Nvidia è in cima al mondo. Il colosso produttore di chip e schede di memoria nella giornata del 18 giugno ha sorpassato Microsoft diventato per la prima volta la compagnia di Jen-Hsun Huang in testa alla classifica delle società più capitalizzate del pianeta. L’azienda di Santa Clara valeva, al termine delle contrattazioni, 3.335 miliardi di dollari contro i 3.317 del colosso fondato da Bill Gates.
Un valore che da solo è pari al Pil di Italia e Spagna sommati, per fare un paragone. Un nuovo trionfo per l’azienda di Huang, il più sistemico tra i manager del big tech Usa, poche settimane dopo che conti di Nvidia sono arrivati e i target del colosso americano delle schede video e dei processori per l’intelligenza artificiale hanno battuto le aspettative. E confermato che, ad oggi, fa soldi con l’intelligenza artificiale chi…produce hardware per l’Ia!
Nvidia scatta: il mercato è attivo
La narrazione di Huang, per ora, è un’altra: come riporta il Financial Times, il Ceo di Nvidia “ha dichiarato che l’azienda è al centro di una nuova “rivoluzione industriale“, liberando il potere dell’intelligenza artificiale generativa per trasformare tutti i settori dell’economia globale con l’informatica intelligente“.
Nvidia, ricorda il Ft, è giunta all’apice di Wall Street dopo che “le sue azioni sono aumentate di circa il 170% dall’inizio dell’anno”. Era dal 2011, quando ExxonMobil guidava la classifica, che un’azienda valeva più di Apple e Microsoft contemporaneamente. Nvidia è arrivata laddove Google, Facebook e Netflix sono mai giunte. E, inoltre, dal 1926, quando è nato l’indice S&P500, sono solo dodici, come ricorda il New York Times, le aziende che hanno guidato la classifica. Tra queste AT&T, Exxon Mobil, Dupont, Microsoft, Wal-Mart, Cisco Systems, General Electric, IBM e Altria si aggiungono a Apple e Microsoft. E da oggi a Nvidia. La quale corre sulla scia di un apparente paradosso: l’Ia sta per ora trasformando più i produttori industriali di dispositivi abilitanti che gli utilizzatori finali.
Nvidia, conti in volo
Mentre i ritorni economici degli operatori devono ancora, al di là di ciclopici ritorni borsistici, ancora materializzarsi, chi produce hardware per l’Ia vola. Nvidia ha riportato una quota ricavi pari a 26 miliardi di dollari per il trimestre conclusosi ad aprile, superando le stime di consenso di 24,7 miliardi di dollari. Questo significativo incremento su base annua è stato paragonabile a quello del trimestre precedente, che aveva visto una crescita del 265%. Per il trimestre attuale, Nvidia prevede un fatturato di circa 28 miliardi di dollari.
A fare la parte del leone la vendita di chip per l’Ia: +427% anno su anno e 22,6 miliardi di dollari di incassi. Vola il dividendo, a +150%, e dopo il 90% di crescita di un anno le azioni del gruppo
Come nota il Financial Times, “Nvidia si è mossa rapidamente per sfruttare l’impennata della domanda di intelligenza artificiale e stare al passo con i concorrenti e i clienti che stanno sviluppando i propri chip AI”. A marzo, ricorda il Ft, Nvidia “ha rivelato i suoi chip Blackwell, che secondo lei sono due volte più potenti dell’attuale generazione di chip per l’addestramento dei modelli di intelligenza artificiale e offrono cinque volte le prestazioni di “inferenza” – la velocità con cui tali modelli possono rispondere alle query. Ciò è avvenuto appena un anno dopo che la società ha rivelato la sua precedente generazione di architettura di chip GPU, Hopper”.
Il dilemma dell’Ia
In quest’ottica si conferma, almeno temporaneamente, la vivacità dei conti del colosso più attenzionato dell’Ia. Un dato in controtendenza rispetto a crisi di breve periodo di recente manifestazione, come la gelata nella domanda dei chip paventata dal colosso taiwanese Tsmc o la frenata di aprile che in una settimana ha fatto bruciare un trilione di dollari alle aziende del settore. Ma che conferma un trend: fare hardware per l’intelligenza artificiale aiuta di più ai conti del lavorare con l’Ia in sé. Un dato che spesso dovremo prendere in considerazione.
Ad aprile lo ricordava John Naughton, docente presso il Center for Research in the Arts, Social Sciences, and Humanities dell’Università di Cambridge, scrivendo sul Guardian che “nessuno sta ancora guadagnando soldi veri dall’intelligenza artificiale, tranne quelli che costruiscono l’hardware”. E questo aiuta a comprendere come porsi la domanda se nell’Ia ci possa essere o meno una componente di “bolla” sia sostanzialmente legittimo. Come ricorda Josh Gilbert, Market Analyst di eToro, “la domanda di IA è costante e non mostra segni di cedimento. Le aziende continuano ad aumentare le spese in conto capitale, in particolare le big tech, per stare al passo con questa tecnologia rivoluzionaria, e Nvidia è di gran lunga il maggior beneficiario. La prospettiva più interessante per gli investitori è che l’IA sembra essere appena iniziata”. Quella più critica capire quando ci potranno essere i ritorni per chi non ha avuto fortuna e intuizione di Nvidia.