Il contrabbando di sigarette, anche se non ai livelli registrati prima dell’Operazione Primavera del 2001, voluta dall’allora ministro dell’Interno Enzo Bianco, è tornato.
Il contrabbando rappresenta una parte residuale delle attività illegali gestite dalla criminalità organizzata e registra un cambio di rotta dopo lo scoppio del conflitto in Ucraina, che insieme alla Bielorussia, era la principale base di partenza per le sigarette di contrabbando.
È quanto emerge dal report annuale “Il mercato illecito di sigarette e prodotti di nuova generazione in Italia. Come cambia tra crisi economica, fine pandemia e scenari di guerra” realizzato da Intellegit, start-up sulla sicurezza nata dall’Università di Trento, con il contributo di Bat Italia.
Una leggera crescita da tenere sotto controllo
Nel documento si legge che “l’andamento dell’incidenza dei pacchetti di origine non domestica sul totale di quelli rilevati in Italia continua, anche nel 2021, a diminuire rispetto agli anni precedenti. Il valore medio è infatti il più basso degli ultimi anni (3,0%), la metà di quello del 2016. Tuttavia, nella seconda metà del 2021 si osserva un’inversione di tendenza e l’incidenza torna a salire. Questa leggera crescita è da tenere sotto controllo, in quanto potrebbe indicare il rischio di un graduale nuovo aumento del mercato illecito a causa dell’allentarsi delle misure contenitive adottate per la pandemia di Covid-19 e delle conseguenze economiche che ne sono derivate.
Il rischio di un ritorno al passato
Alcuni segnali possono far cogliere un tentativo di ritorno al passato. Mentre a Bari lo spaccio di sigarette di contrabbando ritrova spazio nei circoli ricreativi, in alcune città sono ricomparsi i banchetti con la merce esposta.
E’ quanto accadeva prima del 2001: i terminali del traffico di sigarette di contrabbando erano venditori che esponevano solo dei campioni della merce disponibile ai principali incroci su banchetti improvvisati (spesso cassette per la frutta) e a richiesta provvedevano a rifornire il cliente attingendo dal deposito personale, ricavato spesso in un tombino o dietro un cespuglio.
Senza dimenticare l’iconografia regalataci anche dal cinema, di donne napoletane sedute sul’uscio dei bassi con le pacchetti di sigarette di contrabbando in esposizione. Mentre le famiglie della criminalità organizzata si arricchivano, per tante famiglie la vendita illegale di sigarette rappresentava l’unica fonte di sostentamento.
Il contrabbando archiviato nel 2001 dall’Operazione Primavera
La lotta al contrabbando assunse una connotazione particolare proprio con l’Operazione Primavera cui si accennava prima. La principale zona di sbarco delle sigarette di contrabbando tra il 1997 e il 2000 erano alcune spiagge del Brindisino, ed era qui che la Guardia di finanza aveva concentrato gli sforzi per contrastare il fenomeno.
Il traffico avveniva sotto la regia di esponenti appartenenti alla Sacra Corona Unita, la mafia pugliese, che, successivamente, ne curavano il trasporto e la distribuzione sul territorio regionale e campano, utilizzando un parco veicoli composto da fuoristrada di serie, ma rivestiti di lastre, tubi, traversine e grate in acciaio tali da renderli mezzi corazzati blindati, atti a speronare gli automezzi in dotazione alle forze dell’ordine.
La risposta dello Stato all’uccisione di due finanzieri
Durante uno di questi trasferimenti, al chilometro 46 della Statale che collega Brindisi a Bari, il il 23 febbraio 2000, una Fiat Punto della Compagnia Antiterrorismo Pronto Impiego della Guardia di Finanza di Brindisi intercettò una colonna di contrabbandieri, formata da tre veicoli corazzati che procedevano a fari spenti nella notte. Due malviventi, alla guida di una Range Rover, speronarono la vettura dei finanzieri proveniente in senso opposto, uccidendo il vicebrigadiere Alberto De Falco e il finanziere scelto Antonio Sottile e ferendo altri due militari.
Nell’ambito dell’Operazione Primavera il 28 febbraio venne inviato in Puglia un contingente di 1.900 uomini, tra carabinieri, polizia e Guardia di finanza. Al 15 giugno, erano stati registrati 537 arresti, 461 persone denunciate ed il sequestro di 32286.32 tonnellate di Tabacchi Lavorati Esteri, 45 kg di eroina, 13.8 kg di cocaina, 5045 kg di marijuana ed hashish, 502 kg di esplosivo. Per lo Stato il fenomeno contrabbando di sigarette poteva dirsi archiviato.
A distanza di poco più di venti anni da quegli eventi, il fenomeno del contrabbando di sigarette non è da sottovalutare, i segnali di ripresa dell’attività illecita ci sono tutti.
Scenari potenzialmente negativi per i prossimi anni
Anche nel report di Intellegit si legge che è “bene non abbassare il livello di attenzione sul fenomeno, in quanto le conseguenze della crisi economica e della guerra in Ucraina lasciano aperti scenari potenzialmente negativi per i prossimi anni”.
Ma da dove arrivano le sigarette di contrabbando? Spiega il report: “Escludendo i pacchetti fuoriusciti illegalmente dal canale duty free, nel 2021 i principali flussi di provenienza delle sigarette non domestiche in Italia provengono da Slovenia (24,8%) e Albania (5,7%). Significativi, anche se in calo rispetto agli anni precedenti, i traffici dall’Ucraina (4,6%): il trend in diminuzione è destinato probabilmente a confermarsi anche per l’anno corrente a causa del conflitto in corso. Si segnalano anche Paesi di provenienza dell’Europa Occidentale, considerati importanti punti di transito per le rotte del contrabbando: si tratta di Regno Unito (6,9%) e Spagna (4,6%).
La situazione del contrabbando nelle città
Per quanto riguarda la situazione nelle città, spiega ancora il report, “nel 2021 a Milano si rileva una presenza inferiore di venditori rispetto agli anni precedenti, probabilmente a causa del protrarsi dell’emergenza pandemica. Il mercato illecito rimane comunque sempre legato alla presenza di venditori ambulanti con borsone, che offrono i loro prodotti nelle zone più frequentate per la movida (Colonne di San Lorenzo, Corso Como e Via Tortona) ma anche periferiche (quartiere Barona). I prezzi di vendita delle sigarette illecite a Milano sono decisamente più alti rispetto alle altre città monitorate: tutti i pacchetti vengono offerti a 3,5 o 4,5€, ad eccezione di un caso (Chesterfield Blu vendute a 3,0€)”.
“A Napoli la vendita di sigarette illecite è un fenomeno capillare, maggiormente concentrato nel centro, ma che si estende anche alla periferia. Le bancarelle nelle zone di mercato rimangono la modalità di vendita privilegiata, ma non mancano venditori ambulanti con borsone che frequentano le zone della movida o l’esterno delle attività commerciali (bar, centri scommesse e supermercati). Dopo la breve parentesi del 2020 dovuta alla pandemia, nel 2021 ritornano le vendite anche in abitazioni private, soprattutto nei quartieri del centro”.
“A Bari, la modalità di vendita più frequente di sigarette illecite è costituita dai venditori ambulanti con borsone che si muovono sia per le strade del centro che in quelle di periferia. Le abitazioni sono anche dei punti di compravendita abbastanza importanti, mentre il monitoraggio ha rilevato una sola bancarella. Da sottolineare che dalla seconda metà del 2021 si riscontra il ritorno delle vendite nei circoli ricreativi, luoghi in cui si concentrava principalmente il mercato illecito prima della pandemia di Covid-19″.