrai in modo decoroso. Se fai la cicala invece sarai schiacciato. Per i giovani, qual è dunque il passaporto per il futuro? La consapevolezza: meno spritz e un bel gruzzoletto pronto per l’espatrio.
In definitiva, secondo lei, il riscatto di laurea è un investimento per il futuro o un’illusione pensionistica?
È un illusione finanziaria. Un vero salasso.