Perché leggere questo articolo? In arrivo mille euro in più in busta paga per i dipendenti di Poste Italiane. Che sia la volta buona che il postino inizi a suonare – non due – ma almeno una volta? Sicuramente resta una decisione incredibile.
Che sia la volta buona che il postino inizia davvero a suonare, se non due volte, almeno una? La decisione del managment di Poste Italiane di premiare i propri dipendenti con un mille euro aggiuntivi in busta paga a novembre ha dell’incredibile. Non tanto per la decisione in assoluto – a tratti anche apprezzabile di un’azienda che decide di premiare i proprio dipendenti in un momento economico difficile per tutti. Ma per la decisione in sé: quell’azienda e quei dipendenti – a detta dei giudizi dei clienti – meriterebbero tante cose, di certo non un premio.
Il premio di Poste Italiane ai dipendenti
Sulla busta paga di novembre i dipendenti di Poste Italiane riceveranno un bonus da mille euro concordato lo scorso agosto. Un premio economico per i “solidi risultati” conseguiti fino a settembre 2023. “I risultati dei primi nove mesi del 2023 vanno oltre il nostro piano strategico” ha spiegato l’amministratore delegato del gruppo, Matteo Del Fante.
“I risultati – secondo l’ad di Poste Italiane – sono stati possibili grazie alla dedizione e alla resilienza delle nostre persone, che lavorano instancabilmente per soddisfare le esigenze degli italiani, con un’attenzione costante all’innovazione e al miglioramento dell’esperienza del cliente”. La domanda sorge spontanea: ma Del Fante è mai uscito dal suo lussuoso ufficio romano per dare un’occhiata a quegli instancabili, dediti e resilienti dipendenti che hanno reso così celebre Poste Italiane?
Le migliaia di dipendenti che non si recano al lavoro
Un’indagine del Corriere della Sera di qualche anno fa, stimava il tasso di assenteismo medio in Poste Italiane in circa 13mila unità. Parliamo di quasi un dipendente su dieci – dei 120mila lavoratori di Poste Italiane – che ogni giorno non si reca sul proprio posto di lavoro. Quasi diecimila assenze, ricorda il Corriere della Sera, sono registrate nella logistica, che occupa 60 mila dipendenti. Malattia certificata da medici conniventi, aspettative ambigue e i sempreverdi furbetti del cartellino. I mali cronici della Pubblica amministrazione sono difficili da estirpare. I furbetti del cartellino nel 2022 sono aumentati del 13%. Mentre nel 2022 i dipendenti pubblici hanno arrotondato lo stipendio con 7,6 milioni di emolumenti aggiuntivi rispetto agli stipendi percepiti dalle amministrazioni pubbliche per le quali lavorano.
In un momento in cui le poste italiane sono state al centro di numerose controversie e critiche, questa iniziativa sembra più un tentativo di placare le acque che una reale dimostrazione di apprezzamento per il lavoro svolto dai dipendenti. Mentre un premio di 1000 euro può certamente essere un incentivo gradito, è fondamentale chiedersi se sia la soluzione migliore per affrontare le reali necessità dei dipendenti di Poste Italiane. Molte volte, ci sono altre priorità che vanno affrontate, come migliorare le condizioni lavorative, garantire un ambiente sicuro e sano, e offrire opportunità di crescita professionale, che ne incentivi la produttività.
Poste Italiane in realtà non va così bene
Considerando il contesto economico attuale, è lecito interrogarsi sulla sostenibilità del premio per l’azienda. È giusto premiare tutti i dipendenti allo stesso modo, indipendentemente dal loro contributo o dall’efficienza nel lavoro svolto? Questo potrebbe portare a un disincentivo per coloro che si impegnano maggiormente, sentendosi poco riconosciuti. Che poi Poste Italiane non pare nemmeno andare così a gonfie vele. Le stime raccolta dal gruppo in attesa dei conti indicano nel periodo un utile netto di 384 milioni rispetto ai 461 milioni dello stesso periodo 2022. Per i previsto un ebit negativo per 99 milioni per i servizi di Corrispondenza, Pacchi e Distribuzione (da +13 milioni). Il 22 l’acconto sul dividendo. Magari, però, con questi mille euro in più alcuni lavoratori si convinceranno ad andare al lavoro.