Perchè leggere questo articolo? Italia, Paese di contraddizioni. Soprattutto sul fronte dell’occupazione Il paradosso di uno Stato con 3 milioni di Neet e 1,9 milioni di disoccupati. Una cooperativa su due lamenta ostacoli alle attività e segnala difficoltà a trovare personale sia qualificato, sia generico. Ma la soluzione per Santanchè – e non solo – potrebbe consistere in una “immigrazione mirata”. Se nel nostro Paese mancano lavoratori, reclutiamoli dall’estero.
La madre di tutte le criticità in Italia continua ad essere, da oltre 19 mesi, il mismatch tra domanda e offerta di lavoro. Un paradosso, quello dell’occupazione, in un Paese con 3 milioni di Neet e poco meno di 2 milioni di disoccupati. Di fatto, una cooperativa su due lamenta la difficoltà di trovare personale sia qualificato sia generico. Nel settore socio sanitario, come nell’agroalimentare. Nel trasporto, come nei servizi turistici e culturali. La mancanza di forza lavoro è, dunque, il principale ostacolo alla crescita delle cooperative. Un’assenza di figure qualificate dal costo salato per il Paese, che secondo il Censis si aggira sui 28 miliardi, ovvero l’1,5% del Pil.
L’occupazione cresce, ma la precarietà è giovane e donna
Secondo l’indagine “ManpowerGroup Employment Outlook Survey”, le previsioni occupazionali nei diversi settori e nelle diverse zone della penisola sono in aumento del 9%. Tra i tanti settori in crescita, spiccano quello dell’energia e della sanità. Meno bene il settore della logistica. L’occupazione è ai massimi storici, con oltre 23,6 milioni di persone impiegate a giugno 2023, ma la precarietà continua a essere giovane e donna. Le ragazze e i ragazzi italiani risultano essere i più sfruttati e mal retribuiti sul posto di lavoro. Anche se solo una parte di loro è riuscita a trovarne uno. I lavoratori under 35 sono sempre meno. Stufi e stanchi di regalare il loro tempo, lasciano il Paese in cerca di migliori opportunità all’estero. E’ la famosa fuga dei cervelli, fenomeno in crescita e destinato ad aumentare.
Mancano lavoratori? Reclutiamoli dall’estero
Una soluzione all’esodo dei giovani lavoratori italiani potrebbe consistere nel reclutare proprio dall’estero nuova forza lavoro. L’aveva già capito Stefania Bonaldi, oggi membro della segreteria nazionale del Pd e nel 2020 sindaca di Crema. Durante la pandemia Covid, nella cittadina calabrese, giunsero 52 medici cubani della Brigata Henry Reeve. Specializzati in interventi all’estero. Il loro operato fu molto apprezzato, fondamentale per sopperire alla grave mancanza di personale sanitario italiano.
Tuttora in Italia mancano 4.500 medici e 10mila infermieri. Il ministro della Salute Orazio Schillaci lo conferma. Reclutare dall’estero professionisti già formati potrebbe essere la soluzione per sopperire a questa mancanza. Per la stessa Bonaldi, però, rendere l’esperienza di Crema un percorso strutturato è un’opzione ancora lontana. Bisognerebbe prima di tutto investire sulla valorizzazione anche economica della professione. Tra le attività lavorative più stressanti e complesse. Per attrarre i professionisti dall’estero servirebbe poi anche velocizzare le tempistiche ed alle lungaggini burocratiche che servono per ottenere l’equipollenza, ovvero il riconoscimento del titolo di studio
Camerieri cercasi: Santanchè allarga le “quote di riserva” per gli stranieri alla ristorazione
La necessità di reclutamento della forza lavoro straniera non si limita al settore sanitario. E infatti la ministra del Turismo Daniela Santanchè ha accettato di aprire le cosiddette “quote di riserva” – finora a uso esclusivo dei settori dell’autotrasporto, agricoltura e turistico-alberghiero – anche al mondo della ristorazione italiana. Già il decreto flussi 2023-2025 aveva raddoppiato le quote destinate alla ristorazione, passando dalle ottantamila del 2022 alle circa 140mila fino al 2025. Ma non è bastato. Così nei prossimi clic day del 18, 21 e 25 marzo potranno fare richiesta di lavoratori extra europei anche ristoratori e proprietari di bar e discoteche, alla ricerca di cuochi, camerieri e banconisti sempre più difficili da trovare in vista della stagione estiva.
I camerieri sono le figure più ricercate, con oltre 65 mila profili. Seguono, poi, i cuochi con 41.720 assunzioni previste, e i baristi con oltre 23.900 posti da coprire. Ma circa un’azienda su due lamenta già difficoltà nel reperimento del personale a causa del ridotto numero di candidati. L’ampliamento del decreto flussi potrebbe però fornire una prima risposta al problema.