Perché leggere questo articolo? Il rapporto annuale dell’Ocse mostra un mercato del lavoro record in Italia. L’occupazione è in crescita ma sui salari siamo maglia nera.
In Italia un mercato del lavoro da record, in positivo e in negativo. Il report annuale dell’Ocse evidenzia come nel nostro Paese la crescita sia stabile e la disoccupazione ai minimi. Eppure, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico ci assegna la maglia nera per la decrescita dei salari reali, che al netto dell’inflazione rimangono a livelli abbondantemente inferiori al periodo pre-Covid.
Il mercato del lavoro in Italia secondo Ocse
Niente di nuovo sotto il cielo del mondo del lavoro in Italia. Casomai, l’Economic Survey dell’Ocse mette in relazione due aspetti ben noti del mercato del lavoro italiano: i bassi salari e l’eccesso di assunzioni. Per l’Ocse “il basso costo del lavoro, permette al made in Italy di essere competitivo a livello internazionale“. Contemporaneamente però, si legge nel report “i bassi salari contengono la domanda interna, determinando cospicui avanzi di bilancia commerciale“.
Non a caso per l’Ocse “la produttività stagnante da quasi 30 anni è la principale palla al piede dell’economia italiana, perché un Paese che non cresce crea meno lavoro e i posti sono di minore qualità e salari più bassi”. In Italia il 2023 ha registrato un calo del 6,9% rispetto al 2019, ma l’allarme riguarda anche la stagnazione dei salari reali che tra il 1991 e il 2023 sono cresciuti solo del +1% contro il 32,5% della media dei Paesi dell’organizzazione.
Italia sul podio dei peggiori salari ma l’occupazione cresce
Peggio dell’Italia, in quanto a salari reali, ci sono solo Repubblica Ceca e Svezia. Solo in 19 Paesi Ocse su 35 i livelli dei salari reali hanno recuperato quelli precedenti al 2020, anno della pandemia da Covid-19. Basti pensare che tra le economie più virtuose l’Ocse mette la Germania, che ha registrato un calo del -2% sul 2019, e la Francia con una leggera crescita del +0,1%.
Nonostante l’occupazione nei Paesi dell’area Ocse sia ai massimi storici, la crescita degli occupati inizia a rallentare. Qui emerge l’eccezione positiva del mercato del lavoro italiano. Nel nostro Paese, infatti, i livelli di occupazione hanno raggiunto i massimi storici, superando anche il livello pre Covid. Record anche per il tasso di disoccupazione che ha registrato il suo più basso livello dal 2001.
L’Ocse rimprovera l’Italia sulla gestione dell’inflazione
Le ragioni della mancata crescita dei salari reali nei Paesi Ocse, per l’organizzazione stessa, sono da collegarsi alla forte inflazione che, ancora oggi, non sembra scendere alla velocità desiderata. Su base annua nei 38 Paesi dell’organizzazione è leggermente aumentata a maggio 2024, passando dal 5,7 per cento di aprile al 5,9 per cento (rialzo in 18 Paesi e calo in 13). “L’inflazione – si legge nel rapporto – è stata a livelli record nell’Ocse e i salari in tutti i Paesi ci hanno messo del tempo a reagire. In Italia non solo la reazione è partita in ritardo, ma è anche decisamente lenta. Si è creata una perdita di potere d’acquisto che richiederà tempo per essere colmata”
Leggi il report annuale Ocse sul mercato del lavoro in Italia