“Quando sentirete tra le mani una copia di Domani più sottile e vi chiederete cos’è successo, sappiate che quello che stringete tra le mani è la sintesi dei grandi cambiamenti nell’economia mondiale post-Covid”.
Sono le parole con le quali Stefano Feltri, direttore del quotidiano edito da Carlo De Benedetti, spiegava perché il giornale rinunciava alla solita carta utilizzata sin dal giorno del debutto in edicola, quella del peso di 52 grammi, e si presentava ai lettori con una molto più leggera (40 grammi) che conferiva al quotidiano un effetto “sottiletta”. Esattamente un mese dopo, il 24 febbraio, la Russia avrebbe
invaso l’Ucraina e con la crisi del gas e gli aumenti delle forniture di energie, la situazione si sarebbe aggravata.
Assocarta: prezzo del gas aumentato anche di quindici volte
Le cartiere, anche quelle italiane, sono, infatti, vittime collaterali del conflitto russo-ucraino. Nel nostro Paese si contano circa 150 stabilimenti, che hanno prodotto nel 2021 oltre 9,6 milioni di tonnellate (+12.5% sul 2020) generando un fatturato di 8,18 miliardi in aumento del 28,6% sull’anno precedente. Oggi molte si stanno fermando, alcuni dei colossi dei settori, come la Pro-Gest, hanno bloccato la produzione in alcuni siti, perché, come ha spiegato Lorenzo Poli di Assocarta, “se lo scorso dicembre le cartiere italiane pagavano il gas naturale, col quale producono energia elettrica per il funzionamento degli impianti, cinque volte in più, in questi giorni il costo è mediamente decuplicato, con punte di quindici volte di più». “Le cartiere italiane si stanno misurando con un peso della solo bolletta del gas sul fatturato aumentato del 400% solo nel 2021/2020, ma dall’inizio del 2022 il dato è molto peggiorato”, ha aggiunto. Per una tonnellata di carta 750 euro solo di costi energetici
L’aumento dei prezzi delle pubblicazioni
La carta, che prima dello shock energetico veniva venduta a circa 680 euro a tonnellata, oggi richiede, di soli costi energetici, 750 euro a tonnellata. Aumento che ovviamente si riversa a valle, con molte tipografie costrette a rivedere i prezzi verso l’alto, ma che sempre più spesso hanno difficoltà a reperire la carta e virano su altre grammature. Non solo in Italia: perfino negli Stati Uniti la Marvel Comics, la più famosa casa editrice di fumetti mondiale, si è vista costretta recentemente a pubblicare le avventure dei supereroi su carta di talmente bassa qualità che molti lettori l’hanno paragonata alla carta igienica. In Italia la Panini Comics si è vista costretta ad aumentare i prezzi delle sue pubblicazioni e anche alcuni quotidiani, ancor prima che la situazione si aggravasse a causa della guerra, hanno rivisto il prezzo al rialzo (si prenda il caso di Repubblica, col quotidiano passato da 1 euro e 50 a 1 euro e 70 e con gli inserti del sabato aumentato da 2 euro e 50 a 3 euro, con proteste non solo dei lettori ma anche degli stessi giornalisti).
La crisi della carta è mondiale
Tornando all’estero, indicativo è quanto accaduto nello Sri Lanka: il più grande quotidiano del paese asiatico, che viene pubblicato in inglese e cingalese, dal 25 marzo ha chiuso le versioni cartacee ed è ormai disponibile solo online. Ma questo solo per quanto riguarda l’editoria periodica. Tre milioni e mezzo di studenti hanno visto annullare una prova d’esame perché mancavano carta e inchiostro per stampare il test.
La crisi della carta igienica
La crisi, infatti, non riguarda solo il settore dell’editoria, ma anche quello dell’imballaggio e igienico-sanitario. Il prezzo della cellulosa, rispetto a fine 2020, è aumentato del 70%, per cui anche produrre il semplice rotolo di carta igienica (sicuramente meno nobile di libri e giornali: oddio, forse non proprio di tutti) è diventato più costoso. Per gli amanti della statistica: ogni italiano consuma in media 70 rotoli di carta igienica ogni anno, l’equivalente di 6,3 chili. Il mercato della carta igienica in Italia vale 1,2 miliardi di dollari. Secondo Intergraf, l’associazione europea delle industria grafiche, gli effetti combinati di una riduzione della disponibilità di carta in Europa ha causato negli ultimi cinque anni (2016-2021) la riduzione del 25,8% della capacità produttiva di carta per stampa cui si aggiunge la richiesta di fibra di legno anche in altri settori, quali il tessile, l’energia e l’edilizia.
La plastica ha ucciso anche la carta
Sembrerebbe quasi un controsenso, ma a causare anche la crisi della carta è stata anche una coscienza ecologista più diffusa. Per sempre più imballaggi si è passati dalla plastica alla carta in numerosi settori merceologici e con il boom degli acquisti online durante la pandemia, migliaia di tonnellate di carta sono state usate solo per le spedizioni (si pensi ai plichi Amazon e non solo).