Perché questo articolo potrebbe interessarti? Anche Ita si prepara a essere venduta, ma la commissione europea prima vuole esaminare alcuni aspetti dell’accordo con Lufthansa: “Ma non prenderanno decisioni prima delle Europee”, spiega una fonte diplomatica a True News. Ad ogni modo, con o senza l’ingresso dei tedeschi in società, è chiaro come oramai l’Italia sia impossibilitata ad avere una propria grande compagnia di bandiera.
La commissione europea vuole vederci chiaro. E così, come del resto ampiamente previsto alla vigilia e con diversi giorni di anticipo rispetto a quanto prospettato, ha annunciato di aver aperto la cosiddetta “fase 2” dell’ispezione sull’accordo tra Ita Airways e Lufthansa. In particolare, l’esecutivo comunitario ha deciso di approfondire l’esame antitrust e verificare i punti chiave che rischiano, secondo Bruxelles, di creare problemi sul fronte della concorrenza in alcune tratte a corto e lungo raggio.
Le rassicurazioni di Lufthansa e le risposte fornite alle prime osservazioni da parte della commissione Ue, non hanno evidentemente convinto del tutto. Vuol dire quindi che, per sapere se l’operazione andrà in porto, occorre quindi attendere. Prima della fumata bianca, comprendere il destino della “nuova” Ita sarà impossibile.
Una decisione su Ita non verrà presa prima delle Europee
“Non solo la decisione di arrivare alla fase 2 era ampiamente attesa, ma le posso dire che un chiarimento definitivo della vicenda non si avrà prima delle Europee”: a parlare ai nostri microfoni è una fonte diplomatica di Bruxelles, secondo cui l’aria che tira tra i corridoi delle sedi comunitarie non sembra far presagire rapide decisioni.
Il motivo è spiegato dalla stessa fonte: “La scelta sull’operazione Ita-Lufthansa ha certamente una natura tecnica, perché occorrerà valutare se questo matrimonio penalizzerà o meno il principio di concorrenza – ha proseguito – ma si tratta pur sempre di una scelta politica. E ora le giro io una domanda: quale commissario e quale partito si potrà mai prendere la briga di annunciare una decisione così delicata prima del rinnovo del parlamento europeo?”
La decisione è attesa per il 6 giugno, data di scadenza dei 90 giorni lavorativi a disposizione di Bruxelles per rispondere: “Ma secondo me – ha concluso la fonte – si arriverà anche dopo. Inoltre occorre considerare che, a elezioni fatte, ogni decisione percepita come delicata non sarà mai approvata da una commissione uscente e quindi delegittimata politicamente”.
La vicenda che riguarda Ita Airways è evidentemente recepita come molto importante. Si tratta del resto di un progetto che non riguarda solo due aziende, ma anche due importanti vettori del mercato comunitario. Di cui uno, ossia Lufthansa, rappresenta uno dei colossi più importanti a livello internazionale e un riferimento essenziale per il settore. Ragione in più per ritenere come, oltre ai tempi tecnici, occorrerà attendere anche tempi politici.
Europa centrale, nord America e slot di Linate: i punti da chiarire
Nello specifico, quali sono le perplessità dell’Europa sull’operazione posta in essere dalle due compagnie? Per rispondere, occorre fare un passo indietro. Nel maggio del 2023, il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti ha annunciato un accordo con Lufthansa nell’ambito delle trattative per la privatizzazione di Ita. La compagnia infatti, nata nel 2020 dopo il definitivo fallimento di Alitalia, risulta interamente nelle mani del ministero dell’economia. L’intesa dello scorso anno prevede la cessione del 41% del pacchetto azionario di Ita alla società tedesca. L’investimento iniziale di Lufthanza per l’ingresso in Ita è di 325 milioni di Euro, ma nel piano è previsto un progressivo aumento della quota della compagnia con sede a Francoforte.
L’accodo ha ricevuto semaforo verde da parte della Corte dei Conti e dell’Agcm nei mesi successivi, a novembre il fascicolo è quindi passato nelle mani della commissione europea. L’esecutivo comunitario ha espresso prime perplessità alla fine dello scorso anno e adesso, come previsto, ha deciso di portare alla fase 2 la discussione.
Ita-Lufthansa, cosa non convince l’Ue
Il primo punto su cui la commissione vuole vederci chiaro sul fronte della concorrenza, riguarda le rotte tra l’Italia e l’Europa centrale. “Su alcune di queste rotte – si legge tra i documenti redatti dall’esecutivo Ue – le due compagnie competono testa a testa con collegamenti non-stop, con una concorrenza limitata principalmente solo da parte di vettori low cost, come Ryanair, che in molti casi operano da aeroporti più remoti”. In poche parole, Ita e Lufthansa oggi si contendono tra loro una fetta di mercato importante: in caso di accordo, la posizione delle compagnie correrebbe il rischio di diventare quasi monopolistica.
Stesso discorso per quanto riguarda le tratte tra Italia e nord America. “L’operazione in esame – si legge ancora nella nota della commissione – potrebbe ridurre la concorrenza su alcune rotte a lungo raggio tra Italia e Stati Uniti, Canada, Giappone e India, a causa della forte concorrenza tra Ita, Lufthansa o i partner della joint venture del vettore tedesco con United Airlines e Air Canada”.
C’è poi la vicenda legata specificamente agli slot dell’aeroporto di Milano Linate. Tra quelli ereditati da Alitalia e quelli in dotazione alla compagnia tedesca, secondo l’Ue “l’accordo tra Ita e Lufthansa potrebbe creare o rafforzare la posizione dominante della newco presso l’aeroporto di Linate e rendere così più difficile per i rivali fornire servizi di trasporto aereo passeggeri da e per lo scalo”.
Comunque vada, l’Italia non avrà una sua compagnia di bandiera
Come detto, a giugno se ne saprà di più. Questo al netto dell’ipotesi, ventilata nei corridoi diplomatici, di un rinvio a dopo le europee della scelta definitiva della commissione Ue sul dossier. Certo è che, a prescindere da come si chiuderà la vicenda, per il nostro Paese si paventa una posizione sempre meno influente nel mercato aereo europeo.
Se Ita dovesse rimanere in mano pubblica, non avrebbe molti strumenti per crescere. Per dare un’idea, nel 2022 la compagnia si è piazzata solo al quarto posto tra i vettori usati per i voli nazionali. Se invece l’erede di Alitalia dovesse legare il proprio futuro a un accordo con Lufthansa, la società avrebbe senza dubbio mezzi e know how per crescere ma le strategie economiche sarebbero comunque decise a Francoforte prima ancora che a Roma.
Vuol dire cioè che l’Italia non avrà, comunque vada, gli strumenti per influenzare le future scelte nel settore del trasporto aereo. Tra le necessità nazionali o dei territori e quelle legate alle scelte di mercato del gruppo tedesco, prevarranno le seconde. Per dirla con le parole di Eddie Wilison, Ceo di Ryanair, gli italiani “devono comprare subito qualche guida di Monaco e Francoforte, perché non ci saranno più voli intercontinentali diretti dall’Italia e saranno sempre costretti a fare tappa in Germania”.
Il problema parte da lontano. Ita è una compagnia giovane, ma che ha ereditato i problemi vecchi di Alitalia: “Ita è nata molto piccola – ha dichiarato su Startmag il manager Cristiano Spazzali – e ha la necessità per poter sopravvivere di avere un partner forte”. Quanto accaduto in passato dunque, non ha solo tagliato le ali all’Alitalia ma ha anche privato per sempre l’Italia di avere una grande e competitiva compagnia di bandiera. Con tutto quello che, di molto negativo, ne consegue.