Perché leggere questo articolo? L’orribile vicenda di Satnam Singh riporta in luce un esercito di invisibili. In Italia ci sono 3 milioni di lavoratori irregolari. Oltre 230mila sono vittime di caporalato. Chi li sfrutta genere guadagni per più di 190 miliardi di euro.
Una storia di barbarie e schiavitù, ma non siamo ai tempi dell’Impero romano. La vicenda di Satnam Singh non riporta indietro le lancette della storia, riporta all’attenzione del dibattito pubblico un esercito di invisibili. Quello del lavoratore indiano – morto a 31 anni dopo due giorni di agoni in seguito all’incidente che gli ha fatto perdere il braccio, ed abbandonato davanti casa come un sacco di rifiuti – è solo l’ultimo di una serie di abomini perpetrati ai danni degli invisibili del nostro Paese. In Italia i lavoratori irregolari sono quasi 3 milioni. Molti vivono in condizioni che non hanno molto a che invidiare gli schiavi dell’antichità.
In Italia ci sono 3 milioni di lavoratori irregolari
Un report Istat del 2023 denuncia come nel nostro Paese ci siano 2.990.000 lavoratori irregolari. Più di due milioni sono dipendenti, il resto indipendenti. Il dato è in forte aumento, visto che rispetto al 2020 gli invisibili del mondo del lavoro sono aumentati di oltre 73mila unità. Se si fa un confronto con il lavoro regolare, il tasso di irregolarità è del 12,7% del totale della forza lavoro nel nostro Paese.
Questo significa che in Italia oggi su 100 lavoratori regolari, quasi 13 sono in nero o in grigio. Il settore che in percentuale raccoglie più lavoratori irregolari è quello dei servizi alla persona, 42% dell’incidenza. Nell’agricoltura sono registrati il 16% delle irregolarità. Poi viene il terziario (13,8%) le costruzioni (13,3%), il commercio, trasporti, alloggio e ristorazione (12,7%).
Un danno da 190 miliardi di euro
Quanto valgono in Italia il lavoro nero, l’economia sommersa e quella illegale? L’ultimo dato, relativo al 2021 e pubblicato da Istat, parla di 174 mld di sommerso, ai quali si aggiungono i 18 mld legati alle attività legali. Così, il valore dei lavoratori irregolari genera un’economia che l’Istat chiama ‘non osservata’. E che raggiunge i 192 miliardi di euro. Per fare un paragone, il Pnrr italiano vale 191,5 mld, ripartiti in più anni.
Si tratta di una cifra in aumento, Rispetto al 2020, il valore dell’economia non osservata cresce di 17,4 miliardi (+10%), ma la sua incidenza sul Pil resta invariata rispetto a prima (10,5%). Nel 2019 era dell’11%. Tra lavoratori irregolari e sottodichiarazioni, si raggiunge una cifra che sfiora il 5% del Pil.
Tra i lavoratori irregolari oltre 230mila sono vittime di caporalato
Nel 2021 sono stati circa 230mila i lavoratori irregolari nei campi, vittime di caporali e imprenditori. Tra loro ben 55mila donne. Questo esercito di sfruttati, immigrati e italiani, raggiunge oltre un quarto dell’intera forza lavoro in agricoltura. È lo scenario descritto dal VI Rapporto agromafie e caporalato dell’Osservatorio Placido Rizzotto della Flai Cgil. Un mondo di nuovi schiavi fortemente radicato in Puglia, Sicilia, Campania, Calabria e Lazio, con tassi di oltre il 40%, ma ben presente anche nel Centro-Nord con percentuali tra il 20 e il 30 per cento.