Un gasdotto lungo oltre 700 chilometri per collegare Barcellona e Livorno. Un’infrastruttura strategica, valutata tra i 2,5 e i 3 miliardi di euro, che potrebbe vedere luce grazie ad un’intesa tra Snam ed Enagas. E che potrebbe, soprattutto, rifornire l’Italia di gas pulito in uno dei momenti più delicati di sempre. È questa una delle soluzioni allo studio dell’Unione europea per far fronte alla crisi energetica provocata dalla guerra in Ucraina.
Il gasdotto Barcellona-Livorno
La Spagna può vantare sul proprio territorio un gioiello singolare, tanto più prezioso in epoca di penuria di gas. La penisola iberica, infatti, conta sei rigassificatori attivi, il numero più alto di qualsiasi Paese del continente. Il problema è che questo tesoro è poco interconnesso con il resto dell’Unione europea. Bruxelles, ha svelato il quotidiano spagnolo El Pais, avrebbe quindi pensato di scommettere su un gasdotto capace di attraversare le profondità del Mar Mediterraneo e collegare Spagna e Italia. Proprio per sfruttare al meglio i suddetti rigassificatori.
Il gasdotto Barcellona-Livorno si presenta come alternativa di emergenza alla rotta russa. L’obiettivo: rifornire sia l’Italia, che dispone di tre rigassificatori, sia i Paesi del centro e nord Europa. L’idea è tanto semplice quanto – sulla carta – interessante. Alla Spagna, che riceve già dall’Africa gas naturale liquefatto (GNL), si chiederebbe di portare la preziosa risorsa allo stato gassoso grazie ai rigassificatori. Per poi, in un secondo momento, utilizzare il porto di Barcellona e spedire il carico a Livorno, e da qui anche oltre i confini italiani. Il tutto grazie al citato gasdotto, il cui eventuale completamento richiederebbe da uno a due anni.
L’accordo Snam-Enagas
Il progetto di un fantomatico gasdotto Barcellona-Livorno compare effettivamente in una delle mappe raccolte da RepowerEU, la road map dell’Ue ideata per affrontare il delicato – quanto probabilmente inevitabile – smarcamento europeo dal petrolio e dal gas russo. Tra le opzioni sul tavolo, accanto alla resurrezione del Midcat, e cioè del gasdotto che collegherebbe Spagna e Francia, troviamo anche l’infrastruttura che andrebbe a coinvolgere l’Italia. Stiamo parlando, dunque, di possibili piani predisposti dalla Commissione europea che potrebbero essere presi in seria considerazione di fronte ad una reale disconnessione dal gas russo. Ricordiamo che Bruxelles vuole ridurre la dipendenza dal gas di Mosca di almeno il 66% prima della fine dell’anno.
Ma chi realizzerà, nel caso, il gasdotto? Lo scorso 11 maggio Snam ed Enagás hanno firmato un protocollo d’intesa per esplorare la fattibilità del progetto. Snam è il principale operatore europeo nel trasporto e nello stoccaggio di gas naturale, con un’infrastruttura in grado di abilitare la anche la transizione all’idrogeno. Enagas è invece una società energetica spagnola, nonché un operatore del sistema di trasmissione europeo, che possiede e gestisce la rete del gas della Spagna.
Un nuovo flusso di gas?
“Ci sono anche conversazioni di alto livello“, hanno aggiunto fonti citate dal Pais. In ogni caso pare che il governo spagnolo non disprezzi il progetto. Madrid insiste tuttavia su alcuni punto. Il primo e più importante: i soldi per la costruzione del gasdotto dovranno provenire dai bilanci comunitari oppure dall’Italia e dai Paesi del nord Europa.
Nel suo ultimo comunicato ufficiale Snam ha dedicato un pargrafo all’accordo, o meglio MoU (Memorandum of Understanding) con Engas. “In data 11 maggio – si legge – Snam ha firmato un Memorandum of Understanding con Enagás per commissionare congiuntamente uno studio di fattibilità tecnica per la possibile realizzazione di un gasdotto offshore tra Spagna e Italia, a beneficio dell’ulteriore diversificazione delle forniture verso il nostro Paese e l’Europa”. Poche parole per sottolineare l’esplorazione di un progetto che, in un colpo solo, renderebbe l’Italia centrale nella nuova rete europea del gas, e fornirebbe all’intero continente una valida alternativa – seppur parziale – alle importazioni russe.