“L’ispirazione senza limiti” è lo slogan scelto dalla casa automobilistica coreana Kia per presentare l’ultimo modello, Sportage 2022. Il via alle vendite il 15 di gennaio per rilanciare la casa anche in Italia con il modello di quinta generazione super amato in patria – sud Corea – e i primi acquirenti che potranno usufruire di sconti: si parte da 25mila euro. Sarà una delle frontiere dell’ibrido su cui costruire le basi per il rilancio.
Non è però tutto oro quello che luccica e gli ultimi anni per Kia sono stati tosti. Le recenti controversie che riguardano l’azienda, entrata a far parte del colosso connazionale Hyundai dopo la bancarotta nel 1998, lanciano effettivamente segnali di una certa ispirazione, che non riguarda però solo l’esperienza al volante, quanto i difetti di produzione nel mondo e le problematiche interne alle fabbriche coreane di Kia.
Sicurezza in strada: Hyundai e Kia di nuovo nella bufera in Usa
L’ultimo disguido in ordine temporale è l’indagine aperta a fine dicembre negli Usa dalla NHTSA, agenzia statale che vigila sui rischi causati dai veicoli stradali. Hyundai e Kia sono nuovamente tornate nell’occhio del ciclone investigativo, a causa del rischio incendio generato da alcuni motori. Alla fine dell’anno oltre 3 milioni di veicoli sono stati sottoposti ad analisi ingegneristica approfondita per valutare l’efficacia dei richiami avviati dalle due case automobilistiche: Automotive News Europe ha riportato 161 casi di incendio a vetture dei due marchi collegati coreani per guasti al motore.
L’indagine del 2019 ed il patteggiamento da 210 milioni di dollari
Una precedente indagine della NHTSA nel 2019 aveva appurato cause di incendi – ritenuti non accidentali – su Kia Optima e Sorento del 2011-2014 e la Kia Soul del 2010-2015; insieme con Hyundai Sonata e Santa Fe del 2011-2014. Si era arrivati al patteggiamento di una sanzione da 210 milioni di dollari, dopo che l’ente regolatore aveva accusato Kia e Hyundai di non aver richiamato tempestivamente 1 milione e mezzo di veicoli con problemi al motore. Riguardo al nuovo filone d’indagini, Hyundai ha dichiarato piena collaborazione alle indagini, mentre non è arrivato nessun commento da parte di Kia.
Hyundai e Kia, maxi-multa negli Usa per le emissioni inquinanti
I problemi negli Stati Uniti per i due brand asiatici erano iniziati nel 2014, quando l’EPA (Agenzia americana per la protezione ambientale) aveva comminato una multa di 100 milioni di dollari a causa delle emissioni di gas inquinanti dei loro veicoli. Fino a quel momento la più grossa sanzione della storia del Clean Air Act, la prima legge federale per il controllo della qualità dell’area, promulgata nel 1963. Le specifiche di progettazione dei modelli costruiti nel 2012 e 2013 – Hyundai Accent, Elantra, Veloster e Santa Fe; Rio e Soul per Kia – non erano conformi ai requisiti certificati dall’EPA, il che ha portato a una falsa dichiarazione di emissioni di gas a effetto serra da parte delle case automobilistiche: oltre 4,5 milioni di tonnellate.
Contestazioni anche in Europa
Le contestazioni non hanno tardato a comparire anche nel Vecchio Continente. RAPEX (Rapid Exchange of Information System), l’agenzia dell’Unione Europea che segnala i rischi per la sicurezza dei veicoli in vendita sul mercato comunitario, ha richiamato per correggere a spese del produttore originale difetti di produzione segnalati dai consumatori. Nel 2021 sono stati fatti 4 richiami a Kia per 4 modelli relativi alle linee Sportage e Stinger; e ben 10 richiami a Hyundai per Tucson, Santa Fe, Kona e Ioniq.
Kia, la controversia con 30mila dipendenti in Corea
I problemi sembrano sorgere a monte, con le numerose controversie legali tra Kia e i suoi 30mila dipendenti in Corea. Lo scorso anno la ratifica dei contratti tra azienda e sindacati è stata lunga e travagliata: ci sono voluti 12 round negoziali, intervallati da scioperi parziali che hanno apportato a Kia perdite di produzione stimate in 6.000 veicoli dal di circa 75 milioni di euro. I lavoratori di Kia hanno chiesto all’azienda di ridurre il divario di reddito con i lavoratori della più grande affiliata Hyundai Motor. Ma la società si è opposta, citando crescenti incertezze nei mercati automobilistici globali.
Anche in Italia Kia ha bisogno di cambiare marcia
In Italia? Venendo alla penisola la Kia Italia srl, ramo tricolore del gruppo che si occupa di import-export per la casa madre, completamente posseduto dalla holding europea, ha bisogno di cambiare marcia nel tanto atteso post Covid. Perché i numeri 2020 sono stati un bagno di sangue: 230 milioni di ricavi bruciati a causa della pandemia (dai 742 del 2019 ai poco di 500 nel 2020) e un passivo a bilancio contenuto a un milione e mezzo, ma da ribaltare al più presto. Questo il compito degli uomini a Roma di Kia, a cominciare dall’amministratore delegato e consigliere Giuseppe Bitti, torinese classe ’60, l’unico italiano della squadra, insieme al Presidente Ahn Won Mo e al collega Park Yongjin. Loro il consiglio di amministrazione che guida l’azienda da 20 milioni di capitale sociale e circa 130 addetti diretti.
Kia Sportage 2022: ambizioni di rilancio sul mercato italiano
La nuova linea Sportage 2022 è quindi chiamata a rilanciare Kia sul mercato italiano, ultimamente scettico verso la casa coreana per via dei difetti segnalati dal vecchio modello 2019 costruito in Slovacchia. Su varie piattaforme di automobilisti e consumatori – come Quattroruote e Altroconsumo – non sono poche le segnalazioni di vibrazioni e problematiche in fase di accelerazione, causate da difetti negli iniettori di benzina del motore. Per riprendere lo slogan e il claim dell’ufficio marketing: momenti che hanno ispirato (timori) senza limiti.
(di Francesco Floris e Stefano Marrone)