Perché leggere questo articolo? La “silver economy” movimenta i pensionati di tutto l’Occidente. Mentre gli italiani si trasferiscono verso nuove mete dai regimi fiscali più appetibili come Albania, Slovacchia, Grecia, il nostro Paese diventa il paradiso previdenziale di sempre più baby boomer americani.
Non solo fuga di cervelli. A carriera conclusa, sempre più italiani scelgono di trasferirsi all’estero, approfittando di un costo della vita inferiore. Tra le mete preferite dagli oltre 317mila pensionati con pagamenti di previdenza fuori dal Belpaese, ci sono Portogallo, Malta, Spagna, Grecia, ma anche paesi dell’Est come Croazia, Albania e Bulgaria. Un’ondata migratoria motivata dalla possibilità di aumentare gli importi pensionistici non pagando più le salate tasse italiane. Così, in media un pensionato al giorno abbandona il nostro Paese per vivere in nazioni dal sistema fiscale più accogliente, con generose politiche di sostegno dedicate proprio ad attrarre nuovi residenti dall’estero. Tra questi, particolarmente graditi sono proprio i pensionati, che non esercitano concorrenza al mercato del lavoro locale ma generano ingenti entrate economiche.
Caccia ai pensionati: dagli USA all’Asia la Silver Economy fa gola
La cosiddetta silver economy, intesa come il complesso delle attività economiche specificamente rivolte agli over 50, è un’industria che fa gola. Secondo la Commissione europea infatti, solo in Europa nel 2025 varrà 5,7 trilioni di euro. Un vero e proprio “petrolio silver” in grado di far girare le economie. Ed è subito caccia ai pensionati. Dagli Stati Uniti all’Asia, vengono infatti promossi progetti immobiliari, agevolazioni fiscali, visti e servizi sanitari esclusivamente creati per incentivare e attrarre questo movimento demografico di emigrazione senior. A Bangkok, ad esempio, sarà inaugurato The Aspen Tree, un complesso di ville e appartamenti acquistabili soltanto da over 50. In America, invece, sono oltre 2000 le senior gated community, vere e proprie città private dedicate ad adulti, con campi da golf, negozi, strutture ricreative e ospedaliere. La più grande, The Villages, si trova in Florida e conta più di 120mila abitanti.
Finito il sogno Portogallo, ecco i nuovi paradisi pensionistici
Ma per godersi la terza età con una buona previdenza non bisogna andare per forza così lontano. Dopo lo stop al regime speciale di tassazione per i pensionati stranieri da parte del Portogallo, ex meta prediletta dagli italiani over 50, adesso altri paesi concorrono a diventare paradisi pensionistici in cui espatriare. Questi nuovi orizzonti sembrerebbero essere Albania, Slovacchia, Grecia e San Marino, che propongono un Fisco più magnanimo per chi si trasferisce dall’estero.
Atene, ad esempio, prevede un’aliquota agevolata del 7% sui redditi da pensione di fonte estera della durata di 15 anni. In Bulgaria è prevista una tassazione al 10%, ma per usufruirne bisogna prendere la cittadinanza del Paese. La Romania, invece, prevede una tassa del 16%, a patto che si sposti la residenza fiscale. A Cipro, dove la vita costa il 23% in meno che in Italia, l’aliquota d’imposta è solo del 5%. Ancora più vantaggiose sono la Tunisia, con un’esenzione dell’80%, e la Slovacchia, dove non è prevista alcuna tassazione. Da poco tempo è in auge anche l’Albania che, col trasferimento della residenza fiscale e una rendita annua di almeno 10mila euro all’anno, assicura un’esenzione totale dai redditi da pensione estera.
C’è chi viene e chi va: boom di pensionati USA in Italia
Secondo l’ultimo rapporto Migrantes, dal 2006 ad oggi la presenza degli italiani all’estero è aumentata del 91%, con un incremento del tasso sugli over 65 pari al 109,8%. Molti di questi sono nomadi fiscali, ovvero persone disposte a cambiare Paese pur di risparmiare sulle imposte. Dopo aver pagato le tasse per tutta la vita sul reddito da lavoro, i pensionati italiani scelgono così di abbandonare l’Italia per non dover sacrificare oltre il 30% della previdenza.
Ma per gli ex lavoratori che vanno, ci sono anche quelli che vengono. A risanare le tasche della silver economy italiana, che genera un PIL di circa 583 miliardi di euro, ci pensano infatti i baby boomer americani. I pensionati statunitensi si trasferiscono nel Belpaese, conquistati non sono solo dal buon cibo e dal clima mite, ma anche – e soprattutto – da un buon servizio sanitario, per loro accessibile versando solamente un contributo di 2 mila euro l’anno. Cifra irrisoria rispetto ai costi carissimi dell’assicurazione americana. Con una pensione da 1200 a 1500 dollari infatti molte persone faticano a coprire il costo della vita negli USA, mentre in Italia se la cavano molto meglio.
Dall’America all’Asia, passando anche per l’Italia, i paesi del mondo sembrerebbero dunque fare la corte ai pensionati stranieri. A scapito, però, dei senior di casa propria. Così, l’erba del vicino è effettivamente più verde.