Perché questo articolo potrebbe interessarti? Gli attacchi dei ribelli Houthi contro le navi commerciali nel Mar Rosso hanno innescato la crescita dei prezzi dei container. Il rischio di una tempesta globale per il 2024 prende forma.
Nessuno si sarebbe mai aspettato che il commercio marittimo globale potesse finire nuovamente nell’occhio del ciclone. Archiviati gli anni neri della pandemia di Covid-19, adesso c’è un nuovo nemico da combattere. Lo stesso che sta facendo schizzare alle stelle il prezzo dei container utilizzati dalle compagnie di navigazione per trasportare merci, ma anche le assicurazioni delle imbarcazioni e le tariffe dei loro noleggi.
I recenti attacchi effettuati dai ribelli Houthi contro le navi transitanti nelle acque del Mar Rosso hanno innnescato un effetto domino inatteso. A detta del gruppo armato yemenita, in prima fila nel sostenere Hamas contro Israele, gli obiettivi dei raid dovrebbero coincidere soltanto con quelle imbarcazioni connesse, più o meno direttamente, a Tel Aviv. La realtà indica però un caos generalizzato.
Il commercio marittimo nell’occhio del ciclone
Alcune delle più grandi compagnie di navigazione del mondo, tra cui Maersk, Hapag-Llyod e CMA CGM, hanno fatto sapere che imporranno costi aggiuntivi ai loro servizi in risposta agli attacchi contro le loro navi nel Mar Rosso.
Le maggiorazioni dei prezzi serviranno a coprire viaggi più lunghi intorno all’Africa rispetto alla tradizionale rotta attraverso il Canale di Suez. Una rotta congelata, come detto, a causa dei blitz perpetrati dagli Houthi.
Peccato che la tratta marittima in questione era – ed è – la più veloce capace di connettere l’Asia all’Europa. Le compagnie che hanno deciso di far circumnavigare il Capo di Buona Speranza alle loro imbarcazioni dovranno infatti sommare una decina di giorni extra ad un viaggio che normalmente ne richiederebbe circa 27 per consentire alla mercanzia di raggiungere il nord Europa dalla Cina.
Prezzi alle stelle
Negli ultimi mesi, le tariffe oceaniche tra Cina ed Europa sono in costante aumento. Certo, una simile tendenza si ripete ogni fine anno, visto che gli esportatori cinesi si affrettano a spedire le loro merci prima del Capodanno lunare. In questo lasso di tempo, dunque, i vettori marittimi aumentano i prezzi durante le trattative contrattuali a lungo termine.
Secondo il Global Container Freight Index, la tariffa spot per l’invio di un container da 40 piedi dalla Cina al Mediterraneo è aumentata di oltre il 70% nell’ultimo mese. Raggiungendo lo scorso 22 dicembre la cifra di 2.414 dollari. Allo stesso modo, la tariffa per le rotte dalla Cina al Nord Europa è aumentata del 55% rispetto al mese precedente, raggiungendo i 1.467 dollari.
Un container da 40 piedi da Shanghai al Regno Unito ha raggiunto una tariffa di trasporto marittimo pari a 10mila dollari. E questo contro i circa 2.400 registrati una settimana fa. A tutto ciò, tuttavia, va aggiunta la suddetta crisi del Mar Rosso. Che contribuisce, a sua volta, a rendere i costi ancora più elevati.
Il nodo dei container
Ma dove ricade, nello specifico, l’aumento dei costi? Una componente chiave coincide, come detto, con i container. Maersk ha affermato che un container standard da 20 piedi che viaggia dalla Cina al Nord Europa ora deve affrontare costi aggiuntivi totali di 700 dollari, costituiti da 200 dollari TDS e 500 dollari PSS. Ai container diretti alla costa orientale del Nord America verranno addebitati 500 dollari ciascuno, costituiti da 200 dollari TDS e 300 dollari PSS, ha aggiunto la società. CMA CGM ha invece parlato di 325 dollari extra per container da 20 piedi sulla rotta dal Nord Europa all’Asia e 500 dollari per container da 20 piedi per l’Asia verso il Mediterraneo.
Nel caso in cui il conflitto tra Israele e Hamas dovesse persistere o intensificarsi, i cosiddetti prezzi “spot” per le merci che non sono sotto contratto “potrebbero raddoppiare o triplicare rispetto ai livelli attuali”, ha affermato Christian Sur, vicepresidente esecutivo del trasporto marittimo di Unique Logistics .
Il venditore globale di mobili Ikea è tra gli spedizionieri che hanno avvertito di potenziali ritardi nel carico e carenza di prodotti. Il produttore finlandese di ascensori Kone ha stimato che alcune spedizioni potrebbero subire ritardi di due o tre settimane. In ogni caso, ad esser colpite dal binomio “ritardo più aumento dei costi” sono tutte quelle merci che viaggiano tramite container. Compresi abbigliamento, giocattoli e altri prodotti d’uso quotidiano.