Una transizione energetica compatibile con la stabilità del tessuto economico e l’individuazione di nuove tecnologie di approvvigionamento. Il tutto in una logica di pluralità di attori e di fonti, dall’elettrico alle biomasse, dall’eolico al nucleare.
Sono stati questi i temi al centro del convegno “Indipendenza energetica dal 2050. La parola alle imprese: come riuscirci”, promosso il 29 febbraio presso la Sala della Regina della Camera dei Deputati, su iniziativa del responsabile del Dipartimento energia di Forza Italia, il deputato Luca Squeri.
Da Tajani e Pichetto Fratin ai vertici di Eni, Enel, Terna e A2A per un confronto tra istituzioni e player dell’energia
Un momento di riflessione e approfondimento in cui si sono alternati attori istituzionali e rappresentanti del mondo dell’impresa. I saluti introduttivi sono stati affidati al Vice Presidente del Consiglio, Ministro degli Esteri e Segretario Nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani, e ai capigruppo azzurri di Camera e Senato, Paolo Barelli e Maurizio Gasparri. A intervenire è stato anche il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin.
Tra i diversi relatori intervenuti figurano l’Ad di Eni, Claudio Descalzi, l’Ad di Saipem, Alessandro Puliti, l’Ad di Terna, Giuseppina Di Foggia, l’Ad di Ansaldo Energia, Fabrizio Fabbri, l’Ad di Erg, Paolo Luigi Merli, l’Ad di Edison, Nicola Monti, l’Ad di Duferco Acciai, Antonio Gozzi, l’Ad di Engie, Monica lacono, l’Ad di Italgas Reti, Pier Lorenzo Dell’Orco, l’Ad di A2A, Renato Mazzoncini, l’Ad di Newcleo, Stefano Buono, l’Ad di Renantis, Toni Volpe, l’Ad del Gruppo AB, Angelo Baronchelli, lo Chief strategy and technology officer di Snam, Claudio Farina, il Direttore global external relation di Enel, Nicolò Mardegan, il Direttore tecnico Ultra Safe Nuclear Italia, Riccardo De Salvo e il Responsabile Biomasse di Carbotermo, Paolo Giarda.
Giarda (Carbotermo): “L’elettrificazione non può essere l’unica soluzione”
È stato proprio Paolo Giarda a evidenziare la necessità di una “molteplicità di soluzioni” in materia di transizione energetica per il nostro Paese, “costituito da oltre 8mila comuni, di cui il 70% sotto i 5mila abitanti”.
“Se è vero che in Europa la transizione energetica è un problema complesso che richiede una molteplicità di soluzioni, in Italia occorre affiancare alla pluralità di interventi da mettere in atto, anche una pluralità di soggetti, qui rappresentati, che per dimensioni aziendali possano coprire le differenti esigenze di un territorio così articolato” ha precisato il Responsabile Biomasse di Carbotermo che ha aggiunto come l’elettrificazione non possa rappresentare la soluzione per antonomasia.
“La corrente elettrica è spesso immaginata come un’energia alternativa al gas, al petrolio, ma in realtà è un prodotto che per il 70% del consumo è realizzato proprio con quelle fonti che dovrebbe sostituire. I consumi elettrici rappresentano circa il 25% del totale dell’energia consumata in Italia, il resto per il 50% è rappresentato dall’energia termica e l’ultimo 25% dai trasporti. Dunque, di quel 25% di consumi elettrici, siamo riusciti in oltre 20 anni di sforzi a produrre il 30% da fonti rinnovabili. Abbiamo avuto incentivi importanti nei primi conti energia le tecnologie sono diventate nel tempo meno costose, ma il contributo in termini di energia delle rinnovabili elettriche non cresce da 10 anni ed è stabile intorno a 110 TWh”.
Il potenziale delle biomasse e il patrimonio boschivo da valorizzare
Da qui la necessità di guardare ad altre fonti rinnovabili, tra cui la biomassa “che ha un potenziale importante, disponibile che può e deve essere utilizzato”. Carbotermo ha predisposto un piano che individua la possibilità di sostituire 20 miliardi di metri cubi di gas con l’utilizzo di biomasse residuali: dalle paglie alle potature, dal nocciolino dell’oliva ai gusci di nocciole, fino al cippato e al pellet che si ottengono con un corretto utilizzo dei boschi.
“La nostra azienda – – ha proseguito Giarda – sta facendo importanti investimenti proprio nei boschi italiani perché crediamo che questa risorsa sicura, disponibile, storica, naturale vada utilizzata al meglio. E non dimentichiamo che la cronaca recente ci ha mostrato il settore agricolo in forte difficoltà. Bene valorizzare ciò che oggi è uno scarto e rappresenta un costo per il settore agricolo: può e deve diventare una risorsa per gli agricoltori”.
Qualità dell’aria e biomasse: la differenza la fa la tecnologia
A chi gli domanda se l’utilizzo delle biomasse comporti un peggioramento della già critica qualità dell’aria italiana, Giarda ha risposto: “Mentre per le emissioni climalteranti, la responsabilità va attribuita ai combustibili – perché la CO2 è il risultato chimico della combustione – per il particolato la responsabilità è della tecnologia di combustione. Il particolato è il risultato della cattiva combustione. Invece la perfetta combustione consente di azzerare il particolato.
Gli apparecchi che bruciano biomassa sono per oltre il 70% stufe e camini alimentati a legna da ardere con più di 40 anni di età. È in atto un turn-over tecnologico che diverse Regioni hanno promosso e stanno promuovendo per favorire le moderne biomasse: cippato e pellet che utilizzate in caldaie adiabatiche dotate di sistemi primari e secondari di abbattimento arrivano ad emissioni prossime a zero e comunque dello stesso ordine di grandezza di quelle della migliore tecnologia a metano”. Dati confermati anche da uno studio condotto dal Politecnico di Milano.