Perché questo articolo potrebbe interessarti? Un misterioso guasto ha messo fuori gioco il gasdotto Baltic-connector. Spunta l’ombra del sabotaggio esterno, mentre il mercato del gas segue la vicenda con il fiato sospeso.
Nella notte tra il 7 e l’8 ottobre, il gasdotto sottomarino Baltic connector che collega Finlandia ed Estonia ha fatto registrare un anomalo calo di pressione. Il misterioso guasto ha spinto l’operatore finlandese del sistema del gas, Gasgrid, e quello estone, Elering As, a chiudere le valvole del sito per effettuare le opportune verifiche.
Le indagini, ancora in corso, non sono ancora riuscite a ricostruire il misterioso episodio. Le autorità di Helsinki hanno iniziato a sospettare lo zampino di un attore straniero per un presunto atto di sabotaggio. L’infrastruttura in questione, che trasporta gas naturale lungo un percorso di 77 chilometri, è stata spenta. I lavori di riparazione dureranno almeno cinque mesi.
Effetti e conseguenze: cosa succede al mercato del gas
Gasgrid ha dichiarato che il Baltic connector resterà fuori servizio per almeno cinque mesi. Tanto servirà per completare le operazioni. Nel frattempo, la Finlandia rischia di restare a corto di energia, per giunta in un periodo delicato, con l’avvicinarsi dell’inverno.
L’operatore ha tuttavia assicurato che il sistema polacco del gas funziona stabilmente, e che dunque Helsinki accoglierà le forniture attraverso il terminale Gnl nel porto di Inkoo. Un sito che, in teoria, può consegnare i volumi di gas necessari al Paese, anche durante la stagione invernale.
La realtà potrebbe essere più amara di quanto prefigurato da Gasgrid. Già, perché la Finlandia non produce gas e può importarlo solo attraverso tre rotte: quella del Baltic connector; attraverso il terminale di Inkoo; e mediante un gasdotto dalla Russia non utilizzato da un anno. Tagliando due opzioni, al governo finlandese resterebbe soltanto l’opzione Gnl. Come se non bastasse, Helsinki condivide i suoi depositi di gas con le nazioni baltiche, Estonia, Lettonia e Lituania, ed esiste un solo impianto di stoccaggio di gas naturale tra loro (in Lettonia).
L’interruzione del gasdotto rischia di mettere sotto pressione il mercato globale del Gnl, visto che la Finlandia potrebbe muoversi per ottenere più spedizioni a discapito di altri attori. È pur vero che stiamo parlando di un Paese di 6 milioni di abitanti, i cui consumi energetici non risultano essere eccessivi. Semmai, a far schizzare verso l’alto il prezzo del gas rischia di essere la possibilità di assistere ad un ulteriore sabotaggio in qualche altro sito.
Il mistero del gasdotto Baltic connector
Il gasdotto, elemento chiave della sicurezza energetica della Finlandia, ha subito un improvviso calo di pressione, passando da 34,5 bar a circa 12 bar, per poi arrivare a soli sei bar. Al momento, non è dato sapere chi o che cosa ha danneggiato le sue condutture. Il governo finlandese ha parlato di “attività esterne“, e da questo punto di vista i sospetti si concentrano su un possibile sabotaggio da parte della Russia. Da non escludere neppure la pista ucraina, la stessa collegata al danneggiamento dell’altro condotto della regione, il Nord Stream.
In ogni caso, il Baltic connector ha una certa rilevanza regionale ma non rappresenta un fattore chiave per l’approvvigionamento di gas a livello europeo. Il presidente della Finlandia, Sauli Niinisto, ha affermato che “è probabile che i danni sia al gasdotto che al cavo di comunicazione siano il risultato di attività esterne”. Niinisto ha inoltre spiegato che un’indagine internazionale ne stabilirà le cause. Il primo ministro, Petteri Orpo, ha invece sottolineato l’importanza di non trarre conclusioni affrettate.
Tornando al guasto, si parla di una “lesione” avvenuta in un punto specifico del gasdotto. Tra le ipotesi sul tavolo, come detto, l’ombra della longa manus di un gruppo di sabotatori stranieri. L’istituto sismologico norvegese Norsar ha rilevato una “probabile esplosione” nella notte del calo di pressione, proprio dove si trova il gasdotto. Altra pista: quella che porta ad un’imbarcazione russa. La nave cargo Svg Flot ha infatti trascorso l’ultimo fine settimana nei pressi del guasto che avrebbe interessato il Baltic-connector.