Home Economy Import-export, la stretta antiriciclaggio del Governo interessa anche oro e carte prepagate

Import-export, la stretta antiriciclaggio del Governo interessa anche oro e carte prepagate

Import-export, la stretta antiriciclaggio del Governo interessa anche oro e carte prepagate

Stretta su esportazione ed importazione di valuta anche in Italia. Il limite resta fissato a 10mila euro, ma l’applicabilità è estesa anche a oro e carte prepagate. Pacione Di Bello: “In Europa il contante non è demonizzato, ma quando si tratta di grandi somme, il rischio di criminalità aumenta”

Il governo ha recentemente approvato un decreto legislativo che rafforza i controlli sulle esportazioni e importazioni di valuta, recependo il regolamento UE 1672 del 2018. Questa normativa mira a prevenire il riciclaggio di denaro e altre attività illecite, imponendo limiti più severi e un maggior controllo sui movimenti di contante e beni equivalenti. La soglia massima per l’esportazione e importazione di valuta rimane fissata a 10mila euro, ma sono state introdotte nuove disposizioni che ne estendono l’applicabilità a beni come carte prepagate e oro destinato a lavorazioni.

Per approfondire le implicazioni di questa normativa, abbiamo parlato con Giorgia Pacione Di Bello, giornalista economica di ItaliaOggi. “In Europa il contante non è demonizzato. Ma quando si tratta di grandi somme, il rischio di criminalità aumenta, e per questo motivo è stato introdotto un limite massimo di 10mila euro per i grandi pagamenti in contanti. La stretta su oro e carte prepagate? La tecnologia avanza. E così gli strumenti di monitoraggio”. L’intervista

Quali sono le principali novità introdotte dal decreto legislativo riguardante le esportazioni e importazioni di valuta?

Sono molte le novità significative. Innanzitutto, non sarà più sufficiente presentare una certificazione che dichiara il rispetto dei limiti di legge. Il contante dovrà essere esibito fisicamente. È stata inoltre introdotta una nuova dichiarazione per il contante che viaggia non accompagnato. Le sanzioni per la violazione degli obblighi dichiarativi sono state inasprite e i controlli non saranno più effettuati solo a campione, ma anche attraverso un’analisi del rischio. Inoltre, le definizioni di ‘oro da investimento’ sono state modificate per includere anche l’oro destinato a lavorazioni, e il valore soglia per le operazioni in oro che devono essere dichiarate all’UIF è stato ridotto da 12.500 a 10mila euro. Un’altra novità rilevante è il potere attribuito all’Agenzia delle dogane e dei monopoli di trattenere denaro contante per un massimo di 30 giorni, prorogabili fino a 90 in casi particolari, quando si trasportano importi pari o superiori a 10mila euro senza dichiarazione o in presenza di sospetti di attività criminali.”

In che modo questa normativa recepisce il regolamento UE 1672 del 2018 e quali implicazioni avrà per cittadini e imprese?

Parliamo di un regolamento che, essendo un atto giuridico vincolante, deve essere applicato in tutti i suoi elementi nell’intera UE. Il governo ha quindi tradotto nell’ordinamento nazionale l’ampliamento dei vincoli decisi a livello europeo. Per le imprese, non cambia molto rispetto al passato, dato che già dovevano rispettare le precedenti norme antiriciclaggio. Tuttavia, dovranno ora adeguare la documentazione alle nuove norme. Ovviamente, questo implica un aumento della burocrazia, ma ormai ogni novità normativa comporta inevitabilmente nuove scartoffie.

L’inclusione di beni come oro e carte prepagate nel computo dei 10mila euro rappresenta un cambiamento significativo. Quali ragioni hanno portato a questa scelta?

Il riciclaggio di denaro è un problema complesso, soprattutto con l’avanzare della tecnologia. Questo regolamento rappresenta un ulteriore passo avanti nella lotta contro il riciclaggio transfrontaliero. L’obiettivo è monitorare più efficacemente i movimenti di denaro contante, includendo strumenti di pagamento che possono incorporare il valore liquido, come le carte prepagate e l’oro. A livello europeo, c’è una visione più pragmatica sul contante rispetto a quella italiana. Mentre in Italia si è sollevato un grande dibattito quando il limite era stato alzato a 5mila euro, in Europa il contante non è demonizzato, ma considerato uno strumento importante per l’inclusione sociale. Tuttavia, quando si tratta di grandi somme, il rischio di criminalità aumenta, e per questo motivo è stato introdotto un limite massimo di 10mila euro per i grandi pagamenti in contanti, che gli Stati membri possono abbassare in base ai rischi nazionali specifici.”

Come verranno effettuati i controlli sui movimenti di denaro e oro, e quale ruolo avrà l’intelligenza artificiale in questo contesto?

La parola ‘intelligenza artificiale’ è ormai molto inflazionata, ma al momento c’è poco di realmente ‘intelligente’ in questi strumenti. I controlli verranno effettuati utilizzando strumenti informatici già esistenti, ma più raffinati, che tuttavia non hanno molto a che fare con la vera intelligenza artificiale. La norma prevede controlli non casuali basati sull’analisi dei rischi, un metodo già in uso, ma ora ulteriormente potenziato. Un aspetto interessante è che le informazioni raccolte potranno essere utilizzate anche per fini fiscali, aprendo la strada a nuove attività di accertamento.