Di Klaus Rossi
Il processo Ubi suscita imbarazzi sacri a Bergamo. Perché negli 82 anni di condanne chiesti dal pubblico ministero Paolo Mandurino ce ne sono 5 che fanno tremare gli ambienti ecclesiastici: sono quelli chiesti per Armando Santus, storico notaio della diocesi di Bergamo, ed ex vice presidente del Consiglio di Sorveglianza di Ubi banca. Anche lui avrebbe fatto parte del gruppo che secondo le accuse della Procura gestiva l’istituto di credito ostacolando la vigilanza della Banca d’Italia e della Consob. La sua non è la richiesta di condanna più pesante ma sta creando nervosismo a Bergamo perché il professionista è anche presidente della fondazione Papa Giovanni XXIII.
Processo Ubi Banca: il pm chiede 5 anni per Armando Santus
L’ente è particolarmente importante per la città perché è nato vent’anni fa per conservare e salvaguardare per le generazioni future la memoria di Papa Roncalli, il santo bergamasco a cui sono intitolati ospedali ed enti benefici. L’atto costitutivo venne siglato nel marzo del 2000 e oggi la biblioteca della Fondazione è costituita in parte da libri che appartennero personalmente a Giovanni XXIII (circa 700 volumi), in parte da libri donati da mons. Francesco Loris Capovilla, riguardanti il pontefice bergamasco e argomenti vari (circa 2000 volumi).
Un tempio della memoria sacra di Bergamo che viene così toccato dalla crisi dei poteri economici, perché nel crollo del sistema sorretto da Bazoli e i suoi sodali è rimasto anche il Santus, tra l’altro rinnovato presidente della fondazione a dicembre 2020. “Così si sputtana il nostro santo” si sfoga un imprenditore di peso nella zona.
Processo Ubi, chi trema a Bergamo
Ma sono lamentele silenziate perché in tanti hanno timore a sollevare critiche contro membri di rilievo della diocesi che a Bergamo, più che da altre parti, ha un ruolo molto attivo nella comunità economica locale, come dimostra la nomina a vicepresidente del consiglio di sorveglianza. E poi Santus può contare su un fratello con una posizione importante direttamente a Roma: Ivan Santus è infatti un membro della segreteria di Stato vaticana e con il fratello si è già visto in pubblico diverse volte, come quando nel 2019 inaugurarono la prima chiesa in Medio Oriente dedicata proprio a San Giovanni XXII. Una celebrazione ufficiale in cui si ritrovarono entrambi.
Oggi invece il notaio si ritrova nei guai per questioni economiche e per l’imbarazzo che sta creando al vescovo di Bergamo Francesco Beschi. Perché se per i magistrati Santus è parte di un gruppo di manager che oscuravano la trasparenza della principale banca del territorio, a molti bergamaschi non sembra sia corretto che presieda la fondazione del pontefice cittadino. Il processo Ubi deve ancora finire, ma le prime sentenze sembrano dunque già arrivate. Almeno quelle per tutelare il nome dei santi locali dopo che la città ha perso la sua banca del territorio nello scontro con Intesa che ha infiammato l’estate.