Perché questo articolo potrebbe interessarti? Kyriakos Mitsotakis è il nuovo primo ministro della Grecia. Ha stravinto le ultime elezioni parlamentari greche ottenendo il 40,52% dei voti e 158 dei 300 seggi disponibili. L’exploit del suo partito conservatore, liberale ma non sovranista, dimostra che in Europa un’altra destra possibile.
I dati parlano chiaro: il 40,52% dei voti ottenuti, ovvero 158 dei 300 seggi a disposizione. Kyriakos Mitsotakis ha dominato le ultime elezioni parlamentari greche, confermandosi per un secondo mandato nelle vesti di primo ministro, e dimostrando all’Europa intera che il trionfo di un'”altra” destra è possibile.
Il partito di Mitsotakis, Nea Dimokratia (Nuova Democrazia, ND) ha surclassato i rivali, in primis la sinistra di Syriza – che non h a raggiunto il 18% – affidandosi ad una ricetta sui generis. Una ricetta distante anni luce da quella adottata dalle “destre” più gettonate del continente. ND è infatti un partito politico moderato, di centrodestra e ispirazione conservatrice.
A livello internazionale, aderisce all’Internazionale Democratica Centrista e all’Unione Democratica Internazionale. Sul piano europeo fa invece parte del Partito Popolare Europeo mentre i suoi europarlamentari risiedono nel Gruppo del Partito Popolare Europeo.
La lezione della Grecia
Fatta la radiografia di ND, vale la pena analizzare il suo timoniere. Mitsotakis ha il merito di aver riportato l’indebitata e squattrinata Grecia su un credibile percorso di crescita. Rampollo di una dinastia conservatrice prominente per decenni nella politica greca, il 55enne ha raccolto il partito nel 2016, quando era in frantumi. Proprio mentre Atene stava attraversando una gravissima crisi, economica e istituzionale.
Senza strizzare l’occhio al sovranismo, e limitando al minimo indispensabile le venature populiste, Mitsotakis ha lavorato duro promettendo ai suoi elettori realtà e concretezza. È così che è riuscito ad assottigliare sempre di più le distanze dall’ex enfant prodige anti sistema Alexis Tsipras, fino a superarlo dando prova di grande maturità politica. Una maturità, quella incarnata da ND, che dovrebbe essere presa come spunto dalle altre destre europee.
Solitamente ai margini delle grandi discussioni politiche internazionali, grazie a Mitsotakis la Grecia si è ritagliata un posto al centro della scena. Non in prima fila, certo, ma quanto basta per ripristinare la posizione globale di Atene, trasformatasi, in maniera inaspettata, in un pilastro della stabilità all’interno dell’Unione europea e della Nato. Basti pensare che l’amministrazione Biden tratta Mitsotakis come un alleato credibile e che, un anno fa, lo ha pure invitato a parlare al Congresso Usa.
L’altra destra
Giorgia Meloni si è congratulata con il nuovo premier: “A lui ho rivolto auguri affettuosi di buon lavoro. Italia e Grecia insieme possono ottenere importanti risultati a beneficio dei nostri popoli, delle nostre Nazioni e del nostro Continente”. Eppure c’è un abisso che separa Fratelli d’Italia, Lega, Rassemblement Nationa e le destre dell’est Europa da ND.
Il partito di Mitsotakis non è infatti né sovranista né populista. Utilizza poi altre parole chiave rispetto ai feroci slogan anti sistema sbandierati da altri partiti d’area. Si affida inoltre alla competenza di un leader laureato ad Harvard e che ha lavorato presso la società di consulenza finanziaria statunitense McKinsey. Detto altrimenti, l’exploit di ND in Grecia segna una vittoria della destra ellenica sui populismi locali e funge da monito per le altre democrazie liberali dell’Ue.
Una nuova economia
All’ombra del Partenone, un politico che ha speso la sua campagna elettorale a parlare di soluzioni concrete a problemi reali ha avuto la meglio su chi organizzava comizi per offrire promesse irrealizzabili. Al netto delle criticità di Mitsotakis, la destra da lui reinventata è un valido esempio di come un partito liberale di centro-destra possa affermarsi e arginare gli estremismi. Dal canto suo, il leader ND ha intenzione di continuare a guidare la Grecia lungo la strada della stabilità economica dopo la terribile crisi del debito sovrano. Le altre destre europee potrebbero prendere nota. Se non dell’agenda di Mitsotakis, almeno del suo modus operandi.