Perché leggere questo articolo? Gli ultimi dati Istat sull’economia italiana sono più che positivi per il governo. Sale l’occupazione (anche giovanile) e scende l’inflazione.
I numeri dell’Istat sono musica per le orecchie del governo. Occupazione, Pil e inflazione sono indicatori che possono far sorridere il governo. “L’Italia sta crescendo più di altre Nazioni europee, nonostante il rallentamento dell’economia mondiale e la delicata situazione internazionale” è il commento euforico sui social di Giorgia Meloni. Sul fronte economico, insomma, tutto è bene quel riporta l’Istat.
Le stime sul Pil dell’Istat
Nel secondo trimestre del 2024 il Pil in Italia è cresciuto dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e dello 0,9% nei confronti del secondo trimestre del 2023. La crescita acquisita per il 2024 invece è pari allo 0,6%, rivista al ribasso dello 0,1% rispetto alla rilevazione fornita a fine luglio. Un dato in linea con la stima contenuta nel bollettino economico di luglio di Bankitalia. Mentre nel Def il governo aveva previsto una crescita del Pil dell’1% per quest’anno, cifra validata anche dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio.
“La stima completa dei conti economici trimestrali fornisce una sostanziale conferma delle stime preliminari del Pil del secondo trimestre 2024, con una crescita congiunturale dello 0,2% e una crescita tendenziale dello 0,9%. La crescita acquisita per il 2024 risulta dello 0,6% a fronte della stima dello 0,7% fornita a fine luglio”, annota l’Istat.
Sale l’occupazione
Altri due i numeri fanno sorridere l’economia italiana: 6,5% e 2,2%. Il primo corrisponde al dato sulla disoccupazione in Italia diffuso dall’ISTAT: a luglio è sceso dello 0,4% rispetto al mese precedente, raggiungendo i minimi dal 2008, quando toccò il 6,4%. In calo anche la disoccupazione giovanile, che tocca il 20,8%.
Sale, dunque, l’occupazione e, per la prima volta in Italia, le persone al lavoro nel mese di luglio superano di novemila unità i 24 milioni, con un tasso al 62,3%. Istat precisa che ad aumentare, rispetto a giugno, sono soprattutto i lavoratori autonomi, che diventano 5.233.000. Calano lievemente, invece, i dipendenti, sia permanenti sia a termine, che comunque sono 241.000 in più rispetto all’anno scorso.
Per Istat scende l’inflazione
C’è poi un secondo numero che può diventare promettente per l’Italia e per tutta l’Eurozona: il 2,2% dell’inflazione che, come segnalano le stime dell’Eurostat, è scesa ad agosto al 2,2% dal 2,6% del mese scorso, ai minimi da tre anni grazie ai prezzi più bassi dell’energia. Questo valore è molto vicino all’obiettivo del 2% fissato dalla Banca Centrale Europea per mantenere la stabilità dei prezzi, e quindi tutti i titolari di mutui e prestiti a tasso variabile potranno tirare un sospiro di sollievo. Realisticamente, visto il calo di quasi mezzo punto percentuale, alla prossima riunione di settembre della BCE, Christine Lagarde potrebbe avere i margini per un ulteriore taglio dei tassi.