Novità per lo smart working in Italia. La nuova Legge di Bilancio per il 2021, infatti, prevede una serie di incentivi e sgravi per favorire il “lavoro agile”, nell’ottica del piano di Trasformazione 4.0 voluto dal governo. Di che si tratta? Di un piano per rilancio delle attività produttive nell’ottica post-Covid, quando la nuova normalità non potrà fare a meno dello smart working (nato come necessità, ora diventato nuova prassi).
Lo strumento principale è quello del credito d’imposta, come quello del 20% previsto per tutte le spese che investono in “beni strumentali nuovi e beni immateriali” che abbiano a che fare con lo smart working, con valenza dal 16 novembre 2020 al 31 dicembre 2022. Lo stesso credito vale per l’acquisto di beni immateriali, con tetto fissato al milione di euro. Misure volte a favorire la trasformazione tecnologia e la cosiddetta “industria 4.0”, che includono un altro credito d’imposta, questa volta del 15%, per “strumenti tecnologici” finalizzati all’impresa e al lavoro agile. Un piano da 23,8 miliardi di euro che, secondo il Ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli ha come obiettivo lo stimolo degli investimenti privati e garantire una stabilità alle categorie interessate, con misure pluriennali (che arrivano fino alla fine del 2022).
Secondo un modello del Sole 24 Ore, queste nuove norme potrebbero portare a “risparmi dai 125 ai 500 euro mensili sul costo del lavoro per i datori che assumeranno nel 2021”.