Perché leggere questo articolo? Non solo la sempre più chiacchierata Thailandia. È tutta la regione del sud-est asiatico a rappresentare una calamita per pensionati occidentali (e non solo loro) in cerca di ritiri dorati. Ecco i Paesi più interessanti per i pensionati europei. Italiani compresi.
Lo definiscono “il nuovo paradiso dei pensionati”. Fiscale, si intende. Non si trova in Europa, non è una qualche isola iberica né uno Stato balcanico. Benvenuti in Thailandia, dove con poco meno di 430 euro, è possibile affittare una casa di 120 metri quadrati sulla costa settentrionale dell’isola tropicale di Koh Samui.
La singolare meta è stata sdoganata dalla stampa tedesca, nello specifico dal quotidiano Handelsblatt, che ha acceso i riflettori su una tradizionale destinazione turistica in grado di offrire anche molteplici vantaggi ad eventuali pensionati europei desiderosi di vivere senza pressioni di alcun tipo.
Attenzione però, perché è tutta la regione del sud-est asiatico a rappresentare una calamita per pensionati occidentali (e non solo loro) in cerca di ritiri dorati tra palme e sole, costi molto più bassi che in Europa e, in generale, uno standard di vita di tutto rispetto. Dalla citata Thailandia all’Indonesia, dalla Malesia alle Filippine passando per la Cambogia: ecco i Paesi da tenere d’occhio.
Il caso della Thailandia
Partiamo dalla Thailandia, il nuovo Eden sulla bocca di tutti. Innanzitutto il Paese è sostanzialmente stabile, nel senso che non ci sono, al momento, pericoli politico-economici impellenti. Il cambio valuta tra la moneta locale, il baht, e l’euro, è inoltre vantaggioso.
Oggi, infatti, 1 euro vale circa 40 baht (ne valeva 33 nel 2019), e questo offre un notevole potere d’acquisto ai pensionati europei. I quali, con circa 1.200-1.800 euro di pensione, riescono a godersi in loco uno standard di vita agiato, impossibile da replicare in Europa con queste cifre a disposizione.
Alcune delle destinazioni più popolari sono Bangkok, Phuket e Chiang Mai. Attenzione però perché non è tutto rose e fiori. Colpa della burocrazia: è infatti importante prendere accordi finanziari appropriati prima di trasferirsi qui, nonché conoscere le regole vigenti.
Regole e burocrazia
Da questo punto di vista ci sono due strade. Per i più ricchi (pensione annuale o un reddito stabile di almeno 80.000 dollari all’anno al momento della domanda), la Thailandia introdotto una politica speciale per i pensionati di età pari o superiore a 50 anni con un visto rinnovabile a ingresso multiplo di 10 anni, un servizio fast-track negli aeroporti, esenzione fiscale per il reddito all’estero e un permesso di lavoro tra gli altri privilegi.
In caso di reddito inferiore, ma superiore a 40.000 dollari, è comunque possibile fare domanda a condizione di investire almeno 250.000 dollari in proprietà thailandesi, titoli di stato thailandesi o investimenti diretti esteri (oltre ad una assicurazione appropriata).
In alternativa, è possibile richiedere un visto O-A per non immigrati, che inizialmente concede ai beneficiari un soggiorno di un anno (rinnovabile annualmente per un altro anno). I requisiti: almeno 50 anni, dimostrare di possedere un alloggio in Thailandia, estratto conto che provi le risorse finanziarie del pensionato, assicurazione sanitaria (e passaporto).
AAA pensionati cercansi
Il sud-est asiatico, dunque, è emerso come un centro ideale per i pensionati globali. E questo grazie al suo clima tropicale e al suo costo della vita quasi irrisorio (se raffrontato alle cifre europee). Tuttavia, oltre alla citata Thailandia, altri quattro Paesi regionali offrono visti specifici per ritiri dorati.
L’Indonesia, la più grande economia Asean, offre un visto per anziani e pensionati della durata di un anno, che può essere rinnovato annualmente fino a cinque anni. Per poter beneficiare del visto, gli stranieri di età pari o superiore a 55 anni sono tenuti a mostrare una prova di avere a disposizione almeno 1.500 dollari al mese in fondi e assicurazione sanitaria. Devono anche presentare una prova di alloggio in Indonesia e quella di aver assunto una cameriera o un aiutante domestico indonesiano.
Dal 2002, la Malesia ha lanciato una politica sui visti di pensionamento chiamata Malaysia My Second Home Program in cui i candidati sono divisi in categorie basate sull’età da 25 a 49 anni e 50 anni e oltre. Il programma di visti consente agli stranieri di vivere qui fino a 10 anni. Coloro che hanno meno di 50 anni devono avere attività liquide del valore minimo di RM 500.000 (118.500 dollari) e un reddito offshore di almeno RM 10.000 (2.370) al mese. Chi ha 50 anni o più, è invece tenuto ad avere almeno 350.000 RM in attività liquide e un reddito offshore di almeno 10.000 RM al mese. Ottenere un visto di pensionamento in Malesia consente ai pensionati stranieri di acquistare una casa, allestire la propria attività e ottenere un aiutante domestico.
Le Filippine, che ospitano più di 64.000 pensionati stranieri, hanno invece lanciato un programma ad hoc. Si chiama Special Residence Retiree’s Visa, e consente agli stranieri ricchi di detenere un visto a ingresso multiplo e il diritto di risiedere in loco a tempo indeterminato. Gli over 50 anni devono comprovare un deposito di 10.000 dollari e una pensione mensile di almeno 800 dollari. I depositi per i richiedenti di età compresa tra 35 e 49 anni ammontano a 50mila dollari. Al contrario, quelli di età pari o superiore a 50 anni che non ricevono una pensione mensile devono avere un deposito di 20mila dollari.
Infine la Cambogia. Il suo programma consente agli stranieri di rimanere fino a 12 mesi all’interno del Paese. Possono richiedere di estenderlo per un altro anno dopo la sua scadenza. La tassa per il visto costa 290 dollari a persona. Ottenere un visto di pensionamento cambogiano consente agli stranieri di affittare e possedere una proprietà e acquistare un’auto. Per poter beneficiare del visto, gli stranieri devono avere 55 anni o più, dimostrare di essere in pensione e disoccupati e disporre di mezzi finanziari sufficienti. Benvenuti in Asia. Anzi: nel sud-est asiatico.