Criptovalute in difficoltà sui mercati finanziari, con il loro simbolo per eccellenza, il Bitcoin, che in questa fase subisce il riflusso tipico dei periodi in cui gli investitori cercano rendimento più garantito e vogliono decurtare la quota di speculazione e volatilità dei portafogli. Speculazione e volatilità che nonostante il riconoscimento di Etf negoziabili in Bitcoin da parte della Sec, la Consob americana, e la discesa in campo di colossi come BlackRock nel settore non è venuta meno.
Il crollo del bitcoin
In questa settimana finanziaria, nota Gabriel Debach, Market Analyst di eToro, “il Bitcoin è stato il grande protagonista, ma non certo per motivi positivi. Il re delle criptovalute sta attraversando una fase drammatica, con una perdita di miliardi di dollari in capitalizzazione che non si vedeva dal 2022”. Debach ricorda che il bitcoin ha subito un vero e proprio bagno di sangue: “In sole quattro sedute, a partire da martedì scorso, il Bitcoin ha visto evaporare ben 183 miliardi di dollari di valore. L’ultima volta che si era verificata una variazione così drastica in un periodo così breve risale a oltre un anno fa. Oggi, con la quarta giornata di calo in corso, il valore totale del mercato delle criptovalute è sceso sotto la soglia dei 2mila miliardi di dollari, un livello che non si registrava dal febbraio 2023”.
Un anno e mezzo bruciato in quattro sedute
Un anno e mezzo bruciato in quattro giorni mentre nel mondo i tassi iniziano a pensarsi in discesa e i mercati finanziari provano un rally estivo, superando anche fasi di contrazione improvvisa ma ben inserite in una traiettoria espansiva di lungo periodo, come il caso Nvidia insegna. Ebbene, ragiona Debach, “In un contesto caratterizzato dai recenti massimi storici delle azioni globali, emerge una divergenza significativa: mentre le borse americane e mondiali hanno continuato a crescere dal giugno scorso, il Bitcoin ha seguito una traiettoria opposta. La domanda che sorge è se questa avversione al rischio nelle criptovalute sia un fenomeno isolato o se preannunci un trimestre prudente anche per gli investimenti tradizionali, dopo un primo semestre forte per le azioni”.
Per il bitcoin è finita la fase euforica della curiosità da Etf e negoziazione e si è aperta una vera fase da mercato a tutti gli effetti. Con conseguenti premi e punizioni da parte degli operatori. “Queste vendite congiunte, insieme ad altri movimenti, hanno portato alla liquidazione di circa 935 milioni di dollari in posizioni di acquisto dal martedì scorso, mettendo ulteriore pressione sul prezzo del Bitcoin” nei fondi negoziati, ragiona Debach. Il Financial Times notava già a fine maggio come gli operatori europei, più avversi al rischio, avessero anticipato gli americani nello scaricare alcuni fondi da Bitcoin. E ora per la criptovaluta più nota al mondo si apre una nuova fase incerta. A cui in futuro una nuova espansione seguirà: è la logica dei trend finanziari di prodotti volatili e speculativi. Una categoria da cui il Bitcoin, nonostante la regolamentazione, non riesce a trarsi fuori.