La situazione delle scuole italiane è preoccupante. Il XXII Rapporto sulla sicurezza delle scuole di Cittadinanzattiva rivela che sei edifici scolastici su dieci non sono a norma. Gli istituti italiani mancano spesso dei requisiti minimi di sicurezza necessari per proteggere studenti, insegnanti e personale. Questo quadro preoccupante mostra le profonde criticità di un sistema scolastico in crisi, dove edifici fatiscenti e fondi bloccati si scontrano con la necessità di garantire ambienti sicuri. Basta un dato. Ogni tre giorni in una scuola italiana si verifica un crollo. Di calcinacci dal soffitto o di pareti nelle aule, nei laboratori o in palestra.
PNRR: fondi bloccati dalla burocrazia
Secondo il rapporto, il 58% delle scuole italiane non è a norma. In particolare, il 40% degli edifici non possiede il certificato di agibilità statica, che garantisce la resistenza delle strutture in caso di terremoti o altre emergenze. Inoltre, il 61% degli edifici non dispone del certificato di prevenzione incendi, rendendo la sicurezza in caso di emergenza ancora più incerta. Il problema è particolarmente grave nelle aree ad alta sismicità. Circa una scuola su quattro si trova in zone a rischio terremoto. Milioni di studenti, ogni giorno, frequentano istituti che non garantiscono loro la sicurezza necessaria.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza poteva rappresentare un’opportunità per migliorare le infrastrutture scolastiche. Dei 17,59 miliardi di euro destinati all’istruzione, una parte rilevante è riservata alla messa in sicurezza delle scuole. Tuttavia, l’erogazione di questi fondi è rallentata da lungaggini burocratiche. Le gare d’appalto e i numerosi controlli amministrativi stanno bloccando i progetti di riqualificazione. Molte scuole italiane, in particolare quelle situate al Sud, rischiano di non beneficiare dei fondi o di veder slittare gli interventi a causa della burocrazia.
La denuncia di Cittadinanzattiva
Nonostante le promesse elettorali, la politica sembra ignorare il problema delle scuole. Spesso l’attenzione si concentra – come in questi giorni – sui voti in pagella e sulle riforme didattiche, lasciando in secondo piano la sicurezza degli edifici scolastici. Negli anni sono stati avviati progetti di ristrutturazione e messa in sicurezza, ma molti di questi non sono stati completati. La mancanza di una strategia a lungo termine e i ritardi accumulati sono i principali ostacoli. Servono interventi mirati e programmati, soprattutto nelle zone periferiche e nelle aree a rischio sismico.
Cittadinanzattiva ha più volte denunciato l’inadeguatezza delle scuole italiane. “Non possiamo permettere che i nostri figli frequentino scuole pericolose”, ha dichiarato Anna Lisa Mandorino, segretaria generale dell’Associazione, durante la presentazione del rapporto. La lentezza nell’avvio dei lavori, la mancanza di certificazioni e la carenza di fondi sono i principali problemi che impediscono un miglioramento concreto. Molti comuni hanno presentato domanda per accedere ai fondi del PNRR. Tuttavia, i complessi iter burocratici e amministrativi stanno rallentando l’assegnazione delle risorse. Il rischio è che progetti importanti vengano cancellati o rimandati, aggravando ancora di più una situazione già difficile.
La priorità: scuole sicure
L’Italia deve agire subito per garantire scuole sicure. L’attenzione non deve concentrarsi solo sui voti degli studenti, ma anche sulla sicurezza degli ambienti in cui studiano. Il futuro del Paese dipende dalla qualità dell’istruzione, ma senza scuole moderne e sicure, ogni sforzo rischia di essere vano. Servono interventi immediati per sbloccare i fondi del PNRR e avviare i lavori di ristrutturazione. Ridurre la burocrazia e pianificare una strategia a lungo termine sono passi essenziali per risolvere una volta per tutte il problema degli edifici scolastici. Il monito di Cittadinanzattiva non può restare inascoltato.