Home Economy Pensione, la verità è che ci andiamo molto prima del dovuto. Il report

Pensione, la verità è che ci andiamo molto prima del dovuto. Il report

Pensione, la verità è che ci andiamo molto prima del dovuto. Il report

Perché leggere questo articolo? La pensione a 67 anni esiste solo su carta. Un report della Ragioneria di Stato mostra come in Italia e l’età media di accesso al pensionamento è 61,6 anni. Un dato sorprendente e in continuo calo nel secondo Paese più anziano al mondo.

A che età direste che si va in pensione in Italia? Il dato ufficiale potrebbe sorprendervi, perchè è ben distante dall’età legale formalmente sancita per legge. La pensione a 67 anni nel nostro Paese è solo sulla carta. Esistono infatti così tanti metodi e strade per anticipare l’uscita dal mondo del lavoro che, di fatto, l’età media pensionabile nel nostro Paese è di 61 anni. Lo conferma un report della Ragioneria generale dello Stato.

In Italia l’età media della pensione è di 61,6 anni

L’età media in cui si va in pensione in Italia nel 2023 è arrivata a 61,6 anni. Sarebbe meglio dire è scesa, visto che l’anno precedente era un decimale in più: 61,6 anni. Parliamo di oltre 5 anni di meno rispetto all’età da pensionamento per vecchiaia, fissato a 67 anni dalla legge Fornero. Una soglia troppo bassa secondo la Ragioneria generale dello Stato.

Nel suo ultimo dossier sugli degli andamenti degli ultimi 20 anni e le tendenze di medio-lungo periodo della previdenza, l’agenzia che risponde al Ministero dell’Economia, sottolinea che “tali aspetti, nella transizione demografica in corso e che si acuirà negativamente nei prossimi anni, rappresentano elementi di evidente criticità per la sostenibilità del sistema pensionistico, della finanza pubblica e del debito pubblico“.

Un nodo che divide il governo

La questione dell’età pensionabile non è di lana caprina, specie in Italia, il Paese più vecchio d’Europa e nel mondo secondo solo al Giappone. Lo va ripetendo da tempo Giorgetti. Il ministro dell’Economia ha ricordato in Parlamento come a il governo sarà chiamato a fare a settembre scelte importanti in vista della manovra, e nei prossimi anni, per centrare l’obiettivo della sostenibilità dell’impalcatura previdenziale. L’Italia deve fare i conti con l’attuale situazione demografica.

La posizione di Giorgetti rischia però di scontrarsi con chi, nella maggioranza e nello stesso partito, vuole superare la tanto odiata legge Fornero. La Lega stessa continua a spingere per “Quota 41”. La formula che prevede la possibilità di andare in pensione con 41 anni di versamenti, indipendentemente dall’età. Una posizione contraria a quella dell’ultimo dossier della Ragioneria. L’organo consiglia uno sbarramento dei tanti canali di uscita anticipata. Traccia che, nel concreto, è stata seguita dal governo con l’ultima manovra che ha inasprito i requisiti di Quota 103, Opzione donna e Ape sociale.

L’età media per andare in pensione continua a calare

La Ragioneria mostra come nel 2023 l’età media di accesso alla pensione (anticipata e di vecchiaia) “è risultata pari a circa 64,3 anni, a fronte di un requisito anagrafico legale standard per l’accesso al pensionamento di vecchiaia pari a 67 anni”. E si sottolinea che la soglia media per le “anticipate è risultata pari a circa 61,6 anni. Di 5,4 anni inferiore all’età legale standard e di 5,6 anni in meno rispetto alla soglia effettiva di accesso al trattamento di vecchiaia (67,2 anni)”.

La riforma Fornero del 2011 aveva sortito i suoi effetti. Secondo il Mef la legge “ha consentito un incremento dell’età media di accesso al pensionamento di circa 4,9 anni (da 59,4 anni nel 2001 a 64,3 anni nel 2023). Tuttavia, permangono, anche a seguito degli interventi adottati dal 2019 non coerenti rispetto al percorso del processo di riforma, importanti elementi di criticità“. Per cominciare “un significativo accesso in via anticipata rispetto al requisito legale standard di pensionamento con età media significativamente inferiore, circa 5,4 anni”.

Le alternative alla pensione a 67 anni

Negli anni si sono susseguiti una serie di interventi volti a mitigare o annullare del tutto gli effetti della legge Fornero. Su tutti, nel 2019 il governo gialloverde di Conte ha avviato la sperimentazione triennale di Quota 100. Intervento che la Ragioneria stima in un costo di “32,3 miliardi con un corrispondente incremento di debito, cui vanno aggiunti gli effetti ulteriori di contrazione della crescita economica prodotti da tali misure che hanno comportato la riduzione dei livelli occupazionali”. Da ultimo, la Ragioneria fornisce un messaggio chiaro al governo, in procinto di varare la Legge di Bilancio 2025: “si conferma la tendenza all’ampliamento del divario tra l’età media di accesso al pensionamento anticipato e l’età media di accesso al pensionamento di vecchiaia (nel 2023 raggiunge il livello massimo), che evidenzia l’ampia possibilità di anticipo del pensionamento ancora riconosciuta dall’ordinamento vigente”.

Leggi il report della Ragioneria di Stato sulla età da pensione in Italia