C’è chi prevede un futuro remote-first, ossia basato sul lavoro a distanza, e quindi si prepara ad eliminarla. Altri, la cambieranno in favore di spazi più piccoli, affidando una parte del lavoro allo smart working. Una cosa è certa: quando tutto questo sarà finito, l’idea di “sede” sarà cambiata profondamente. Il lavoro sarà meno centralizzato e più periferico, con due benefici: il taglio dei costi e un maggiore focus nel talento.
Nel mondo che ci aspetta, stando alle previsioni, le barriere geografiche vengono meno e gli spostamenti si fanno solo se davvero necessari. Ad aiutarci, software come Zoom e Google Meet, anche se alcune startup stanno cercando di creare ambienti di lavoro virtuali con cui ricreare l’organizzazione degli uffici tradizionali. Programmi come Branch, in cui i dipendenti si muovono in un ufficio digitale incontrando – e chattando – con i loro colleghi in stanze digitali riservate, un po’ come quelle di Slack. La startup sta testando i suoi prodotti con circa cinquecento aziende ed è ancora in fase sperimentale. Per ora sembra ancora Second Life, ma chissà, magari il futuro dell’ufficio sarò simile a un videogioco.