Perché leggere questo articolo? Gozzi scatta per Confindustria e il duplex Pasini-Arvedi può essere a suo sostegno. Mappa di un’alleanza che fonda acciaio e calcio.
Antonio Gozzi può essere il game-changer della corsa a Confindustria? La partita per succedere a Carlo Bonomi è aperta e, oggi più che mai, è chiaro che per la guida di Viale dell’Astronomia si dovrà parlare, giocoforza, di industria. La discesa in campo del presidente di Federacciai e di Duferco, nato a Chiavari, in provincia di Genova, ma di ascendenza bresciana ha mosso le acque. E chiamato gli imprenditori alla necessità di promuovere un successore che, dopo le due leadership di Bonomi e Vincenzo Boccia, torni a promuovere le questioni della manifattura, dei grandi trend produttivi e dei disegni industriali del Paese.
Lo scatto di Gozzi in Confindustria
Negli anni seguiti al duello tra Alberto Bombassei di Brembo e Giorgio Squinzi di Mapei, vinto da quest’ultimo, andato in scena nel 2012, Confindustria si è molto focalizzata su attività di pubbliche relazioni e lobbying, restando molto al traino della politica, delle istituzioni e del mondo reale. Appiattita su Matteo Renzi nel 2014-2016 e su Mario Draghi nel 2021-2022, chiamata spesso a difendere più i vantaggi di costo con le battaglie di retroguardia contro salario minimo e reddito di cittadinanza, priva di visioni di lungo respiro su politiche industriali e sviluppo strategico, Confindustria si è ascritta alla lista dei poteri in declino.
Lanciando la corsa Gozzi, che con Duferco guida un gruppo protagonista nella transizione mondiale della siderurgia verso maggiore sostenibilità, efficienza e valore aggiunto, mira, come si ricorda nei corridoi degli acciaieri, a metter in luce la parola “Industria” prima del fronte puramente politico. Gli associati a Federacciai per ora non hanno preso posizione ufficialmente, ma secondo quanto True-News può rilevare sulla base delle informazioni raccolte nella comunità imprenditoriale lombarda Gozzi avrebbe un “grande elettore” di peso: Giuseppe Pasini, patron del gruppo bresciano dell’acciaio, Feralpi, e molte indiscrezioni danno come possibile sostenitore anche il cremonese Giovanni Arvedi. Un intreccio importante lega i tre uomini e passa per l’acciaio e il calcio.
Calcio, acciaio e potere
Gozzi è patron della Virtus Entella, squadra di Chiavari che ha sotto la sua guida vissuto l’ascesa fino alla Serie B e oggi milita in Serie C. Nella seconda categoria nazionale milita la FeralpiSalò, di proprietà di Pasini. E Arvedi è il proprietario della Cremonese. Tre imprenditori uniti nella visione di una siderurgia capace di abbracciare i nuovi trend della produzione, dalla riduzione dell’impatto ambientale alla ricerca di valore aggiunto negli acciai speciali per non dover inseguire i giganti orientali sulle quantità in una sfida improba, che col calcio hanno da tempo consolidato il loro legame. Da diversi anni Cremonese, Entella e FeralpiSalò si contendono sulle rive del Garda la Steel Cup, il trofeo amichevole dedicato alla figura del fondatore del Gruppo Feralpi, Carlo Nicola Pasini. Esteso da quest’anno alla Carrarese, in omaggio allo sponsor della manifestazione, Main Steel, che ha sede nel territorio apuano.
Dieci anni fa, Virtus Entella, Cremonese e FeralpiSalò condividevano il girone A della Lega Pro 2013-2014, vinto dai liguri di Gozzi. Al tempo, in conferenze, convegni e con le iniziative delle proprie aziende Gozzi, Pasini e Arvedi promuovevano una nuova frontiera per la siderurgia. Dieci anni dopo la rivoluzione della manifattura è realtà. E i big dell’acciaio e delle solide provinciali del pallone sognano Viale dell’Astronomia. Gozzi è il presidente ideale, Pasini il grande elettore. Il cavalier Arvedi, 86 anni, è più defilato ma non manca di guardare con attenzione alla sfida. Conscio del fatto che una Confindustria attenta alle sfide produttive potrà passare, tra le altre cose, dall’ascesa di Gozzi.
Gozzi-Garrone, un derby ligure tra acciaio e calcio?
Il top manager e imprenditore chiavarese lo ha ricordato di recente, parlando proprio di Arvedi come dell’uomo chiave per risollevare le sorti dell’Ilva di Taranto che rischia di andar incontro alla deindustrializzazione. Una partita, quella della siderurgia tarantina, su cui in passato la voce di Confindustria è mancata.
Gozzi, scendendo in campo, ha automaticamente alzato la posta della sfida per Confindustria. A contendergli Viale dell’Astronomia potrà essere, con ogni probabilità, Edoardo Garrone del gruppo Erg, ligure e già nel calcio come ultimo proprietario della Sampdoria prima dell’ascesa di Massimo Ferrero al club blucerchiato.
Una partita in cui si potranno scontrare diverse filosofie: da un lato le grandi industrie produttrici manifatturiere, consumatrici energetiche, dall’altro il settore dei servizi, generatori e distributori di energia compresi. Al centro, il comune tema di confronto: l’economia reale. Tornata a bussare precipitosamente alle porte della politica, dell’imprenditoria, dell’associazionismo. Gozzi, sostenuto da Pasini e dagli “acciaieri” d’Italia, sogna Viale dell’Astronomia. Confindustria immagina una battaglia d’altri tempi. “Senza acciaio non c’è industria”, diceva Oscar Sinigaglia, padre della storica Finsider. Oggi potremmo tradurre questa metafora: senza acciaio, non c’è Confindustria. Né “pepe” nel duello per il suo controllo.