Perché questo articolo potrebbe interessarti? La città di Prato, sede di una delle più grandi comunità cinesi d’Europa, è finita sotto i riflettori dell’opinione pubblica. Il motivo: nel capoluogo toscano il numero complessivo dei cognomi cinesi ha superato quello dei tradizionali cognomi toscani. La notizia è stata da più parti strumentalizzata per fini politici. Ma il contesto ci dice in realtà ben altro.
2.261 Chen, 2.216 Hu, 1.866 Lin, 1.594 Wang: ecco l’ultima, ennesima, prova dell'”assedio” cinese che si è abbattuto su Prato. L’Ufficio Statistica del Comune di Prato ha pubblicato l’elenco aggiornato dei cognomi più diffusi tra i residenti.
Nessun cognome italiano trova spazio nella top 10. Per trovare il primo, Gori, bisogna scorrere fino all’undicesimo posto. Al termine del 2022 ne sono stati rilevati appena 932, mentre i “Gori” erano 1.082, e in terza posizione, nel 2012. Allo stesso tempo i “Chen” hanno consolidato il loro primato assoluto.
I numeri grezzi parlano effettivamente di una città completamente cinesizzata. Il confine tra la percezione di un ipotetico accerchiamento cinese e la realtà è tuttavia molto più sottile di quanto non si possa pensare. Facendo leva sulla percezione, più che sul contesto, alcuni media e politici locali hanno più volte acceso i riflettori sulla questione. Non certo inedita e riadattata anche a Firenze e in altre città.
Emblematica, ad esempio, la campagna elettorale del capolista di Fratelli d’Italia a Firenze, Francesco Torselli, che per le elezioni regionali toscane del 2020 denunciò la popolarità dei cognomi cinesi come Hu e Wang all’ombra di Palazzo Vecchio. In che modo? Parlando di “Lorenzo Hu Magnifico” per porre l’attenzione sul cognome “Hu”, già all’epoca uno dei più comuni nel Quartiere 5 della stessa Firenze.
Tornando a Prato, tenendo conto di effetti diretti, indiretti e indotti, se non vi fosse la comunità cinese il pil della provincia risulterebbe più basso del 22%, il valore aggiunto delle imprese non cinesi si ridurrebbe del 9%, mentre le importazioni regionali ed estere si ridurrebbero rispettivamente del 36% e 39%.
Il contesto di Prato
I dati sono emblematici: i cognomi cinesi sono più diffusi dei tradizionali cognomi toscani. Bisogna però considerare un aspetto fondamentale. E cioè che i nomi (e cognomi) cinesi sono pochi e concentrati, ed è per questo che emergono in modo così vistoso nelle classifiche. Lo aveva già confermato, ben 11 anni fa, il linguista Enzo Caffarelli su Anci Rivista, autore di un articolo proprio sulla diffusione dei cognomi cinesi in Italia.
In ogni caso, dal 1985 ad oggi la popolazione cinese presente nel comune di Prato è aumentata di anno in anno. Nel 1985 su 163.287 residenti si contavano appena 22 cinesi. Dieci anni più tardi le proporzioni erano rispettivamente di 167.991 residenti di cui 1.525 cinesi. Nel 2005 c’erano invece 8.627 cinesi su 183.823 residenti. Dieci anni più tardi addirittura 16.918 su 191.150. Nel 2021, infine, si contavano 27.829 cinesi su una popolazione totale di residenti pari a 194.312. Calcolatrice alla mano, l’incidenza della popolazione cinese su quella complessiva residente è passata dallo zero virgola del 1985 al 14,3 del 2021.
Due sono dunque gli aspetti da considerare quando leggiamo la classifica dei cognomi cinesi presenti a Prato e dintorni. Il primo: i cognomi cinesi sono limitati e ripetuti. Basti pensare che in Cina, dove vivono 1,4 miliardi di cinesi, esistono circa 20-23.000 cognomi. I cognomi italiani, per fare un confronto, sono oltre 350.000 per poco più di 58 milioni di abitanti. Il secondo aspetto è il seguente: è vero che la comunità cinese pratese è aumentata di anno in anno, ma la sua incidenza su quella complessiva è, come detto, di 14,3.
I numeri della comunità cinese
Dall’elenco stilato dalle istituzioni pratesi non si dovrebbe ipotizzare un assedio cinese nei confronti della città. Da altri dati, semmai, si dovrebbe rimarcare il peso specifico ottenuto dalla comunità cinese nei confronti dell’economia cittadina. C’è un report dell’IRPET (consultabile qui), intitolato Relazioni locali e transnazionali delle imprese cinesi di Prato e loro contributo all’economia della provincia che continua ad essere citato nonostante risalga al 2015.
Ebbene, già 8 anni fa, secondo stime elaborate dallo stesso IRPET sulla base di dati Istat, della Camera di Commercio di Prato, Regione Toscana e Comune di Prato il peso economico della comunità cinese sul contesto locale era ben superiore a quello in termini demografici (9% dei residenti locali).
Ecco perché, più che farsi travolgere da ipotetiche sindromi dell’assedio, è fondamentale trovare il modo per sfruttare al meglio la presenza di aziende cinesi per far crescere il territorio. Aziende italiane comprese.