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“Google è monopolista”, la condanna per abuso di posizione dominante

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Perché leggere questo articolo? Un giudice federale conferma la condanna a Google per abuso della propria posizione dominante nel settore della ricerca online. Una sentenza storica, che potrebbe cambiare il mondo delle ricerche online.

Una sentenza attesa e storica, che potrebbe avere ricadute enormi sul mondo delle ricerche online. Una corte federale americana ha condannato Google per abuso di posizione dominante. Il colosso è accusato di onnipresenza illecita, che violerebbe la legge sulla concorrenza. Google avrebbe sfruttato illegalmente la sua posizione dominante per schiacciare la concorrenza e soffocare l’innovazione. Le conseguenze per il settore potrebbero essere enormi.

La sentenza contro Google

Google ha agito illegalmente per mantenere un monopolio nella ricerca online. Il giudice Amit P. Mehta della Corte distrettuale degli Stati Uniti per il distretto di Columbia ha affermato in una sentenza di 277 pagine che Google ha abusato di un monopolio nel settore delle ricerche online. Il processo era iniziato a settembre del 2023. Il Dipartimento di Giustizia e alcuni Stati avevano fatto causa a Google, accusando l’azienda di aver consolidato illegalmente il suo predominio, in parte, pagando ad altre aziende, come Apple e Samsung, miliardi di dollari all’anno per far sì che Google gestisse automaticamente le query di ricerca sui loro smartphone e browser web.

Il processo negli Usa ha conosciuto una eco rilevante. Si tratta infatti del primo processo antitrust avviato dal governo americano contro un colosso tecnologico dai tempi dell’azione intentata contro Microsoft del 1998. Quel processo venticinque anni fa ebbe enormi conseguenze su tutto il settore tecnologico. Erano più di tre anni che il dipartimento di Giustizia preparava la causa. Per la legge americana non sarebbe illegale la posizione di monopolio in sé. Quello che il governo americano contesta a Google di avere mantenuto lo status di monopolio con metodi illegali.

Una sentenza storica, che potrebbe cambiare il settore

“Questa decisione storica rende Google responsabile”, ha detto Jonathan Kanter, il principale funzionario antitrust del Dipartimento di Giustizia, al New York Times. “Apre la strada all’innovazione per le generazioni future e protegge l’accesso alle informazioni per tutti gli americani“. Kent Walker, presidente degli affari globali di Google, ha annunciato che la società farà ricorso contro la sentenza.

“Questa decisione riconosce che Google offre il miglior motore di ricerca, ma conclude che non dovremmo essere autorizzati a renderlo facilmente disponibile“, ha affermato. Durante il processo, l’amministratore delegato di Microsoft, Satya Nadella, ha testimoniato di essere preoccupato che il predominio del suo concorrente avesse creato un “Google web” e che il suo rapporto con Apple fosse “oligopolistico”.

Il “bullo tecnologico” Google farà ricorso

Il caso, ha scritto Associated Press, ha ritratto Google come un «bullo tecnologico» che ha sistematicamente ostacolato la concorrenza per proteggere un motore di ricerca che garantisce all’azienda enormi entrate legate alle inserzioni pubblicitarie, circa 240 miliardi di dollari solo lo scorso anno. Gli avvocati del Dipartimento di Giustizia hanno sostenuto che attraverso il monopolio l’azienda ha fatto pagare agli inserzionisti prezzi artificialmente alti, godendo anche del lusso di non dover investire più tempo e denaro per migliorare la qualità del suo motore di ricerca, un approccio lassista che ha danneggiato i consumatori.