Di fronte all’aumento dei costi dell’energia, con impatti non indifferenti sulle bollette, gli italiani si scoprono amanti del pellet. Basta dare un’occhiata ai trend di Google: la parola “pellet” ha visto triplicare il numero delle ricerche tra marzo e aprile, rispetto ai mesi precedenti, toccando la punta massima il 12 marzo.
Cingolani e il rischio di un inverno al gelo
La guerra in Ucraina sta mettendo in seria difficoltà l’approvvigionamento di gas con conseguenti rincari delle bollette. E soprattutto con il rischio di trovarsi in inverno al freddo e al gelo. Una possibilità paventata dal ministro della Transizione, Roberto Cingolani, alla Camera: “Se interrompessero ora il gas russo avremmo un serio problema con lo stoccaggio”. “Per raggiungere il 90% di stoccaggio per l’inverno 22-23 – ha aggiunto – sarebbero necessari circa 6 mesi, arriveremmo con gli stoccaggi pieni e potremmo affrontare il prossimo inverno e quelli successivi con una certa tranquillità“. Una interruzione immediata dell’export russo dunque “renderebbe critico il superamento dell’inverno 2022-23 in assenza di rilevanti misure di contenimento della domanda che ovviamente sono previste”.
Il pellet: in Italia il 70% degli apparecchi
L’alternativa, però, c’è. E non è rappresentata né dal gas algerino, di scarsa qualità, né tantomeno dal nuovo gasdotto pugliese Poseidon. Si chiama pellet, ovvero il combustile ricavato dal legno. Secondo i dati di Aiel, Associazione Italiana Energie Agroforestali, la filiera legno-energia vanta un giro di affari di 4 miliardi di euro, con 14mila aziende che occupano 72mila addetti (43mila diretti e 29mila nell’indotto). Un comparto considerato un’eccellenza del Made in Italy: il 70% degli apparecchi a pellet in Europa è progettato e costruito in Italia. Non solo: la ricaduta occupazionale della produzione di biocombustibili legnosi è sette volte superiore rispetto a quella della produzione di petrolio.
Annalisa Paniz (Aiel) al Governo: “Guardiamo al settore delle biomasse legnose”
Insomma, dal pellet sembrano provenire solo vantaggi. Tanto che la presidente di Aiel, Annalisa Paniz, ha inviato una lettera a Mario Draghi chiedendogli di prendere in seria considerazione il legno: “La drammatica situazione in Ucraina – si legge nella missiva – l’impennata dei prezzi dell’energia, i timori per la continuità delle forniture di gas hanno ulteriormente confermato la necessità di guardare con maggior attenzione al contributo che il settore produttivo delle biomasse legnose può fornire alla diversificazione degli approvvigionamenti riducendo la dipendenza energetica da altri Paesi, contrastando il caro energia e promuovendo al contempo lo sviluppo locale e la transizione energetica”.
Paniz: “Biocombustili legnosi più convenienti di quelli fossili”
E ancora: ““I biocombustibili legnosi – spiega Annalisa Paniz – oltre ad essere un veicolo di sostenibilità che contribuisce all’abbattimento delle emissioni, alla manutenzione del patrimonio boschivo e a generare un indotto occupazionale rilevante per il Sistema Paese, possono contribuire alla riduzione della dipendenza degli approvvigionamenti esteri, a diversificare il mix energetico e a contrastare il fenomeno della povertà energetica che interessa sempre più famiglie e che può essere vinta abbandonando le fonti fossili, caratterizzati da prezzi volatili legati ad assetti geopolitici in continua evoluzione, in favore delle energie rinnovabili, sia quelle più moderne, ma anche le più antiche e mature, come i biocombustibili legnosi, che assicurano continuità, stabilità e programmabilità: tre aspetti centrali per rendere la transizione ecologica realmente sostenibile e inclusiva. I biocombustibili legnosi – prosegue Paniz – sono estremamente più convenienti di quelli fossili: il costo di produzione di 1 MWh di energia termica con biomasse legnose oscilla tra i 24 e i 72 euro, quello con le fonti fossili tra i 103 e i 146 euro, valori destinati a crescere ulteriormente a causa della crisi internazionale.“
Insomma: economico, sostenibile e disponibile in Italia. Sarà il pellet la soluzione alla dipendenza dalla Russia per il gas?