A che serve un portatile quando si lavora da casa? È una domanda che ci siamo posti in molti nell’ultimo anno, costretti allo smart working, spesso con mezzi pensati per un altro tipo di vita più dinamico e leggero. Il lavoratore remoto, invece, è spesso stanziale nel suo appartamento o studio, e finisce per preferire le vecchie certezze del computer desktop, o fisso, con una sedia comoda e una scrivania degna di questo nome. Non tutti però sono disposti a spendere una fortuna per un desktop, nonostante la comodità: la buona notizia è che non c’è più bisogno di farlo. Negli ultimi mesi c’è stato un interessante ritorno di un format vintage dell’informatica, quello della tastiera che “contiene” il computer e va solo collegata a uno schermo. Come il vecchio Amiga, insomma. Ad aprire il revival è stata la Raspberry Pi Foundation, produttrice di computer a scheda singola, che ha presentato a fine 2020 il modello 400, una piccola tastiera che in realtà contiene tutto quello che serve per un computer potente – tranne lo schermo. Il “kit” include spine, cavi e un mouse, e costa circa 85 euro (IVA esclusa). Economico e leggero, può essere installato in qualche minuto (unico contro? Il sistema operativo Linux, un po’ ostile). In alternativa la britannica Pentaform ha presentato un prodotto simile, una tastiera nera attualmente in pre-ordine, pensata per costare circa 100 sterline e consumare meno corrente possibile. In questo caso è possibile installarvi una versione di Windows, per chi non vuole imparare a smanettare con Linux. Nuove possibilità per chi vuole un computer fisso senza dilapidare una fortuna.