Perché leggere questo articolo? Un nemico invisibile ha invaso la Terra, attaccando l’uomo dall’interno. Si tratta delle microplastiche, ritrovate dall’Antartide al deserto, ma anche nel sangue, nella placenta e… nei testicoli umani.
Cosa hanno in comune i testicoli umani, la birra, la pioggia, la placenta e il latte materno, i polmoni e il sangue, la neve in Antartide, la cima dell’Everest e il deserto? La plastica. Incredibile ma vero, purtroppo. Si tratta delle cosiddette microplastiche, minuscoli frammenti con dimensioni inferiori ai 5 millimetri, che ormai sono ovunque. Dai luoghi più remoti del pianeta fino all’interno del nostro corpo, queste particelle rappresentano una vera e propria invasione che non solo compromette l’ambiente, ma minaccia anche la salute umana.
Microplastiche: il corpo umano non è immune
Se è ormai noto che le microplastiche hanno invaso ogni angolo del mondo, contaminando anche prodotti gastronomici come olio e birra, sconfortanti studi hanno rivelato che la plastica non risparmia nemmeno il corpo umano. Anzi, è penetrata al suo interno, scorre nel sangue, giace nella placenta e viene respirata nei polmoni.
Le microplastiche sono state rinvenute perfino nei tessuti umani più intimi. Un recente studio pubblicato su IJIR: Your Sexual Medicine Journal ha scoperto la presenza di microplastiche nel pene, analizzando campioni di tessuto prelevati da cinque uomini sottoposti a intervento chirurgico per una protesi peniena gonfiabile. Quattro di questi campioni contenevano microplastiche di dimensioni variabili tra 0,5 mm e 0,002 mm, perlopiù PET e polipropilene, materiali ampiamente utilizzati negli imballaggi per alimenti e bevande.
Un gruppo di ricercatori guidato da Xiaozhong Yu dell’Università del New Mexico ha invece rilevato la presenza di 12 tipi di microplastiche in 23 testicoli umani e in 47 testicoli di cane. La concentrazione media di microplastiche nei testicoli umani è risultata essere circa tre volte superiore a quella nei cani: 328 microgrammi per grammo di tessuto rispetto ai 123 microgrammi rinvenuti negli animali a quattro zampe. Il polietilene è risultato essere il polimero più diffuso, seguito dal PVC nei campioni canini.
Microplastiche, le ricerche sulle implicazioni per la salute e l’infertilità
L’impatto di queste particelle sulla salute umana è ancora sconosciuto, ma ricerche scientifiche indicano che le microplastiche possono provocare infiammazioni nei tessuti e aumentare il rischio di malattie cardiovascolari. Ranjith Ramasamy, a capo dello studio sui campioni penieni, ha evidenziato la necessità di ulteriori indagini per determinare il ruolo delle microplastiche nella disfunzione erettile e nell’infertilità maschile. Con il numero di spermatozoi in calo da decenni e l’inquinamento spesso implicato, è cruciale capire meglio come queste particelle influenzino la salute riproduttiva.
Nonostante le attuali lacune della ricerca, l’infiltrazione delle microplastiche in ogni aspetto della nostra vita e del nostro corpo è un problema che non può e non deve più essere ignorato. È imperativo che la comunità scientifica e le autorità regolamentari lavorino insieme per mitigare questa invasione invisibile e proteggere sia l’ambiente che la salute umana.
Ma che cosa sono le microplastiche?
Le microplastiche sono particelle di plastica di dimensioni inferiori a 5 millimetri, che possono formarsi quando prodotti di plastica di maggiori dimensioni si degradano e si frammentano. Ogni anno, nell’Unione Europea vengono rilasciate 42 mila tonnellate di microplastiche aggiunte intenzionalmente ai prodotti. Mentre l’8% sono rinvenute negli oceani proviene da tessuti sintetici. Anche gli agenti atmosferici contribuiscono alla dispersione diffusa nell’ambiente di queste particelle, che possono essere ingerite e inalate sia dagli animali che dagli esseri umani.