Perché questo articolo può interessarti? Lo stop dal 2035 alle immatricolazioni di veicoli con motori endotermici rappresenta uno smacco per il governo italiano, che però cerca di rivendicare un parziale successo. Ma anche per le opposizioni è difficile sfruttare la vicenda in ottica elettorale: in ballo ci sono gli interessi dell’industria automobilistica italiana.
Il governo ha cercato di indorare la pillola, parlando di un’apertura di credito sulla vicenda dello stop ai veicoli con motore endotermico dal 2035..Il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, ha rivendicato un “cambiamento di direzione da parte della Commissione europea, nell’accogliere la possibilità di immatricolare i motori endotermici anche dopo il 2035, e non solo i motori elettrici”. Ma è stata un’affermazione a favore di telecamera. Il governo è uscito sconfitto sulla vicenda delle immatricolazioni di veicoli con carburante non elettrico.
Stop ai motori endotermici: sconfitta per l’Italia
L’Unione europea ha tirato dritto e l’astensione dell’Italia non ha sortito alcun effetto sul via libera al regolamento, perché la Germania ha fornito il proprio sostegno avendo ottenuto la deroga ai combustibili sintetici. A quel punto la presunta intesa Roma-Berlino è venuta meno. Un bel problema per l’immagine dell’esecutivo guidato da Giorgia Meloni. Tuttavia nel centrodestra vogliono rigirare il caso a proprio favore, soprattutto nell’ottica delle Europee 2024.
“Hanno fornito un argomento per la campagna elettorale”, dice un deputato leghista, decisamente contrario alla misura introdotta, annunciando battaglia. Il leader del partito, Matteo Salvini, lo ha lasciato intendere nel post pubblicato dopo l’assunzione della decisione: “L’approccio ideologico della Commissione si è limitato ad aprire agli e-fuel, confidiamo che gli esperti sappiano dimostrare anche la piena sostenibilità dei biocarburanti”. E, ha spiegato il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, “in questo senso va letta la posizione del nostro governo a Bruxelles: non è ancora sufficiente e siamo determinati affinché prevalga la ragionevolezza”.
Stop ai motori endotermici: opposizione cauta sulla decisione dell’Ue
Ma se la maggioranza è in affanno sul dossier, le opposizioni non possono partire all’attacco. Perché, appunto, c’è una questione di calcolo elettorale da affrontare: centinaia di migliaia di lavoratori guardano con preoccupazione al cambiamento radicale. “Bisogna seguire i dossier, studiarli, fare un’azione di diplomazia, con una sponda tra funzionari ed europarlamentari”, dice a True-news.it un parlamentare molto vicino alla segretaria, Elly Schlein, a microfono spenti. “Invece – è la posizione che fa trapelare il Pd – il centrodestra ha preferito andare avanti a colpi di slogan, subendo così una dura sconfitta. E ora non si capisce come sarà gestita la transizione”.
Tra i dem, c’è la consapevolezza di una certa difficoltà a gestire il passaggio
D’altra parte, tra i dem, c’è la consapevolezza di una certa difficoltà a gestire il passaggio. Arturo Scotto, deputato di Articolo Uno e iscritto al gruppo Pd-Idp a Montecitorio, punta il dito contro l’esecutivo: “Bisognava ottenere un fondo per favorire la transizione dai motori endotermici a quelli elettrici, un modo per sostenere la filiera e aiutare i cittadini”. “Se mi presento in Europa e chiedo la deroga sui balneari, sul Mes, sul Pnrr. Diventa difficile fare gli interessi dell’industria automobilistica italiana”, insiste il parlamentare, molto vicino politicamente all’ex ministro Roberto Speranza, che incalza: “C’è stato un negoziato condotto in maniera maldestra”.
La Germania non aveva gli stessi interessi dell’Italia: voleva tutelare l’alta gamma delle loro produzioni”. E Scotto cerca di spiegare cosa avrebbe fatto il centrosinistra se avesse gestito il caso: “C’è modo e modo di fare una trattativa. Qualche impegno bisogna assumerlo, non si può fare sempre il Pierino, chiedendo sempre deroghe di fronte a sfide complicate”. Insomma, conclude il deputato, “ci vuole un diverso standing quando si va in Ue”.
La carica dei Verdi contro governo e motori endotermici
Diverso l’approccio di Verdi, che invece hanno sempre sostenuto la necessità di accelerare sulla transizione ecologica. Anche con una scelta radicale sui motori. “La sconfitta, drammatica, politico diplomatica per l’Italia che, con il suo no di alcune settimane fa al regolamento sull’auto elettrica, ha favorito i carburanti sintetici prodotti dalla Germania”, dice Angelo Bonelli, deputato e co-portavoce di Europa Verde. “La proposta italiana è stata bocciata anche perché ambientalmente è insostenibile”, ha ribadito. Dimostrando che qualcuno è pronto a cavalcare questa novità, indipendentemente dall’impatto sull’industria italiana dell’automotive.