Home Economy I mercati tra tassi, inflazione e crisi geopolitiche: che 2024 ci aspetta?

I mercati tra tassi, inflazione e crisi geopolitiche: che 2024 ci aspetta?

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Perché leggere questo articolo: I mercati finanziari, dopo un 2023 sull’ottovolante, si aspettano un 2024 più stabile. Ne parliamo con Fabrizio Barini di Integrae Sim.

Le borse vanno verso il 2024 tra aspettative di crescita e sfide legate a tassi e inflazione. E mentre si avvicina il “rally di Natale”, la tradizionale fase di dilatazione dei listini con gli investitori che poi fanno cash-in delle posizioni più vantaggiose, è tempo di bilanci sull’anno passato.

I mercati sull’ottovolante

“L’anno in via di conclusione è stato condizionato in apertura da aspettative favorevoli sul fatto che già nel 2023 si raggiungesse il picco dei tassi d’interesse”, dice a True-News Fabrizio Barini, senior banker di Integrae Sim. “Questo ha condizionato le aspettative positivamente. Si scommetteva che a lungo termine condizioni migliori sul fronte dei tassi e del costo del denaro avrebbero promosso un rally borsistico e una nuova fase espansiva”.

Così è stato, nota Barini, fino al summit di agosto di Jackson Hole, durante il quale il governatore della Fed Jerome Powell ha indicato la rotta: tassi alti ancora a lungo. “Da quel famoso higher for longer pronunciato da Powell ad agosto”, sottolinea Barini, si è prodotto un effetto negativo per le Borse “in cui si è inserito anche l’aumento dei tassi di settembre della Banca centrale europea. E non è un caso che agosto, settembre e ottobre siano stati pessimi mesi per i mercati finanziari”.

Nuovi rialzi dei tassi? Improbabili…

In quest’ottica “a cambiare la situazione non è stato un dato di stretta natura finanziaria, ma il contesto macroeconomico. In tutto l’Occidente e nelle economie avanzate a novembre è stato registrato generalmente un sistematico miglioramento dei dati su crescita economica e lotta all’inflazione. Il dato del mondo reale ha promosso un effetto sistemico positivo in campo finanziario. E questo ha prodotto un trend finanziario virtuoso sui mercati“. Il +10% del Nasdaq, ad esempio, ha garantito all’indice tecnologico Usa uno dei migliori risultati dal 2020 a oggi. E “in un contesto in cui i banchieri centrali hanno deciso per una serie di opzioni sui tassi basate sui dati, trend positivi dell’economia reale possono aiutare” a creare un clima positivo. Di oggi, ad esempio, la notizia del membro del consiglio direttivo Bce Isabel Schnabel sul fatto che un nuovo aumento dei tassi in Europa è definito “improbabile”.

Barini: “L’attesa è di cinque tagli della Fed e due della Bce”

Per Barini, inoltre, “visto che la tendenza dei mercati è anticipare scenari da qui a sei mesi, è logico che in forma tendenziale la borsa salirà e si conformerà poi alle aspettative nei mesi a venire. Oggi gli investitori”, aggiunge, “ritengono plausibile un trend in cui si avranno nei prossimi mesi e nel corso del 2024 cinque tagli dei tassi da parte della Fed e due da parte della Bce”, partendo “dalle riunioni primaverili di maggio”. Invece, “si assisterà a un calo se i tagli saranno inferiori in numero”. In ogni caso, “assisteremo a scelte guidate dai dati legate anche al contesto macro”. In cui “i banchieri centrali saranno chiamati, periodicamente, a commentare dinamiche del mondo reale”, accentuando “un cambio di stile che li renderà attori sempre più spinti a comunicare attivamente”.

Nel frattempo, “da non sottovalutare l’impatto delle crisi geopolitiche” che si sconta soprattutto “sul fronte dell’inflazione, come visto ampiamente nel quadro della guerra russo-ucraina” a partire dal 2022. Morale? Oggi più che mai l’innesto dell’economia reale sui mercati finanziari è imponente e deciso. E saranno proprio i dati della produzione e delle dinamiche di ogni giorno a plasmare il futuro della finanza. In cui il gioco di aspettative e realtà è a incastro e non si può scindere il futuro delle borse dal loro sottostante materiale.