Home Economy Prelios oggi, Prometeia domani? Dove vuole arrivare Andrea Pignataro

Prelios oggi, Prometeia domani? Dove vuole arrivare Andrea Pignataro

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Perché leggere questo articolo: Scopriamo le strategie del più attivo e meno noto tra i finanzieri italiani: Andrea Pignataro, l’uomo che sogna la “Bloomberg” tricolore.

Andrea Pignataro è il nuovo, silenzioso protagonista della finanza italiana. Col suo gruppo Ion Investment Corporation, il finanziere emiliano ha negli ultimi anni sbaragliato praticamente ogni altro attore privato nazionale per investimenti e espansione nel nostro Paese. Una crescita, quella del finanziere nato a Bologna nel 1970, compiuta spesso a fari spenti ma con una metodica volontà di mettere in campo un conglomerato privato di tutto rispetto.

Cerved, Prelios e poi Prometeia? Gli affari di Pignataro

Ad agosto Pignataro ha messo sul campo 1,35 miliardi di euro per rilevare Prelios, il colosso dell risparmio gestito basato a Milano e attivo nella gestione di crediti deteriorati, esposizioni unlikely-to-pay e fondi real estate, che maneggia per un valore di 40 miliardi di euro. Pignataro è arrivato a concludere l’accordo con il fondo americano Davidson Kempner per l’acquisto del gruppo milanese presieduto da Fabrizio Palenzona, presidente, e Riccardo Serrini, Ceo.

Sono saliti così a 5,7 miliardi di euro gli investimenti promossi da Pignataro nell’ultimo triennio. Il veicolo è la Bessel Capital, basata in Lussemburgo con l’85,7% in mano a Ion. La quale può contare su due partner come il il fondo sovrano di Singapore Gic con il 10% e la milanese Serfis della famiglia Strazzera. La società di gestione di dati finanziari Cerved è al centro della galassia di acquisizioni di Pignataro iniziate nel 2021 scalandola assieme a Cedacri.

Il sogno di una piccola Bloomberg italiana

In quest’ottica i gruppi di Pignataro, che secondo i dati raccolti dal Corriere della Sera sulle capogruppo lussemburghesi avrebbero un giro d’affari di 3 miliardi di euro su 32 società,  si trovano nella possibilità di avere a disposizione un capitale economico e, soprattutto, informativo per creare una piccoOra secondo il Corriere della Sera sta puntando anche Prometeia, la storica società di consulenza manageriale e studi macroeconomici basata a Bologna, nata dal mondo economico vicino alla sinistra democristiana di Beniamino Andreatta e Romano Prodi.

L’obiettivo potrebbe essere la creazione di una piccola Bloomberg: un attore capace di unire analisi di scenario economica, con proiezione divulgativa al mercato, elaborazione finanziaria e gestione di asset. Pignataro, del resto, nasce dottorando in matematica dopo la laurea a Bologna: ha studiato all’Imperial College di Londra, città ove ha aperto la sua carriera in Salomon Brothers, banca Usa poi comprata da Citigroup. Nel 1997 ha fondato Ion come joint venture proprio tra Salomon e l’italiana List, azienda attiva nella gestione del trading per Mts, la società che gestisce il mercato titoli di Stato di Piazza Affari.

Finanza e non solo per Pignataro

Il finanziere 53enne che vive a Sankt Moriz, si muove per lavoro tra Milano e Londra e non ostenta nulla della sua vita privata è un uomo nell’ombra. Il Corriere ha ricostruito un’architettura di società che portano al Lussemburgo e all’Irlanda, tramite le quali Pignataro si muove attivamente nel sistema finanziario.

L’ex studente dell’Alma Mater è al centro dello scacchiere di diverse partite finanziarie. In Prelios pare voglia confermare Palenzona, dominus delle casse di risparmio e già regista della nascita di Unicredit e vicepresidente del gruppo, alla guida. Inoltre, per 80 milioni ha rilevato il 9,8 per cento della Illimity, la banca di proprietà dell’ex ministro dello Sviluppo Economico e ad di Intesa San Paolo Corrado Passera.

Con 50 milioni, poi, Pignataro si è assicurato un posto fianco a fianco del Tesoro nel Monte dei Paschi di Siena, di cui ha in portafoglio il 2%. Potendo dunque giocare un ruolo su un’istituzione pronta a tornare sul mercato. E non finisce qui: Pignataro è entrato con il 9,9 per cento nel Fondo strategico italiano, uno dei maggiori private equity europei. Fsi è oggi guidato da Maurizio Tamagnini e compie operazioni strategiche di medio-ampio respiro su aziende in crescita. In passato ha seguito proprio la crescita di Cedacri. Pignataro ha aggiunto a queste partecipazioni l’ingresso col 3,2% nella Cassa di Volterra. Completa la sua “collezione” la partecipazione da controllore nella Macron, dinamica realtà dell’abbigliamento sportivo basata nella sua nativa Bologna. Con la quale Pignataro mantiene un rapporto diretto, perlomeno affaristico.

A cosa punta Ion

L’esempio di Ion è quello, molto raro in Italia, della possibilità di creazione di una conglomerata integrata tra diversi settori e capace di esprimere un polo attivo in un settore delicato come l’uso dei dati per la finanza. Attorno a cui Pignataro dirama partecipazioni in settori-chiave per gli equilibri di potere economico, e non solo, del sistema-Paese: la finanza e l’immobiliare. Sicuramente l’operazione è da analizzare con attenzione anche per la possibilità che con il deal Prelios e l’aggiunta di Prometeia Pignataro finisca per occupare di fatto una centralità crescente nello scacchiere italiano. Per ora lo possiamo presentare come il meno noto ma più attivo dei tycoon italiani: una figura le cui mosse, con la testa tra Italia, Regno Unito, Irlanda e Lussemburgo, andranno monitorate attivamente e con pragmatismo.