“Una boccata d’ossigeno per i consumatori, un danno per gli operatori, perché le modalità del decreto sono ancora tutte da chiarire”. Luca Squeri, deputato di Forza Italia e per lungo tempo presidente della Figisc, il sindacato dei gestori carburanti, sintetizza così – parlando con True-News.it – il decreto del governo che contiene il taglio delle accise sulla benzina.
Un provvedimento che serve per arrestare la crescita del prezzo dei carburanti seguita all’invasione russa dell’Ucraina. Squeri, prima di esprimere riserve, precisa: “Con il decreto è accaduto che sono stati tagliati 25 centesimi dalle accise, e per cui siccome l’Iva agisce il prezzo alla pompa è diminuito di 30,5 centesimi, portandosi di nuovo sotto i 2 euro al litro, a una cifra tra 1,7 e 1,8 euro, lo chiedeva il sistema Paese perché il prezzo di 2 euro alla pompa era insostenibile”.
Un vuoto nel testo legge
Detto ciò, secondo Squeri nel testo c’è un vuoto che riguarda le possibili ricadute sugli operatori del settore, i gestori dei distributori di carburante. “Come entità sicuramente è una sforbiciata notevole e i cittadini e il sistema Italia la chiedevano per avere un po’ di respiro, ma per quanto riguarda le modalità è ancora tutto da chiarire, bisogna capire come verranno convogliati questi depositi e bisogna vedere come sarà rimborsato questo tipo di diminuzione di valore del proprio magazzino”.
Quindi, tira le somme il parlamentare azzurro: “Il consumatore è stato accontentato, adesso c’è da sistemare quello che questo intervento ha provocato a livello di operatori del settore”. Gestori di distributori di carburante che potrebbero essere danneggiati dal taglio delle accise. Il rischio è quello di avere operatori più penalizzati di altri. “Senza un conguaglio che permetta di rimborsare chi ha avuto un minus valore, si creerebbero problemi di iniquità”, avverte Squeri.
Una possibile soluzione
Ma quale sarebbe la soluzione per evitare problemi ai benzinai? “Il decreto prevede che bisogna comunicare le giacenze di benzina e gasolio nei serbatoi all’Agenzia dei Monopoli e delle Dogane sia alla data di entrata in vigore del decreto sia allo scadere dei 30 giorni, alla fine chi ha un minus valore va rimborsato, per prevedere questo ci vuole una nota interpretativa del Mef e noi la chiederemo, perché speriamo che prevalga il buon senso, adesso gli operatori hanno perso e tra un mese ci sarebbe il rischio di una corsa all’accaparramento del prodotto perché ci sarebbe un rialzo”.
Ad approfittare di questo mancato conguaglio – spiega Squeri a True News.it – sarebbero i soliti furbetti che farebbero di tutto per accaparrarsi il prodotto e giocare a danno degli altri concorrenti”. Squeri comunque sottolinea: “Quello che proponiamo con la nota interpretativa al decreto da parte del Mef non è un rimborso, bensì un conguaglio, perché non ci sarà solo chi dovrà essere rimborsato per avere avuto una diminuzione di valore, ma anche chi avrà avuto un plus valore”.
L’ultimo punto sono i motivi dell’innalzamento del costo della benzina a seguito della crisi russo-ucraina. “Prima della guerra c’è stato un incremento del costo del gas – ci spiega Squeri – mentre per l’innalzamento del costo della benzina c’è una doppia combinazione di fattori: è sicuramente vero che il petrolio russo è venuto meno sul mercato internazionale, ma a questo si è aggiunta una grande operazione di speculazione da parte della finanza internazionale e dei mercati, che ha innescato il forte aumento del costo del carburante, quindi la situazione geopolitica si è combinata con una grande operazione di speculazione internazionale”.