Si gioca tutto nelle prossime settimane. A cominciare dalla scadenza dei vertici di Cassa Depositi e Prestiti il cui dossier arriverà sul tavolo di Mef e governo già nei prossimi 15 giorni. Oltre alle altre grandi aziende partecipate dallo Stato come FS e Rai. Con lo stesso premier Mario Draghi intenzionato a mettere le mani nei gangli fondamentali per l’attuazione del Recovery Plan. La logica? Dove Draghi e i suoi non intendono puntare per le risorse tenderanno a confermare gli uomini scelti dalla politica prima dell’ingresso dell’ex governatore Bce a Palazzo Chigi, come già avvenuto per esempio anche per i vertici di Agenzia delle Entrate, con la riconferma di Ernesto Maria Ruffini, o all’Agenzia Dogane e Monopoli con l’economista Marcello Minenna.
Sembrano invece direzionati verso l’uscita l’amministratore delegato e direttore generale di Ferrovie dello Stato, Gianfranco Battisti, e Fabrizio Palermo, ad di Cdp, blindato dai Cinque Stelle ai tempi del Conte-bis, che ora sta tentando il tutto per tutto per rimanere in sella. Ma è quasi certo che non sarà più ai vertici del braccio finanziario del Tesoro. Fra i motivi? Non solo la scelta sulla persona o un cambio di rotta in vista della partita europea post pandemia e del cambio di governo intervenuto negli scorsi mesi. C’è dell’altro. Perché ora il governo Draghi deve fare i conti con il tema parità di genere. Anche nella selezione del management pubblico.
Nomine pubbliche, Draghi deve fare i conti con la parità di genere
L’idea che sta prendendo piede in alcuni palazzi del potere? Se un presidente è uomo allora serve un amministratore delegato donna. O viceversa. Come che sia: 50 e 50, nei limiti del fattibile. Quindi con il presidente di Cdp, Giovanni Gorno Tempini, che viaggia verso la riconferma anche con l’appoggio della fondazioni, c’è chi pensa che sarebbe utile trovare una donna come amministratore delegato per mandare un messaggio.
Più facile a dirsi che a farsi, in una nazione che ha sempre coltivato classe dirigente soltanto di sesso maschile e dove sono servite le leggi e gli obblighi – non la cultura – per farle entrare in massa nei cda anche del settore privato.
Giovanna Della Posta (Invimit) la top manager donna
A oggi la più importante manager pubblica donna è senza ombra di dubbio Giovanna Della Posta, amministratore delegato di Invimit, la società di gestione del risparmio del Ministero dell’Economia e delle Finanze che organizza e gestisce fondi comuni di investimento immobiliare con un board che ha quasi raggiunto il 50 e 50 nella parità di genere visto che nel cda oltre alla Della Posta siede anche Carmela Cucca, mentre i consiglieri indipendenti mentre sono due gli uomini: Riccardo Carpino e Paolo Biancone affiancano il presidente maschio Trifone Altieri.