Parla a tutto campo in un’intervista a True-News.it Marco Campomenosi, europarlamentare della Lega e capo delegazione del Carroccio a Bruxelles e Strasburgo. Dall’ipotesi di embargo europeo su petrolio e gas russi che – dice – “penso sia stata più sul tavolo dei media europei che nella realtà”. Alle indiscrezioni di sanzioni extraterritoriali degli Stati Uniti, sul modello di quelle ai danni dell’Iran, “per tutti i paesi che commerciano con la Russia”.
“La sanzioni colpiscono più la nostra economia rispetto a quella americana”
Sul punto, Campomenosi aggiunge: “Spero che questa potenziale ‘arma’ non tocchi il settore energetico, anche perché secondo me non è necessario, dato che i paesi dell’Unione Europea si sono già allineati sulle sanzioni, che colpiscono molto di più la nostra economia rispetto a quella americana”. E poi c’è il rebus dei rubli, dopo che il presidente della Russia Vladimir Putin ha preteso che le forniture energetiche per i contratti in essere vengano pagate solo attraverso la valuta russa: “Con questa mossa è come se Putin abbia sanzionato a sua volta i paesi europei che acquistano il gas, impedendo di fatto di poter pagare gli approvvigionamenti”. Campomenosi è prudente: “Vedo che c’è molta emotività, è una situazione molto complessa per noi europei, anche se è chiaro che noi non siamo obbligati a pagare in rubli niente, bisogna sottolineare che ci stiamo preparando a non dipendere più dalla Russia, ma questo è un processo che richiede molto tempo”.
“Anche sull’agricoltura Europa dipende da Russia”
L’Italia, insieme alla Germania, è il paese più dipendente da Mosca a livello energetico. E proprio i tedeschi non sono esenti da responsabilità: “Questa situazione l’ha creata anche la Germania, che fino a poco tempo fa ha spinto per il gasdotto Nord Stream 2, basti vedere la posizione dell’ex cancelliere tedesco Gerhard Schroeder, che ha voluto esplorare la possibilità di evitare sanzioni alla Russia”
Da Bruxelles Campomenosi si concentra anche sull’agricoltura, altro settore da cui l’Europa è dipendente dalla Russia, soprattutto per quanto riguarda il grano. “Noi abbiamo chiesto la possibilità – spiega il capo delegazione leghista – di aumentare la capacità politica europea, ma questo si scontra sugli obiettivi ‘green’ dell’Europa, che nonostante la guerra non sono stati ancora del tutto accantonati e che rendono difficile intensificare la produzione agricola per renderci indipendenti anche da questo punto di vista”. Campomenosi allarga lo sguardo e dice: “Noi della Lega da tempo abbiamo chiesto di accorciare le catene del valore in tanti settori per renderci più autosufficienti ma siamo stati inascoltati e ora siamo dipendenti dalla Russia sul gas e il petrolio e dalla Cina su alcuni aspetti delle prospettive di politiche ambientali”
“Le sanzioni attuali però sono molto più forti”
Decisivo è più che altro assicurarsi che le sanzioni attuali vengano rispettate e applicate: “Dopo l’annessione della Crimea nel 2014 già c’erano state delle sanzioni pesanti, che però in molti casi venivano bypassate o addirittura hanno portato benefici alla Russia, le sanzioni attuali però sono molto più forti, anche se non so quanto sia stato prudente avere un’esposizione delle banche italiane nel mercato russo alla luce del fatto che già dal 2014 c’erano sanzioni e tensioni in quell’area geopolitica”.
Il problema immigrazione
Infine il problema dell’immigrazione e le polemiche politiche sulle posizioni filo-Putin di Matteo Salvini: “Indipendentemente dagli esiti militari, questa crisi farà affluire ancora più profughi ucraini verso l’Europa, forse anche perché abbiamo illuso gli ucraini su una loro rapida entrata nell’Ue, per non parlare del rischio di nuove crisi in Africa e conseguenti ondate migratorie”. Invece – per quanto riguarda le contestazioni a Salvini – “si tratta solo di speculazioni politiche come quella sulle t-shirt di Putin, la Lega si è sempre allineata sul caso-Russia”.