Ci sono le proposte formali, quelle contenute in sessanta pagine consegnate ai candidati Presidente. E poi ci sono le richieste che giungono anonime tramite un numero di Whatsapp, condiviso in fase di accredito. A Pierfrancesco Majorino, Attilio Fontana e Letizia Moratti gli imprenditori che si sono riuniti ieri agli “Stati Generali dell’industria lombarda”, nella sede milanese di Confindustria, hanno chiesto pragmatismo, tempi celeri di risposta e flessibilità. A partire dalle infrastrutture, la parola più ricorrente. Ma anche sburocratizzazione, facilitazioni nell’accesso al credito, autonomia (“ma senza creare una guerra tra Nord e Sud”) e una migliore definizione delle competenze degli assessorati regionali per avere ben chiaro l’interlocutore a cui rivolgersi.
Buzzella (Confindustria Lomb.): “Sì all’autonomia, ma senza creare una guerra tra Nord e Sud”
A fare le domande più scomode ieri non è stato il pur professionale moderatore Andrea Cabrini, ma il padrone di casa, il Presidente di Confindustria, Francesco Buzzella. Ed è stato sempre Buzzella a consegnare ai candidati il documento ‘Proposte per una politica per la competitività della Lombardia” che vi avevamo anticipato ieri. Il numero uno di via Pantano ha espresso al candidato di centrosinistra e Cinquestelle Majorino il dubbio che l’alleanza con i pentastellati possa depotenziare un’eventuale “politica del fare” a favore di una ben poco lombarda “decrescita felice”. Al governatore uscente in quota centrodestra, Fontana ha chiesto di menzionare un elemento di discontinuità che introdurrebbe nel suo eventuale secondo mandato (indice di qualcosa che forse poteva essere fatto meglio). Abbiamo raccolto le dichiarazioni a margine di Buzzella in questo video.
“L’auspicio degli industriali lombardi – ha detto Buzzella – è che il prossimo governo regionale prosegua nell’ascolto dei fabbisogni delle imprese per poi intervenire in maniera decisa e flessibile. Le future politiche di Regione Lombardia, attraverso un utilizzo strategico e oculato delle risorse, dovranno agire sulla competitività del contesto, delle filiere e della singola impresa per supportare il manifatturiero lombardo. In quest’ottica il sistema industriale lombardo è favorevole ad una Autonomia che permetta di accelerare il processo di sviluppo e crescita delle imprese. Per garantire un duraturo sviluppo al nostro sistema industriale e ai territori, inoltre – prosegue Buzzella –, gli standard di riferimento della Lombardia dovranno essere sempre più le migliori regioni d’Europa”.
L’Europa quindi punto di riferimento ma anche presidio. “Considerata la pervasività delle iniziative UE e l’impatto spesso punitivo che regolamenti e direttive hanno su intere filiere produttive, gli industriali chiedono un monitoraggio costante della catena decisionale europea esportando a Bruxelles il modello lombardo di collaborazione pubblico-privato” ha concluso il Presidente di Confindustria Lombardia.
Spada (Assolombarda): “Occorre puntare sulle infrastrutture, anche digitali”
Presente anche Alessandro Spada, Presidente di Assolombarda. “Chiediamo ai candidati alle regionali lombarde grande attenzione alle imprese e allo sviluppo per i prossimi anni. Chiediamo misure che aiutino le Pmi a investire sull’innovazione, che è la chiave per poter competere sui mercati”.
Qui il video delle sue dichiarazioni a margine.
“Sul lavoro abbiamo un forte mismatch tra domanda e offerta, per questo sarà importante lavorare sulle politiche attive del lavoro, su reskilling e upskilling – ha sottolineato Spada – . Fondamentale è anche investire nelle infrastrutture, da una parte c’è la sfida delle Olimpiadi e poi sulle infrastrutture che servono ai cittadini, come il completamento di opere fondamentali come la Pedemontana, la Malpensa Vigevano, le metropolitane fuori Milano, per far sì che i nostri territori a sud della Lombardia non siano abbandonati. Anche un miglioramento delle infrastrutture digitali: in alcune zone del Pavese e del Lodigiano le linee 3g, 4g e 5g sono molto più scarse”. Rispetto alle prospettive per la crescita economia del 2023, “c’è un po’ più di ottimismo rispetto alla fine del 2022. Le prospettive di un 2023 difficile stanno cominciando un po’ a ribaltarsi”.