Slack è un’app nata nel 2014 che nel giro di pochi anni ha rivoluzionato il lavoro di milioni di utenti. Un programma facile da usare, pensato per il mondo del lavoro, nato con l’ambiziosa missione di “rottamare la posta elettronica”. Non ci è riuscito, come sappiamo, ma in circa sei anni ha davvero cambiato l’organizzazione del lavoro per milioni di utenti – pensate a quello che avrebbe potuto essere Skype se Microsoft l’avesse saputa gestire meglio; ecco. Ebbene, i suoi giorni da azienda indipendente la scorsa settimana Slack è stata comprata da Salesforce, altro gigante dei servizi digitali per i lavoratori. Il costo dell’operazione? 27,7 miliardi di dollari.
Un affare con cui Salesforce vuole rispondere alla concorrenza di Microsoft (maledetto Bill!), che con il pacchetto Teams sta conquistando ampi margini di utenza, complici le limitazioni pandemiche che tutti conosciamo (quanti di noi conoscevano Zoom o Teams un anno fa? Ah, bei tempi!). Nonostante la cifra astronomica, quello di Salesforce sembra essere un ottimo affare, con cui si è aggiudicato i dodici milioni di utenti attivi (ma sono dati dell’ottobre 2019, gli ultimi resi pubblici dall’azienda: oggi saranno molti di più), con un portfolio di clienti che include IBM, forte dei suoi 350 mila dipendenti. Migliaia di aziende di ogni dimensioni usano Slack per comunicare e funzionare – letteralmente: e c’è del potere nel controllo di questi strumenti, nel “possedere” le chat che fanno girare l’economia. Quanto potere? Abbastanza da rendere accettabile una spesa di quasi trenta miliardi di dollari per un’app.