Perché questo articolo potrebbe interessarti? Gli agricoltori europei, compresi quelli italiani, hanno messo nel mirino l’accordo di libero scambio tra l’Ue e il Mercosur. Ma l’Ue è la stessa fonte che ha fin qui sempre garantito fondi e sussidi all’intera categoria. Ecco perché trovare un equilibrio non sarà facile.
L’accordo di libero scambio tra l’Unione europea e il Mercosur è finito nel mirino degli agricoltori del Vecchio Continente. Insieme alle politiche green, alle importazioni a basso costo, alle norme ambientali e alla concorrenza delle grandi multinazionali. Bastava una scintilla per far divampare un incendio che da mesi stava bruciando sotto le ceneri in una sostanziale indifferenza generale. Prima la guerra in Ucraina, con il conseguente aumento dei prezzi, poi le condizioni ambientali estreme che hanno distrutto interi raccolti.
Si è creato così il più classico degli effetti domino, terminato con un il mezzo assedio di Bruxelles. Con i trattori a bloccare le arterie principali delle più importanti città europee. E la rabbia contro i governi nazionali, rei di avallare le decisioni dell’Ue. Il punto fondamentale è che gli stessi agricoltori – italiani compresi – che intendono bloccare l’accordo Ue-Mercosur sono gli stessi che dall’Ue hanno ottenuto e possono ottenere ingenti sussidi e finanziamenti.
I fondi agricoli dell’Ue
Per quanto riguarda i finanziamenti, gli agricoltori ricevono pagamenti diretti nell’ambito del Fondo europeo agricolo di garanzia (FEAGA). Il fondo finanzia principalmente pagamenti diretti e misure intese a regolare o a sostenere i mercati agricoli. Il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) finanzia invece il contributo dell’Ue ai programmi di sviluppo rurale. Il bilancio del FEASR per il periodo 2021-2027 ammonta a 95,5 miliardi di euro, mentre il FEAGA si aggira intorno ai 290 miliardi di euro.
Come se non bastasse, i manifestanti scesi in strada a bordo dei trattori possono beneficiare anche del sostegno nell’ambito del polo tematico “Alimenti, bioeconomia, risorse naturali, agricoltura e ambiente” di Orizzonte Europa, oltre che di alcune azioni del programma per il mercato unico, in particolare nell’ambito del pilastro della catena alimentare gestito dall’Agenzia esecutiva europea per la salute e il digitale (HaDEA). Anche il Fondo sociale europeo Plus (FSE+) mette a disposizione degli agricoltori fondi per migliorare le condizioni occupazionali nelle zone rurali.
La rabbia degli agricoltori contro il Mercosur
Arriviamo così alla punta dell’iceberg delle proteste. Il Mercato Comune del Sud, noto come Mercosur, è uno dei principali blocchi economici del mondo. È formato da quattro Paesi membri: Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay. Bolivia, Cile, Colombia, Ecuador, Guyana, Perù e Suriname sono invece membri associati. Il gruppo comprende 295 milioni di persone e ha un pil combinato di quasi 2 trilioni di dollari.
L’accordo tra l’Unione europea e il Mercosur è ancora in fase di stallo, e lo è dai primi anni 2000 per posizioni ancora distanti tra le parti. Quando e se arriverà la fumata bianca, l’eventuale intesa abbatterà le tariffe commerciali per il 91% circa dei prodotti importati dai membri Mercosur e provenienti dall’Ue, che a sua volta eliminerà i dazi su circa il 95% dei prodotti Mercosur.
Un simile accordo rappresenterebbe per l’Italia sia una sfida che un’occasione. Una sfida perché gli agricoltori e allevatori dovrebbero fare i conti con la concorrenza dei prodotti agroalimentari sudamericani, tutti dotati di un prezzo inferiore rispetto a quelli made in Eu. Un’opportunità perché l’export made in Italy potrebbe crescere in Sud America grazie al crollo dei dazi doganali.
Quanto vale il Mercosur
Nel 2018 le importazioni agroalimentari in Italia dal Mercosur hanno raggiunto 1,93 miliardi di euro, mentre le esportazioni si sono fermate a 268 milioni di euro, con un deficit della bilancia agroalimentare di 1,66 miliardi di euro. E sono proprio questi i numeri che alimentano la diffidenza degli agricoltori europei nei confronti di un accordo di libero scambio Ue-Mercosur. Nonostante i fondi garantiti da Bruxelles. Trovare un equilibrio non sarà facile.