“Ho scoperto il mondo della blockchain leggendo un articolo su una rivista nel 2017. Mi ha affascinato il meccanismo per cui non devo delegare il mio denaro ad un’istituzione finanziaria”. Luigi Damato ha 30 anni, vive in Puglia, dove si occupa di analisi finanziaria e formazione in ambito crypto.
De Laurentis: “Amo la blockchain perché è la tecnologia del futuro”
Come lui, sono tantissimi i millenial che, non solo investono nella moneta virtuale, ma si sono costruiti il ruolo di divulgatori. O crypto-influencer: forniscono indicazioni, analizzano il mercato, indirizzano i nuovi utenti verso strategie di profitto. E guadagnano soldi. Tanto che Luca Boiardi, classe 1989, ha fondato una vera e propria società, “The Crypto Gateway”. Offre percorsi di trading, corsi e formazione one-to-one. Proprio grazie ai consigli di Boiardi, Michele De Laurentis, 28 anni, che vive a Bari, è entrato nell’universo crypto: “Influencer come lui, su Youtube o Telegram, danno una mano ai principianti. Grazie a loro ho scoperto molti aspetti delle crypto: ora mi sento molto più autonomo di prima. Amo la blockchain perché è la tecnologia del futuro”.
Damato: “La velocità di esecuzione degli scambi e la sicurezza del protocollo mi hanno affascinato”
Allo stesso modo, Luigi Damato ha creato una community che aiuta i potenziali utenti a navigare nel mondo delle crypto. Ama i cicli economici e utilizza “segnali di acquisto e di vendita utilizzando un money management”. “Preferisco – racconta – che il denaro venga gestito da me stesso: non voglio rischiare che, per esempio, non possa prelevare per una crisi di governo o una patrimoniale. E poi, se volessi trasferire del denaro in Giappone o in un’altra parte del mondo, ad esempio, non devo aspettare 15 giorni. La velocità di esecuzione degli scambi e la sicurezza del protocollo mi hanno affascinato”. Anche con PayPal i trasferimenti sono immediati e richiedono una commissione irrisoria. “Ma – aggiunge il 30enne – con le crypto si possono creare modelli di business”.
I numeri: “Un investitore su sei in Italia ha deciso di investire anche in crypto”
L’interesse dei ragazzi italiani verso il fenomeno è in costante crescita nonostante il crollo dei bitcoin rispetto al dollaro degli ultimi giorni. Secondo un report di XTB, uno dei maggiori broker FX e CFD quotati in borsa al mondo, un investitore su sei in Italia ha deciso di investire anche in crypto. Il profilo di questi utenti per XTB è chiaro: ha 34 anni, fa in media 5 transazioni CFD crypto l’anno, per fare trading usa l’app mobile, con una durata media di contratto pari a 3 giorni e 21 ore e nella stragrande maggioranza dei casi è uomo. Ma anche le donne sono presenti e le più grandi percentuali in Europa di investitori donna si registrano proprio in Italia (7.3%), Portogallo (10%) e Romania (12%).
“E’ nato un progetto, Algorand – spiega Damato – tutto italiano. Si possono sviluppare applicazioni generalizzate, nft e transazioni da wallet esterni. Un sistema completo che è stato adottato anche dalla Fifa”.
Amelia e la rivista “The Cryptonomist”
Amelia Tomasicchio ha 28 anni e dirige “The Cryptonomist”, rivista con sede a Lugano che racconta il futuro in ambito blockchain: “Le generazioni dei Millennial e la Gen Z sono quelle che hanno vissuto fin da piccoli la nascita e lo sviluppo di Internet e, crescendo, prediligono la tecnologia come strumento attraverso cui esprimere il proprio potere su tutto, investimenti inclusi”. I rischi non sono esclusi ma sono una molla per la motivazione: “Si tratta – spiega Amelia – di un mercato che all’inizio era poco regolamentato e molti progetti nati seguendo le classiche procedure di ICO, ad esempio, si sono poi rivelate delle vere e proprie truffe.
Bisognerebbe studiare ed approfondire e, come per tutti gli investimenti, vale la regola “investire ciò che si è disposti a perdere”.
Nicola Palmieri: “Un mondo estremamente accattivante”
Nicola Palmieri è una star nel mondo dei crypto-influencer: conta 69mila follower. Racconta a true-news.it: “ Sono entrato nel mondo delle crypto per curiosità come fanno tutti, e rido perché ci sono entrato e immediatamente ho investito dei soldi senza aver studiato. Questo è un errore grossolano, in realtà, che fanno tutti. Io ho perso qualche migliaia di euro. Poi ovviamente ho capito che c’era ancora tanto da studiare, quindi ho preso armi e bagagli e mi sono messo ad approfondire e a chiedere informazioni in giro. Ci ho messo un po’. Però, pian piano, ho collezionato una conoscenza che cerco di accrescere quotidianamente”.
I millenial si avvicinano a questa modalità di investimento perché – spiega Palmieri – è “estremamente accattivante”. “Un creator parla di questo mondo e fa sì che sempre più persone si avvicinino al sistema. Ma qui c’è anche da sottolineare un aspetto importante: nella fase acuta delle cyrptovalute, se ne parlava in termini entusiastici. Mentre bisogna essere cinici: i problemi non mancano. E gli influencer devono avvertire i principianti. Il digitale è il motore che spinge millenial e Gen Z a credere nelle crypto o negli NFT”.
Da influncer del settore, Nicola “vuole far comprendere le reali possibilità del mondo crypto e della tecnologia che vi è dietro: la blockchain. Ho un gruppo dedicato alla formazione, dove sono presenti degli esperti del settore, e dirigo investire.club, piattaforma che comprende investitori e analisti finanziari”.Ma Nicola non si ferma qui. Ha quote all’interno di aziende che “sono molto affini alla blockchain, agli nft e al mondo gaming”.
I rischi
Anche Nicola non esclude i rischi dell’investimento in questo settore: “I truffatori sono esperti clonatori di progetti. Sono talmente abili che copiano i numeri dei social. Immagina che qualcuno abbia un canale Youtube o Instagram: tramite i bot riescono a copiare i numeri esatti degli account. Se non si fa attenzione ai link e a piccoli aspetti, si rischia tantissimo. Tanti ragazzi che ho conosciuto online, hanno avuto problemi con i wallet di cui sono stati derubati”.
E’ un mondo affascinante e misterioso, ricco di stimoli e pericoli. Come piace alle nuove generazioni.