“Grande è la confusione sotto il cielo” diceva Mao Zedong ma nel mondo della pubblica amministrazione, dopo lo sciopero del 9 dicembre, è ripreso il dialogo. E qualche segnale positivo, per chi pensa al lavoro, c’è. È il caso degli insegnanti, perché entro l’anno prossimo ne andranno in pensione 27mila e quelle cattedre andranno coperte. Nelle scorse ore, dopo lo sciopero, la ministra Fabiana Dadone ha incontrato le organizzazioni sindacali. La riapertura di uno spazio di confronto è “certamente il primo risultato della mobilitazione di queste settimane”, ha spiegato il segretario della CGIL Maurizio Landini. “Il governo deve dare chiare risposte alla vertenza sull’innovazione e sul rilancio della pubblica amministrazione e le risorse del Recovery Fund devono servire a una riforma della pubblica amministrazione che guardi alla qualificazione e al potenziamento dei servizi, introducendo nel contratto collettivo di lavoro il diritto alla formazione continua”, ha ricordato Landini.
La ministra Dadone sullo smart working ha spiegato che ha affidato alle amministrazioni degli strumenti organizzativi che non toccano gli istituti del lavoro agile da discutere in sede di contrattazione. Sui concorsi e le assunzioni, ha anche ricordato le norme per velocizzare la scrittura dei bandi, per fare tutto in digitale e sul territorio: la situazione pandemica ha rallentato le procedure, a tutela della salute dei concorsisti. Il principio per cui si entra nella Pa tramite concorso resta sacro, ha tenuto a ribadire. Nei prossimi giorni ci saranno due tavoli di consultazione: da una parte la riforma della Pa in vista del Recovery Plan e dall’altra la legge di Bilancio 2021 su assunzioni, stabilizzazioni, contrattazione collettiva nazionale e contrattazione decentrata integrativa. Passi avanti, benché la pandemia morda sempre molto, e all’orizzonte, qualche buona notizia: assieme al vaccino nuove opportunità di lavoro.