Perché leggere questo articolo? L’impero Msc colpisce ancora. Aponte si prende anche il Secolo XIX dal gruppo Gedi. L’acquisto del giornale di Genova, il più letto della Liguria e il terzo della holding degli Agnelli è un colpo. L’acquisto del Secolo per l’armatore.
La cessione del Secolo (XIX). Msc sta trattando col gruppo Gedi per l’acquisto del Secolo XIX, il principale quotidiano ligure. I quotidiani riportano di un’intesa preliminare tra le due conglomerati, a cui farà a breve seguito la negoziazione in esclusiva per la due diligence. La notizia è una bomba sul mercato editoriale italiano. Da entrambi i lati della trattativa. Da un lato, conferma la tendenza alla liquidazione del gruppo Gedi. Soprattutto dall’altro, il Secolo XIX diventa il primo di proprietà di un armatore dai tempi di Achille Lauro. Il quotidiano di Genova – il secondo porto d’Italia per tonnellaggio – è il più letto della Liguria e anche il terzo del gruppo Gedi (dopo Repubblica e Stampa). Un colpo grosso di Aponte: il nuovo re d’Italia entra anche nel mondo dell’editoria.
Msc, il ritorno degli armatori nel mondo del giornalismo
Era dal 1978 che un armatore non deteneva un giornale. Achille Lauro, “O’ comandante” (non il cantante) fu un sacco di cose. Presidente e sindaco di Napoli (famoso per il regalare una scarpa prima delle elezioni, e l’altra a elezione avvenuta), fu anche editore. Nel 1942 acquistò Il Roma, uno dei principali quotidiani napoletani, che detenne fino al 1978, quando il suo impero navale iniziò a entrare in crisi. Curiosamente (o forse no, non è un caso) a rilevare la Lauro Line, fu proprio Msc degli Aponte.
Msc comunica in una nota che “L’operazione include anche le attività digitali e di raccolta pubblicitaria relative al Secolo XIX, nonché quattro testate ad esso collegate quali The MediTelegraph, L’Avvisatore Marittimo, Il Giornale del Ponente Ligure e Ttm – Tecnologie Trasporti Mare”. L’impero di Gianluigi Aponte, il “napoletano di Svizzera”, è in continua espansione. Msc, il colosso della cantieristica dell’imprenditore 83enne ha di recente annunciato di voler rilevare lo stabilimento Wärtsilä di Trieste a rischio chiusura, che occupa 300 persone.
L’impero di Aponte, il nuovo re d’Italia coi conti in Svizzera
Le navi (da crociera e portacontainer), i traghetti Moby e Tirrenia, la logistica portuale, gli aeri cargo e i treni Italo. Ora i giornali. Con le casse gonfie di miliardi per i prezzi dei noli alle stelle grazie alla crisi di Suez, il patron di Msc Gianluigi Aponte prosegue con lo shopping. Ha appena raggiunto un accordo con Gedi per l’acquisto (tramite una controllata del gruppo).
Un business che, a ben guardare, continua a essere però ben difficilmente tracciabile. complice la presenza in terra di Svizzera della sede del gruppo. L’Espresso ha tentato di indagare sui bilanci di Msc e del suo fondatore nel febbraio 2022, ma ha trovato poche informazioni utili. In Svizzera, dove Msc ha sede, non è obbligatorio pubblicare i bilanci, e molte società rilevanti del gruppo hanno sede in Paesi altrettanto riservati come Lussemburgo e Cipro. Tuttavia, è risaputo che Aponte e la sua famiglia sono i cittadini svizzeri più facoltosi, con un patrimonio stimato di 31 miliardi di dollari secondo Forbes, ben al di sopra del secondo classificato, Ernesto Bertarelli, fermo a “soli” nove miliardi.
Il bilancio complesso di Msc
Nell’ottobre dello stesso anno, in occasione dell’annuncio dell’acquisizione di metà della compagnia ferroviaria Ntv (che controlla Italo), Msc Mediterranean Shipping Holding Company ha reso pubbliche alcune informazioni ufficiali sul suo bilancio. I dati riguardano il consolidato aggregato del 2022: ricavi per 86,4 miliardi di euro e un utile ante-imposte di 43,2 miliardi. I profitti netti sono di 36,2 miliardi. Il ricavo porrebbe Msc al terzo posto dietro alle sole Eni e Enel, aventi i risultati “gonfiati” dal boom dell’energia, tra le aziende con i ricavi più alti in Italia se il gruppo di Aponte battesse bandiera tricolore. Di un’incollatura davanti a Generali, terza con 84,3 miliardi. Il fatto che Msc abbia sede in Svizzera le consente però di avere profitti molto più alti, superiori alla somma dei primi tre gruppi italiani per risultato operativo netto: Enel, Unicredit e Intesa San Paolo, sommate, arrivano a 35,7 miliardi di euro.
È notevole anche il valore della cassa, pari a 63 miliardi, e del capitale (equity), pari a 91 miliardi, a fronte di debiti per 26 miliardi. Queste cifre riguardano l’intero gruppo, comprendente la compagnia di trasporto marittimo Mediterranean Shipping Company, la terminalista Terminal Investment Limited, l’operatore multimodale Medlog, la compagnia aerea Msc Air Cargo e la divisione passeggeri, che include Msc Crociere e i traghetti, oltre alla partecipazione in Ntv.
Dove vuole arrivare Aponte?
In Ntv Msc, alleata con Global Infrastructure Partners e Allianz, è il socio di riferimento e la sua espansione mostra la volontà di Aponte di potenziare il suo impero dai cargo navali ai treni. “I gruppo controlla i traffici container sulle rotte euro-atlantiche ed è primario anche sul fronte oggi caldo dell’asse Europa-Asia, ricondizionato dalla crisi del Mar Rosso. Il trittico su cui si muove l’azienda è quella della spinta all’intermodalità, della centralità data ai traffici navali e dell’attenzione parallela alla partita delle infrastrutture”, si ricordava su Money.it. Da ricordare che “’l’investimento di BlackRock per rilevare, con 12,5 miliardi di euro, il fondo Global Infrastructures Partner (Gip) porterà in dono alla “Roccia Nera” circa un terzo di Til – Terminal Investment Limited, il braccio terminalistico di Msc”. Capitali freschi per investimenti. Sull’asse finanziario Svizzera-Usa. Passando per l’Europa.