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Morti sul lavoro, in Italia 3 al giorno. In calo ma più che in Ue

Morti su lavoro

Perché leggere questo articolo? Ogni giorno in media in Italia ci sono 3 morti sul lavoro. Un dato in calo nella serie storica ma superiore alla media Ue.

Ogni morte sul lavoro è una tragedia, in alcuni casi però il dramma assume i toni dell’orrore. La vicenda di Satnam Singh, lo “schiavo” (non c’è altro modo di definire le condizioni disumane a cui era costretto a sottostare) dell’Agro Pontino morto dopo due giorni di agonia, ha riportato alla luce la questione delle condizioni precarie dei lavoratori in Italia. Stando alle rilevazioni Inail più recenti, nel nostro Paese in media ci sono ogni giorni più di tre morti sul lavoro.

Dove e quante morti sul lavoro avvengono in Italia

Nel 2023 è stato registrato, rispetto a dodici mesi prima, un netto calo delle denunce di infortunio sul lavoro nel complesso. Sono diminuite le morti sul lavoro, ma sono cresciute le malattie professionali. Sono questi i dati principali diffusi dall’Inail negli Open data relativi allo scorso anno, da cui è emerso che le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Istituto tra gennaio e dicembre sono state 585.356 (-16,1% rispetto al 2022). Quelle con esito fatale sono state 1.041. Le morti sul lavoro in Italia sono quindi calate del 4,5% rispetto alle 1208 del 2022. In aumento, invece, le denunce di patologie di origine professionale: 72.754 pari ad un +19,7% rispetto al 2022.

A guidare il calo delle morti sul lavoro è stato il miglioramento delle condizioni nel mondo dell’Industria e i servizi. Da 936 decessi, in un anno si è scesi a 884. Nel settore dell’agricoltura, invece, proprio quello del bracciante orrendamente morto in questi giorni, si segnala un aumento da 118 a 119 morti sul lavoro. I decessi calano nel Nord-Ovest (da 301 a 270), nel Nord-Est (da 245 a 233) e al Centro (da 225 a 193). Le morti sul lavoro son invece in aumento al Sud (da 235 a 255) e nelle Isole (da 84 a 90).

Le regioni che hanno fatto riportare i maggiori aumenti sono Abruzzo (+15), Friuli-Venezia Giulia (+12) e Sicilia (+5), mentre i cali più consistenti sono stati registrati in Toscana (-21), Piemonte (-18) e Veneto (-12). La flessione rilevata tra il 2022 e 2023 è legata sia alle donne, i cui casi mortali denunciati sono diminuiti da 120 a 86, sia gli uomini, da 970 a 955.

La serie storica delle morti sul lavoro

L’Inail dal 1951 riporta le statistiche degli infortuni e delle morti sul lavoro. La serie storiche dell’Istituto nazionale assicurazione infortuni sul lavoro mostra una tendenza consolidata di decrescita dei decessi. Il grafico mostra come dal 1951 in poi il picco delle morti sul lavoro è stato raggiunto nel 1963, con 4.644 incidenti con esito mortale, quasi il quadruplo del numero registrato nel 2023.

Il numero medio di morti sul lavoro all’anno è calato di decennio in decennio. Lo scorso decennio ogni anno sono morte in media sul lavoro 1.292 persone, quasi il 70 per cento in meno rispetto alla stessa media degli anni Sessanta. Il calo si è concentrato soprattutto tra gli anni Sessanta e gli anni Novanta e poi ha rallentato. La media annua dei morti sul lavoro è infatti diminuita solo dell’1,5 per cento tra il 2000-2009 e il 2010-2019. Un altro dato incoraggiante è quello del rapporto tra i morti sul lavoro e gli occupati. Se negli anni Sessanta morivano sul lavoro oltre 20 lavoratori su 100 mila, dagli anni Duemila in poi questo numero è sceso tra i cinque e i sei lavoratori.

L’Italia ha una media peggiore di quella Ue

Le statistiche sulle morti sul lavoro nei 27 Paesi membri dell’Unione di Eurostat sono aggiornate al 2021. Il dato per dare un termine di confronto tra i Paesi Ue è la media dei morti sul lavoro ogni 100 mila lavoratori. Come riporta il sito Pagella Politica, nel 2021 l’Italia ha registrato un tasso standardizzato di incidenza pari a 3,17 morti ogni 100 mila lavoratori. L’ottavo dato più alto tra i Paesi Ue, contro una media europea pari a 2,23. Tra gli altri grandi Paesi Ue, la Francia ha un dato più alto di quello italiano (4,45), mentre Germania (1,08) e Spagna (2,49) hanno numeri più bassi. Al primo posto c’è la Lituania (5,45), all’ultimo i Paesi Bassi (0,43).